“250 Serie Tv da non perdere”- Un imperdibile sussidio per la marea di indecisi del telecomando

In un’industria cinematografica dove le serie tv stanno sostituendo i film nella produzione avanguardista di qualità, l’offerta per gli spettatori è ormai infinita e in crescita esponenziale. “250 Serie Tv da non perdere”, di Mario Sesti offre una soluzione agli indecisi che ogni giorno si trovano a dover navigare nella sconfinata offerta sulle piattaforme.

Romano De Marco

È ormai da ben oltre un ventennio che le serie TV hanno superato il cinema nel livello di qualità delle sceneggiature, nelle performance degli attori e nel grado di sperimentazione artistica dei registi. Con l’avvento, poi, della serialità sul grande schermo, ( vedi il filone supereroistico e le saghe infinite come Fast & Furios e Mission Impossible ecc.) e l’abuso di sequel fuori tempo massimo, si è di fatto consumato un vero e proprio ribaltamento. Laddove in passato i cosiddetti telefilm rappresentavano una produzione generalista, ripetitiva, sempre uguale a sé stessa  -seppur fra alti e bassi qualitativi – a partire dalla fine degli anni novanta, le serie TV hanno rappresentato innovazione, qualità e sperimentazione di nuovi linguaggi narrativi a fronte di un generale appiattimento delle produzioni destinate al grande schermo. Una crisi, quella dei film in sala, che prosegue – nonostante qualche colpo di coda- alimentata, oltre che dall’incubo covid, anche dallo strapotere delle piattaforme di streaming che stanno contribuendo a livellare sempre più – verso il basso- le differenze tra prodotti cinematografici e televisivi.
Nel corso dell’ultimo ventennio, anche il livello delle serie è progressivamente sceso, in virtù di una crescita enorme della produzione. Un’offerta pressoché illimitata che ad oggi crea un vero e proprio disorientamento anche negli spettatori più preparati e dotati di senso critico.
In questo scenario è quantomai utile disporre di un aiuto nella scelta. Ce lo fornisce Mario Sesti, critico cinematografico, regista, esperto della narrazione in immagini e già autore di importanti libri sul mondo del cinema. Il suo “LE 250 SERIE TV DA NON PERDERE” – Fazi Editore – è davvero un gioiellino che spicca nel marasma di raccolte e manuali più o meno ragionati sulla serialità televisiva. Destano ammirazione i rigorosi criteri di stesura di questa vera e propria guida, spiegati dall’autore nella sua interessante nota introduttiva, impreziosita anche dal  contributo  di Carlo Verdone. In sostanza non vi sono stroncature perché i giudizi critici espressi da Mario Sesti, in una scala che va da 1 a 4, partono da una rigorosa selezione che valuta più parametri e prende in esame solo serie che, già a partire da quelle con il voto più basso, sono comunque “da vedere con piacere” (fino ad arrivare a quelle con voto massimo definite come “mitiche”).
Le schede sono molto professionali, obiettive, esaustive, e offrono un validissimo ausilio a chi volesse orientarsi nella scelta di qualcosa di nuovo e interessante da seguire. Allo stesso tempo, soddisfano aspetti più tecnici per la curiosità di chi è a caccia di notizie inedite e approfondimenti sulle proprie serie del cuore.
Inutile contestare criteri, scelta dei titoli, punteggi o altro. Con circa 600 serie all’anno prodotte solo negli Stati Uniti, sarebbe impossibile realizzare una guida onnicomprensiva. Occorrerebbe una sorta di enciclopedia di cinquanta volumi con crescita esponenziale periodica! Ed è chiaro che nella lettura – così come nella realizzazione – di un’opera del genere, i gusti personali giocano un ruolo importante, come è logico e giusto che sia. Ma l’autore, per inciso, non fa pesare affatto i suoi, di gusti. La forza delle schede proposte da Mario Sesti è proprio quella che possono essere lette e apprezzate indipendentemente dal punteggio assegnato a ogni serie.
Personalmente, auspico che il volume sia il primo di una collana e avrei molto piacere di conoscere il parere approfondito dell’autore su alcune delle serie TV che, proprio a cavallo fra gli anni 90 e i 2000, hanno decretato il passaggio fra due diverse forme di narrazione televisiva- Penso ad esempio a NYPD – in Italia New York Police Department – che purtroppo è assente da questa guida. Allo stesso modo sarebbe molto interessante uno sguardo critico sulle produzioni antecedenti, quelle che dagli anni cinquanta ai novanta hanno fatto la storia della televisione e occupano ancora un posto importante nel nostro immaginario.
Un libro, una guida, un supporto davvero prezioso per i tanti, tantissimi che – come il sottoscritto – scontano quotidianamente l’indecisione della scelta di fronte a un’offerta sconfinata. Indecisione causata anche dalle inevitabili delusioni che, per chi ha vissuto con entusiasmo la stagione d’oro delle serie nei primi anni 2000, sono ormai all’ordine del giorno.



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