Il 5 per mille anche a polizia e forze armate: associazioni e ong contro la riforma

Da ActionAid a Emergency, da Save the Children a Telethon, è battaglia contro la proposta di legge già approvata in Senato che consentirebbe di destinare la porzione dell'Irpef al fondo per le forze dell'ordine e armate.

Daniele Nalbone

Il “5 per mille” è quella quota dell’imposta IRPEF che lo Stato italiano ripartisce, per dare sostegno, a enti che svolgono attività socialmente rilevanti. Almeno fino a oggi. Perché in Parlamento c’è una proposta di legge, già approvato in Senato e ora all’esame della Camera, che consentirà di destinare questa porzione dell’Irpef anche alle forze di polizia e alle forze armate. Ed è contro questa proposta che si rivolge l’appello lanciato da diverse realtà riunite nel “Gruppo Terzo Settore”: ActionAid , AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, AIRC – Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, Emergency, FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, Fondazione Lega del Filo d’Oro Onlus, Save the Children, Fondazione Telethon.

Perché dal 2006 il “5 per mille” consente a queste – e tante altre realtà – di svolgere attività di interesse generale con ampia ricaduta sociale che diversamente non si potrebbero realizzare. “Attraverso questo strumento di sussidiarietà fiscale, lo Stato dà al contribuente la possibilità di decidere a chi destinare una quota delle imposte dovute, scegliendo fra gli enti non profit che perseguono finalità e interessi generali collegati all’educazione, alla ricerca scientifica o a quella sanitaria, alla cultura, alla tutela delle persone con disabilità, all’assistenza e all’inclusione sociale” si legge nell’appello. “Requisito fondamentale è che abbiano ampie ricadute sociali che vadano oltre il beneficio al singolo soggetto destinatario e siano volte al perseguimento del principio di sussidiarietà orizzontale tipico del terzo settore”.

Il disegno di legge per modificare il “5 per mille”
In queste settimane, come detto, è in discussione alla Camera una proposta di legge – già approvata dal Senato – che, secondo i firmatari dell’appello, “rischia di snaturare le finalità originarie del 5 per mille, utilizzando le sue risorse anche per finanziare il fondo assistenza per il personale delle forze di polizia e delle forze armate”. Il “Gruppo Terzo Settore” ha dunque presentato le sue perplessità in audizione alla Commissione Bilancio della Camera, chiedendo di fermare l’iter della proposta di legge.

Il primo firmatario del ddl è il leghista Gianfranco Rufa. Obiettivo: “Dare un sostegno concreto alle donne e agli uomini che ogni giorno indossano la divisa per servire il proprio Paese”, ha spiegato al momento della presentazione.

“Il lavoro delle Forze di Polizia e delle Forze armate è essenziale per la sicurezza di tutti i cittadini, ma non dovrebbe essere sostenuto togliendo risorse al terzo settore, che svolgono attività fondamentali a beneficio della collettività, complementari a quelle svolte dallo Stato” spiega Niccolò Contucci, direttore generale di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e portavoce in audizione alla Camera del Gruppo Terzo Settore. “Il 5 per mille è uno strumento che consente alle persone di dire che cosa è importante per loro e quali problemi vogliono che siano risolti prioritariamente. Le attività del terzo settore sono la priorità per milioni di cittadini”.

Pallucchi (Forum Terzo Settore): “Legge Ruga creerebbe un pericoloso precedente”
“Il 5 per mille nasce per finanziare attività sociali di interesse generale che non trovano altre fonti di finanziamento specifico. Utilizzare questi fondi per l’assistenza del personale delle forze dell’ordine lo snaturerebbe e creerebbe un pericoloso precedente, anche perché sono svariate le categorie che potrebbero ambirvi. È bene ricordare che il 5 per mille, per il quale il legislatore ha già dato precise finalità, è a oggi uno strumento essenziale per ambiti, come la ricerca scientifica in ambito sanitario, che il nostro Paese troppo spesso trascura” spiega Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore.

“Una penalizzazione è già in atto, considerando che le espressioni dei contribuenti nel devolvere il 5 per mille sono storicamente superiori alle risorse effettivamente ripartite a causa di un tetto stabilito per legge. Chiediamo quindi che si lavori per migliorare questo stato di cose, non per peggiorarlo. L’approvazione della proposta di legge Rufa rappresenterebbe un segnale estremamente negativo per il mondo del Terzo settore, dell’associazionismo e del volontariato, che lavora quotidianamente per il beneficio collettivo, rispondendo gratuitamente ai bisogni dei cittadini”.

CREDIT FOTO: ANSA/CLAUDIO PERI. MARIO DE RENZIS/ ANSA / BGG



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