9 Giugno 2024: l’Unione Europea che verrà dipende anche da noi

In vista delle elezioni europee di giugno 2024, un gruppo di cittadini lucchesi che dal 2018 hanno dato vita a una esperienza di cultura politica europeista ha redatto un documento con lo scopo di riaffermare il senso più profondo dell’Unione Europea e le sue prospettive per una reale integrazione in un contesto globale di guerra, nazionalismi ed estremismi antidemocratici. Il documento vuole sollecitare i cittadini a un voto consapevole.

Lucca@Europa

1. Il 9 giugno siamo chiamati a rinnovare il Parlamento Europeo. Un voto molto importante che ci richiama alle nostre responsabilità di cittadini europei: se il consenso per le forze europeiste crescerà il progetto europeo potrà riprendere il proprio cammino. Dunque, l’Europa che verrà dipende anche da noi, che amiamo l’Europa come l’Italia e le nostre città.
2. L’Europa si trova ad un tornante decisivo della sua storia. Con il nostro voto possiamo sconfiggere sia quelli che intendono ridimensionarla o addirittura cancellarla, sia quei partiti che ipocritamente dicono di riconoscersi nei principi e valori europei, ma in realtà vogliono riaffermare il primato del diritto nazionale su quello europeo. Il loro obiettivo è far fallire il progetto d’integrazione europea.
3. Da oltre un decennio va diffondendosi una ondata antieuropeista, ora palese, ora dissimulata, alimentata da forze nazionaliste la cui minaccia alla democrazia è resa ancora più evidente dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina. L’Europa può contribuire a ricercare un nuovo ordine internazionale solo se afferma con forza i suoi valori e principi costitutivi, nel rispetto del diritto e delle sue alleanze internazionali. L’Unione Europea deve essere se stessa, attenta al ruolo che può svolgere verso Oriente così come nel Mediterraneo, tanto più in questo tempo che, dopo l’eccidio di Hamas del 7 ottobre, vede il conflitto israelo-palestinese riesplodere in tutta la sua violenza con migliaia di vittime civili a Gaza. Di nuovo la guerra come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, mentre gli organismi sovranazionali appaiono impotenti. L’Unione Europea deve contribuire a costruire le condizioni della pace, sapendo tuttavia che il suo carattere di libera unione di stati democratici non è scontato ma va difeso in un contesto storico segnato dalle guerre, da crisi economiche e sociali e da paure diffuse.
4. Il Parlamento che il prossimo 9 giugno scaturirà dal quel voto ha di fronte a sé una missione da non disattendere: rilanciare il progetto di integrazione e rafforzare il ruolo dell’Unione Europea nelle relazioni internazionali. Fare dell’Unione Europea un luogo ancora più democratico e solidale, accogliente per le nuove generazioni che sempre più vi si riconoscono. Un’Unione che, forte della sua storia e cultura, sa affrontare le grandi sfide economiche, sociali, climatiche, di questo tempo; un’Unione capace di trasmettere i valori migliori alla base della nostra cultura europea.
5. L’Unione Europea potrà proseguire il proprio cammino solo riformandosi e assumendo decisioni non più rinviabili, come l’estensione del voto a maggioranza e l’avvio di una politica estera e di difesa comune sulla base di nuove cessioni di sovranità. Le risorse a disposizione dell‘Unione Europea sono ancora molte: la forza del principio democratico che la contraddistingue, la solidità e la competitività della sua economia, la coesione sociale dei suoi paesi e la sua caratteristica di luogo dove sono tutelati i diritti delle minoranze. L’Unione è espressione di un’Europa che crede nel pluralismo e nella diversità delle culture, che riconosce in modo laico il ruolo pubblico delle religioni, fattore insieme ad altri di convivenza tra le persone. Luogo di uomini e donne che vogliono vivere in società aperte dove le persone sono garantite dallo stato di diritto e da sistemi giudiziari indipendenti.
6. Se guardiamo alla legislatura europea che va concludendosi sono stati realizzati passaggi importanti. L’Euro ha attraversato positivamente la più lunga recessione europea, la pandemia è stata affrontata a livello comunitario e in un periodo più breve di quello immaginabile. A sostegno dell’economia è stato costituito un fondo comune da tutti i paesi europei e sono state adottate misure per la transizione verso un’economia capace di invertire il cambiamento climatico in atto e di realizzare quella piena digitalizzazione che ormai investe ogni aspetto della società e della vita di ciascuno. Inoltre, prima di tutti, ha saputo affrontare la grande novità della Intelligenza Artificiale dandosi regole condivise.
7. Sono le nuove generazioni a sentirsi a casa loro in Europa e ad apprezzare la comune cittadinanza europea proprio mentre il Parlamento dell’Unione dedica loro particolare attenzione con uno straordinario piano che si chiama “Next Generation Eu”. C’è una reciprocità d’interessi e di sguardo verso l’avvenire tra i giovani e l’Unione europea. Una reciprocità fatta di investimenti nel presente ma anche di concreta attenzione al loro futuro attraverso il “Green Deal”, che vuole gradualmente ma tempestivamente riconvertire le nostre economie e salvare le nuove generazioni. Queste elezioni europee sono un banco di prova. “Abbiamo l’opportunità – ricordava in piena pandemia l’allora presidente del Parlamento Europeo David Sassoli – di rimodellare l’Europa e di renderla più equa, più verde, più lungimirante”.
8. Nel dibattito pubblico italiano spesso si sente chiedere retoricamente “Cosa fa l’Europa?”, “Dov’è l’Europa?”, “Che dice l’Europa?”, come rivolgendosi ad un soggetto terzo estraneo ma dal quale si pretendono le soluzioni ai problemi. Prevale così un sentimento di chiusura che accresce le paure presenti nella società per l’immigrazione, la disoccupazione, il cambiamento climatico, la salute, le guerre. E con esso, l’illusione che la “ri-nazionalizzazione” della politica sia l’unica via d’uscita si è diffusa in questi anni a scapito delle posizioni europeiste. Le grida nazionaliste tuttavia non riescono a nascondere un solido e profondo sentimento europeista che attraversa il continente e che può trovare conferma nelle prossime elezioni al Parlamento europeo. È questa la posta in gioco: sconfiggere un’idea minimalista dell’Europa per far avanzare invece l’Unione e il suo progetto democratico di integrazione europea. L’interesse nazionale, per la portata dei problemi da affrontare, può trovare soddisfazione solo nel dialogo e nella cooperazione tra i paesi europei, grandi o piccoli che siano. “L’Europa – scrive ancora David Sassoli – deve quindi ritrovare l’orgoglio del suo modello democratico”. Se invece l’Europa regredirà verso una dimensione intergovernativa, dove contano solo i rapporti di forza tra i governi, allora essa perderà slancio e iniziativa con grave danno per tutti.
9. Noi chiediamo di porre l’attenzione sulle questioni che possono consentire all’Unione di procedere verso una maggiore integrazione:
a) Superare il voto all’unanimità, adottando nuove modalità decisionali a maggioranza.
b) Dare al parlamento europeo autonoma iniziativa legislativa e ai parlamentari la possibilità di presentare progetti di legge.
c) Applicare tempestivamente le sanzioni previste dai Trattati nei confronti degli stati membri che violano i principi dello stato di diritto e non rispettano i diritti umani.
d) Accrescere la sovranità europea nella politica estera e di difesa, nella politica energetica e nel contrasto al cambiamento climatico.
e) Dotare l’Unione europea di regole fiscali nuove per affrontare le crisi strutturali.
f) Contrastare le disuguaglianze sempre più accentuate all’interno dei paesi membri rilanciando un nuovo welfare europeo.
g) Adottare una comune politica europea, rispettosa dei diritti e doveri dei migranti, che disponga misure efficaci di salvataggio in mare, che preveda lo status di rifugiato anche per fame e carestia, il ricongiungimento familiare e flussi legali per coloro che cercano un lavoro.
h) Realizzare gli obiettivi del Green Deal valorizzando e trasformando l’agricoltura europea in modo che diventi ancor più fondamentale fattore economico, primo presidio della tutela dell’ambiente, del territorio e della peculiarità delle coltivazioni, espressione anch’esse della storia europea. i) Riconoscere il ruolo cruciale delle città nell’Unione, prevedendo nella nuova commissione europea la nomina di un commissario dedicato alle città, in modo da avvicinare l’Europa ai luoghi che sono espressione della sua storia e della sua identità.
10. L’esito delle elezioni europee del prossimo anno dipende dalle forze politiche europeiste di ciascun paese, se sapranno tener testa a quelle nazionaliste e populiste raccogliendo il consenso nelle loro società su programmi chiari candidando persone capaci di portare la loro passione, competenza ed esperienza nel Parlamento europeo. Ma dipende anche da noi, dalla nostra personale decisione di andare a votare e, in particolare, dal nostro voto a favore di candidati e partiti con programmi coerenti con il rafforzamento del progetto europeo.

Lucca, 3 febbraio 2024 Alfarano Vincenzo, Amodeo Giuseppe, Andreini Bianca Patrizia, Angeli Maria, Arata Ilaria, Bacaloni Alessandro, Bandini Gianfranco, Bianchi Cinzia, Bianucci Daniele, Bottazzi Antonella, Brancoli Pantera Marco, Buchignani Paolo, Buchignani Beatrice, Buono Italo, Campoli Giovanna, Carmazzi Marco, Casentini Paolo, Casini Maria Pia, Cellai Massimo, Conforti Rosanna, Damiani Giuliana, Della Lena Guidiccioni Claudio, Fancelli Maria Gabriella, Farné Marco, Fenili Claudia, Fornaini Tommaso, Franceschi Maria Paola, Giusti Lamberto, Lastrucci Francesco, Lastrucci Laura, Lastrucci Giovanna, Lazzarini Anna, Lippi Luigi, Lippi Roberto, Lorenzetti Pierluigi, Lucignani Maria, Maffei Ilaria, Mastria Giovanni, Melosi Alessandro, Mercanti Valentina, Micheletti Orietta, Micheletti Stefano, Milianti Ilaria Anna Maria, Moggi Maria Vivina, Pacini Francesca, Paganucci Marco, Passalia Ferdinando, Reggianini Carla, Rollier Carolina Cécile, Rossi Massimo, Roveda Ezio, Rugani Lucia, Savigni Raffaele, Serra Emilia, Sinatti Roberto, Stella Sergio, Tosi Teresa, Vietina Ilaria.



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