In difesa di Andrea Bozzo, martire dell’umorismo incorrect

Solidarietà ad Andrea Bozzo, sospeso da facebook per una geniale vignetta che, mentre mena fendenti all’ipocrisia talebana, ci ricorda en passant la funzione decorativa, se non occultante, del linguaggio inclusivo.

Elettra Santori

Aprire Facebook, a hora terza di un mattino d’estate, e scoprire per caso, tra multiplia deliria di amici no-vax, sulfurea vignetta di Messer Andrea Bozzo, postata da amica fb, col Talebano che asconde sua intentio sessista dietro asterischi correct e schwa ipercorrect. Ridere come pazza. Pensare Ecce homo impavido che cum sferzante ironia simul batosta sia i talebani a levante che la neolingua a ponente! Dolce sentire che non son più sola, ma che son parte di un picciol gruppo di rivoltosi per li quali la lingua nova, cum sue neo-desinentiae, solo cosmesi est di disuguaglianza di genere che tollere non si puote per via orale, come per magico abracadabra.

Scoprire dipoi, con summo stupore, che la supradicta vignetta bannata est da facebook et lo suo autore sospeso dopo tempesta fecale contra lui scatenata da utenti fb. Leggere, incredula, li absurdi motivi di exsecratione cotanta: Primum, la vignetta del Bozzo joco si face di tragica situatio afghana; Secundum, irridere osa donne et minoranza Lgbtq+ persecutate dal talebano regime; Tertium, aequation suggerisce tra talebani fanatici et fanatici attivisti pro identitate di genere.

Spinta da furente indignatio, scrivere post su mea pagina fb a difesa di censurata vignetta – ormai irreperibile quasi, nell’interrete: «Prima che sparisca del tutto dal web, mi catapulto a postare questa vignetta geniale di Andrea Boz…». Fermarmi repente a pensar che, se ripubblico la vignetta, fb potrebbe sospender me quoque. E chi se ne frega! dire a me stessa in sussulto d’orgoglio, mentre lo dito già si protende su Pubblica post.

Ma dipoi, ratto, ristare pensosa per nova dubitatione che una voce interiore insinua in mia baldanza: E se venissi fraintesa? Se ti scambiassero per sodale di Mario Adinolfi (che difatti laudato ha, et multo, la vignetta del Bozzo)?

Ingaggiar fiera lotta contra vox interiore. Ricordarle che nihil di più alienum a me puto dell’Adinolfi et di sua visio anti-foeminista e anti-gay; e che lo meo foeminismo, pur laico et fuor dagli schemi, non abbisogna di attestatio D.o.c.g. giacché me lo son costruito da sola, boots on the ground, pugnando contra pater fascista, mater machista et altri stronzi predicatori di illibertà femminile incrociati per via.

E tuttavia nuovamente avvertire la vox cacadubbi sussurrarmi in orecchio: E se ti scambiassero per veterofemminista incapace di cogliere, per pigrizia mentale, che il linguaggio determina la realtà? Che le desinenze, nel loro piccolo, hanno un potere tellurico di sanare le disuguaglianze di genere? Maledire la vox imperterrita che ronza ancora in mia mente, fiaccandone ogne certezza. Dimandarmi, dipoi, se davvero la desinentia inclusiva habbia cotal superpower di cambiar la mulieris conditio. E rispondermi Certo che no!, prova ne sia, per exemplo, che proprio lo prencipal promotore del linguaggio di genere, la Democratica Factio, aka PD, manco una mulier ha espresso in sua delegatio ministrium nel Governo Dracones, né tantomeno in suoi propri vertici et ruoli apicali!

Cum rinnovato ardimento, cancellare il già scritto e riscrivere post: «Solidarietà a Andrea Bozzo, sospeso da fb per questa geniale vignetta che, mentre mena fendenti all’ipocrisia talebana, ci ricorda en passant la funzione decorativa, se non occultante, del linguaggio inclusivo».

Ma un attimo prima di premere Pubblica, di nuovo sentire la vox interiore (la voce del gregge in noi, chiamàvala il Nietzsche), che, ancora non doma, come pecora persa mi riporta all’ovile correct: E se ti accusassero di essere una trans-escludente? Una transfobica che, rifiutando asterischi, schwa e altri neutri, commette violenza verso le identità di genere che in quelle desinenze trovano voce e rifugio?

Alfin, rassegnata, gettare la spugna (anche perché, di dubitatione in dubitatione, ormai s’è fatta hora nona). Cancellar lo meo post, giacché non v’è gusto a parlar senza sponte, con mente protesa ad anticipar mosse altrui, siccome scacchista, et pure sub minaccia di gogna mediale et fecale tempesta. E mentre il vespero cala il sipario sull’orbe in delirium, sentire con triste meraviglia che, la mea, lingua morta est, e che una lingua nova s’avanza, d’asterischi fiorita e di schwa benignamente vestuta, ma roteando in sua mano medieval mazzafrusto cum palle chiodate.



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