Antifascismo, una poesia

In occasione del 25 aprile, dei versi dedicati alla Costituzione italiana.

Ennio Cavalli

ANTIFASCISMO

Nella Costituzione non c’è l’antifascismo
perché era ora che diventasse pane quotidiano, antiveleno.
Non un auspicio, ma il ricavato dopo il maltolto,
una medaglia per la sollevazione
appuntata sul petto del poi, fino a noi.
Prima che il presente tornasse a cantare,
il passato era stato rinnegato migliaia, milioni di volte,
la Liberazione arrivava per tutti
come un veglione di fogli bianchi
e di lenzuola da ripiegare.

La Costituzione non voleva più nominare
chi aveva sbagliato con i bambini, le donne, gli ebrei,
l’economia e la felicità, proteggendosi col nazismo,
dividendoci per razze,
annerendo di scorie l’aratura e la semina.
La mancanza della parola antifascismo
era e resta pietas o disambiguazione
nei confronti di chi totalizzò più danni possibile
rendendo cattiva e vendicativa anche una parte degli altri.

La Costituzione non contempla la parola antifascismo
perché non contempla la dittatura,
per rispetto e in onore del suo contrario,
la sudata democrazia.
Ribadire che i despoti fanno le scarpe al popolo
e il popolo, piuttosto, preferisce andare scalzo
avrebbe solo allungato il brodo.
Questo il succo.

I Padri costituenti non potevano figurarsi il nonsense
di un figlioccio delle Istituzioni
capace di vedere nel superamento dei torbidi,
dei torti e dei torsi appesi ai lampioni
un lasciapassare per torpori nostalgici, con tanto di seguito.

Ogni destra, nell’interesse di se stessa, dovrebbe rendersi ambidestra.
Vale anche per la sinistra.
Ogni mano che si intreccia con l’altra è un terzo occhio.
Parole che hanno fatto da stampella alle tragedie
esasperano la nostra stanchezza.
Sporchiamoci di aria fresca, sarà meglio.

 

Foto Wikipedia | Presentazione della Costituzione Italiana al Presidente Enrico De Nicola

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