Armi sì, armi no. Il dibattito sul sostegno all’Ucraina in Germania

Il Bundestag decide l’invio di armi pesanti a Kyiv e un gruppo di intellettuali lancia un appello, molto criticato, contro gli aiuti militari al Paese aggredito da Putin.

Cinzia Sciuto

“La Russia non deve vincere, l’Ucraina non deve perdere”. Così il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in una intervista alla Tv pubblica Zdf, ha sintetizzato l’obiettivo che la Germania, e l’Occidente tutto, si pone con il sostegno all’Ucraina nella sua resistenza contro la Russia. Il punto cruciale, sottolinea Scholz, è che “non può passare il principio che nel 2021 un Paese possa con la forza modificare i confini di un altro Paese”. Se passasse questo principio, è il ragionamento, saremmo tutti esposti all’arbitrio dei Paesi confinanti.

Fino a pochi giorni fa accusato di essere troppo prudente nel sostegno all’Ucraina e oggi invece, dopo che il Bundestag ha dato il via libera (con una amplissima maggioranza che include anche la CDU/CSU) all’invio di ulteriori armamenti all’Ucraina, accusato di essere “guerrafondaio”, Scholz non ci sta a passare per uno che ha le idee poco chiare. “La situazione va monitorata giorno per giorno e vanno prese decisioni ragionevoli e commisurate alla situazione concreta”. Insomma, un po’ come durante la pandemia, non si può dire oggi quello che servirà domani; quello che deve essere chiaro è l’obiettivo.

Un sostegno che la Germania sta assicurando all’Ucraina nonostante i rapporti diplomatici fra i due Paesi non siano dei migliori. Nella stessa intervista Scholz ha chiarito che non si recherà a Kyiv finché non verrà in un certo senso riparata l’offesa del rifiuto da parte di Zelensky di ospitare il presidente Frank-Walter Steinmeier, che avrebbe dovuto recarsi nella capitale ucraina insieme ai presidenti di Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia. Steinmeier – che di recente ha ammesso di aver commesso degli errori in passato sulle relazioni Germania-Russia – è persona non gradita in Ucraina a causa del suo passato sostegno al progetto Nord-Stream 2, gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, avrebbe dovuto trasportare direttamente il gas proveniente dalla Russia in Europa occidentale senza passare per l’Ucraina, un progetto stoppato dopo l’invasione russa del Paese. Lo stop di Zelensky a Steinmeier “rappresenta un ostacolo”, ha dichiarato Scholz, per una sua eventuale visita a Kyiv. A quanto pare non lo è però per il presidente della CDU, Friedrich Merz, che si è recato proprio ieri in visita nel Paese.

Ma c’è anche un altro motivo di imbarazzo che impedisce a Scholz di recarsi a Kyiv, e si chiama Gerhard Schröder. L’ex cancelliere nonché esponente della Spd, infatti, dopo la fine del suo mandato ha ricoperto diversi incarichi di grande rilievo in Gazprom proprio in relazione alla costruzione del Nord Stream 2 ed è oggi presidente di Rosneft, società russa operante nel settore petrolifero e del gas naturale. Legami con la Russia e con Putin che mettono in grandissimo imbarazzo la Germania tutta, e l’Spd in particolare. “Siamo un paese libero in cui ogni cittadino può fare le sue scelte”, ha dichiarato a tal proposito Olaf Scholz, “ma, anche se il cancelliere in carica non può impartire ordini ai suoi predecessori, trovo del tutto ingiustificabile, a maggior ragione dopo l’inizio della guerra, che l’ex cancelliere federale continui a ricoprire questi incarichi”, ha chiosato.

Sostegno armato, armi leggere, armi pesanti, riarmo: anche in Germania i termini del dibattito sono analoghi a quelli italiani. Dopo l’annuncio di una “svolta epocale” nella politica di difesa del Paese – quella che prevede un investimento di 100 miliardi di euro nell’esercito – nella società civile è iniziato un dibattito che da un lato verte su questa nuova politica di riarmo (così spiegata dal ministro delle Finanze Lindner: “Dobbiamo essere nelle condizioni di poter combattere per non trovarci nelle condizioni di dover combattere”) e dall’altro sul tipo di aiuti all’Ucraina.

La rivista femminista EMMA si è fatta promotrice di un appello al cancelliere contro l’invio di armi all’Ucraina. Nell’appello – lanciato da diverse personalità del mondo della cultura e che a oggi ha raccolto 190mila firme – si osserva che “sarebbe un errore pensare che la responsabilità di una eventuale escalation verso un conflitto nucleare sia da attribuire esclusivamente all’aggressore originario e non anche coloro che gli forniscono un motivo per agire in modo eventualmente criminale”. Parole che hanno sollevato moltissime critiche, per esempio da parte della comunità ucraina in Germania, che in una lettera aperta indirizzata ai promotori dell’appello si dicono “profondamente scioccati e indignati” per il “disprezzo” che l’appello mostrerebbe nei confronti dell’Ucraina. Alla luce dell’obiettivo di Putin di distruggere l’Ucraina, “la richiesta di compromesso”, continua la lettera, “equivale a negare il diritto dell’Ucraina a esistere come Paese indipendente e autodeterminato. Voi riducete l’Ucraina a un luogo, a un campo di battaglia. Non vi preoccupate della distruzione della cultura, della lingua e della sovranità ucraine; la vostra unica preoccupazione è l’escalation”.

Ma non sono solo gli ucraini a essere indignati per questo appello. Su Der Spiegel il musicista Wolfgang Müller argomenta: “Quello che sta accadendo in Ucraina è l’equivalente statale dello stupro da parte di un ex marito, che minaccia l’ex moglie di ucciderla se oppone resistenza. Il fatto che una femminista come Alice Schwarzer [la direttrice di EMMA e promotrice dell’appello], raccomandi in questo contesto di non fornire troppi aiuti per non dare all’autore della violenza un pretesto per una Terza guerra mondiale, o addirittura bolli la vittima dello stupro come corresponsabile di un imminente omicidio di massa a causa della sua resistenza provocatoria, è a dir poco singolare”.

Anche sulla taz, storico quotidiano della sinistra tedesca, sono state pubblicate diverse posizioni critiche nei confronti dell’appello. Insomma, il dibattito è aperto, e acceso.

E la risposta del cancelliere Scholz non si è fatta attendere: “Rispetto qualunque pacifismo e qualunque atteggiamento”, ha scritto su Twitter, “ma dire agli ucraini che devono difendersi dall’aggressione di Putin senza armi deve suonare cinico alle loro orecchie”.

 

(credit foto Michael Kappeler/dpa)



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