Arrestate per terrorismo. L’opera teatrale femminista che spaventa la Russia

Tra le motivazioni dell’arresto delle due artiste russe: “L’ideologia del femminismo radicale, basata sull’idea che le donne sono intrinsecamente oppresse, è tutt’altro che innocua”.

Redazione

Il 4 maggio in Russia sono state arrestate e condannate a due mesi di detenzione la regista Evgeniya Berkovich e la drammaturga Svetlana Petriychuk. La motivazione dell’arresto è quella di istigazione al terrorismo, che sarebbe contenuta nel loro pluripremiato spettacolo teatrale Финист Ясный Сокол (“Finist, il falco coraggioso”), in cui si racconta la vera storia di alcune donne russe adescate su Internet da miliziani dell’Isis, poi raggiunti in Siria con esiti tragici. In realtà la pièce teatrale contiene tutto fuorché un’apologia dell’Isis poiché il suo scopo è indagare i rapporti uomo-donna interrogandosi su come sia stato possibile che alcune donne russe abbiano seguito alcuni miliziani dello Stato islamico trovando in loro l’uomo ideale piuttosto che nei loro connazionali.

Tra le motivazioni dell’arresto, ecco un estratto fornito dall’analisi di Roman Silantyev, ideatore di una pseudo-scienza internazionalmente conosciuta come destructology: “Vorrei sottolineare che l’ideologia del femminismo radicale, basata sull’idea che le donne sono intrinsecamente oppresse, è tutt’altro che innocua. La destructology ha documentato casi in cui l’interiorizzazione di questa ideologia ha portato alla preparazione consapevole e all’esecuzione di atti terroristici”. Secondo Silantyev, quindi, femminismo e terrorismo sarebbero due fenomeni inestricabilmente legati; una motivazione che nasconde ciò che il potere attualmente invece davvero persegue, ovvero l’impegno femminista in Russia contro la guerra in Ucraina e la sempre maggiore militarizzazione della società.

Lo spettacolo è qui disponibile con i sottotitoli in inglese.

 

Foto Ansa EPA/YURI KOCHETKOV



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