Autonomia differenziata, sulla lettera del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco

Il Comitato contro ogni autonomia differenziata rilancia la lettera del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che critica la mancanza di criteri per individuare i Livelli essenziali delle prestazioni nelle bozze in lavorazione della Commissione Lep.

Redazione

Dopo le dimissioni di eminenti costituzionalisti dalla Commissione Livelli essenziali delle prestazioni, Clep, (in particolare Giuliano Amato e Franco Bassanini, padri della Riforma del Titolo V del 2001); dopo vari interventi della Conferenza Episcopale Italiana; dopo il severissimo rapporto dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio e il pronunciamento negativo dell’UE, arriva l’ennesima voce, che conferma la bontà delle nostre convinzioni.
Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, invia una lettera a Sabino Cassese, presidente della stessa Clep, recentemente audito in commissione Affari Costituzionali del Senato, dove si sta svolgendo a tamburo battente la discussione del ddl 615, il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata.

In quella lettera – replica alle bozze circolate con un primo elenco di 223 Livelli Essenziali delle Prestazioni e con la determinazione dei criteri per la loro selezione e classificazione – il governatore Visco smonta in maniera argomentata il lavoro della Clep, intervenendo sia nel merito che nel metodo. Visco pone la questione centrale relativa ai LEP quando argomenta che sono oscuri i criteri di scelta tra le materie LEP e non LEP, distinzione chiave per poter procedere alle Intese dato che le materie non LEP sono immediatamente devolvibili; ma, appunto, quali sono i criteri per definirli? La Commissione Cassese ne ha scelte 223, nel segreto dei lavori della Commissione da lui presieduta. Il Parlamento non ne sa nulla, e – ancor peggio – nulla ne sanno i cittadini che sono i soggetti dei diritti sociali e i fruitori dei servizi pubblici. Inoltre, dice sempre Ignazio Visco, non vengono quantificati i costi, dunque si fa riferimento alla spesa storica dei servizi sociali, come nel caso dei livelli di assistenza sanitari; ma allora si vogliono perpetuare le disuguaglianza sociali e gli squilibri territoriali già oggi ampiamente esistenti.
Siamo ben consapevoli che la Banca d’Italia ha a cuore gli equilibri di bilancio e, sapendo che le prossime regole del Patto di Stabilità UE saranno incentrate sulle spese nette, lancia un monito al Governo. Noi vogliamo al contrario che i diritti sociali non siano compromessi e vanificati per ragioni di equilibri di bilancio, che non vengono osservati quando si tratta di introdurre la flat tax per agevolare  imprese e ceti abbienti. Tuttavia il monito di Visco dice a tutti che per i LEP occorre stanziare finanziamenti; e noi, Comitati contro ogni Autonomia Differenziata, sosteniamo che per superare le disuguaglianze occorrerebbe esattamente la stessa cosa: stanziare finanziamenti.
Il Parlamento deve fermare la discussione del ddl Calderoli, deve riflettere sulle conseguenze devastanti della secessione dei ricchi che esso comporterà, deve essere ripensato tutto l’iter procedurale per la definizione dei LEP, che deve essere riportato in Parlamento. sopprimendo la Cabina di regia varata con la legge di bilancio 2023 (l. 197/2022).

CREDITI FOTO Wikipedia | World Economic Forum from Cologny, Switzerland



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