Berlusconi “il grande compratore” e il processo Ruby-ter: intervista a Gianni Barbacetto

L’esito del processo Ruby-ter era facilmente prevedibile secondo il giornalista Gianni Barbacetto, che nel suo ultimo libro edito da Chiarelettere, torna sulla vicenda di un uomo simbolo della storia di un intero Paese.

Federica D'Alessio

C’è un capitolo nel tuo nuovo libro Silvio Berlusconi. Una storia italiana. Si intitola “Le cene eleganti” ed è, fra le altre cose, la cronaca perfetta di tutto quello che ha portato fino a questa sentenza Ruby-ter.
Sì, perché era abbastanza facile prevedere come sarebbe andata a finire.

Scrivevi che nel momento in cui il libro stava andando in stampa e il processo era ancora in corso, non si poteva conoscere la sentenza, ma se ne potevano conoscere gli argomenti.
Sì, perché conoscevamo già da tempo gli argomenti della difesa, e sono esattamente quelli che sono stati accolti dal tribunale. Che il giudice si fosse appiattito sulla difesa e che sarebbe andata a finire così, d’altro canto, era già abbastanza chiaro con l’ordinanza del 3 novembre 2021: in cui accettava un’istanza della difesa presentata tre anni prima. Insomma, succede che a fine processo, il presidente Tremolada si ricorda di una istanza che la difesa di Berlusconi aveva presentato tre anni prima in cui si diceva che le testimoni non potevano essere considerate tali, in quanto avrebbero dovuto essere indagate per reato connesso. Tremolada ha dunque deciso che non potessero essere ritenute valide le loro deposizioni, perché dovevano essere considerate imputate di reato connesso e non testimoni. In questo modo ha aperto la porta alla sentenza che non solo fa saltare la condanna per falsa testimonianza come chiesto dalla difesa, ma anche il reato più grave, quello di corruzione in atti giudiziari.

Eppure quei passaggi di denaro e quelle testimonianze false sono avvenuti davvero.
Sì. I fatti sono provati. Neanche la difesa ha contestato che a quelle ragazze siano stati versati soldi. Persino Berlusconi lo ammette, sebbene la faccia passare come una mostra della sua generosità. Non è neanche contestato da nessuno che quelle stesse ragazze abbiano fornito false testimonianze, questo è stabilito da due sentenze definitive: le cosiddette Ruby e Ruby 2.

Tuttavia, l’assoluzione perché “il fatto non sussiste” non fa pensare a un vizio di procedura ma che quanto contestato non sia accaduto.
I fatti sono stati compiuti, ovvero i testimoni hanno davvero dichiarato il falso e il loro rapporto con Berlusconi era davvero legato a versamenti di denaro e altre ricompense; ma per i giudici, non hanno rilasciato dichiarazioni in qualità di pubblico ufficiale – non erano da considerarsi testimoni in quel momento –, dunque non erano tenuti a dichiarare il vero; quella falsa dichiarazione non rappresenta dunque un reato. Ricordiamo infatti che il processo Ruby-ter riguardava interamente accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza legate allo svolgimento dei due precedenti processi “Ruby”, per Berlusconi e altre 28 persone imputate.

Molti, appena uscita la sentenza, hanno dichiarato che finalmente Berlusconi riceveva la giusta riabilitazione morale dopo anni di persecuzione.
Fanno propaganda. Attorno a questa sentenza sto leggendo chili e chili di propaganda nelle sole ultime 24 ore. Mattia Feltri sulla Stampa ha chiamato in causa addirittura lo “Stato etico”. Il processo non si è svolto attorno a questioni morali, men che meno moraliste. Si parla di corruzione e delle sue conseguenze: pagare le persone perché facciano le cose che gli chiedi di fare, fare cose sulla spinta del denaro ricevuto per farle. Persino quando nel primo processo era accusato di prostituzione minorile, dei sette anni di condanna che gli furono comminati in primo grado di giudizio soltanto uno era legato a quel reato, gli altri erano per il reato di concussione, legato alle pressioni fatte in questura perché venisse rilasciata “la nipote di Mubarak”.

Attorno a Silvio Berlusconi, come si comprende chiaramente nelle diverse parti del tuo libro, c’è sempre stato un movimento di persone disposte e disponibili che hanno avuto il ruolo di soddisfarne esigenze e richieste, sia come uomo d’affari, sia come politico, sia nei suoi desideri più intimi. È questo ciò che contraddistingue le persone di potere?
In un importante libro di Giuseppe Fiori, Berlusconi viene definito Il venditore. A guardare bene, è sì vero che Berlusconi ha ottime abilità di venditore: vende la sua merce, le case prima, la televisione poi, la politica infine. Ma è soprattutto un grande compratore: una persona che compra uomini, donne, compra la politica, compra qualunque cosa. Paga. Paga e compra. E allora quando tu hai una platea di persone che è pagata da te, che a te deve il seggio parlamentare, il lavoro, tutto, è chiaro che quello che ti sei pagato è anche la fedeltà di queste persone.

Tuttavia, i giudici che lo hanno assolto non lo hanno fatto certo per fedeltà.
Certo, tuttavia chiediamoci: se gli stessi reati fossero stati commessi da persone comuni, come sarebbe andata a finire? Quello stesso cavillo che, senza cambiare la realtà dei fatti, dà alle persone una veste “giusta” e dunque le assolve, sarebbe stato applicato in altri casi, o sarà applicato in futuri casi? La giustizia come ben sappiamo può funzionare molto bene da azzeccagarbugli; e se l’imputato è eccellente, ancora di più.

Vorrei chiederti un commento su alcune frasi di Veronica Lario. Nel tuo libro riporti un passaggio della lettera che l’ex moglie di Berlusconi scrisse a Repubblica nel 2007, quando erano ancora sposati e prima che scoppiassero gli innumerevoli scandali sessuali del marito. In quel frangente, ciò che aveva spinto Lario a scrivere erano state le battute triviali del marito verso alcune donne. Lario ritenne che il comportamento del marito fosse lesivo della sua dignità. E in un passaggio della lettera, fa alcune affermazioni interessanti sul rapporto fra Berlusconi e questo Paese: “[…] per una strana alchimia il Paese tutto concede, tutto giustifica al suo imperatore. Mio marito insegue lo spirito di Napoleone, non di un dittatore. Il vero pericolo è che in questo Paese la dittatura arrivi dopo di lui, se muore la politica come temo stia succedendo”. Considerando che le elezioni avvengono ormai “senza popolo” e la morte della politica sembra davvero prossima, sono parole che fanno pensare. Forse sono state poco ascoltate all’epoca?
Non siamo già in una fase dittatoriale, ma la tendenza che lei tracciava si sta avverando e si è in parte già avverata. La destra con Berlusconi come leader assoluto era la destra degli interessi particolari: le televisioni e la giustizia, innanzitutto. Riformarla per bieco tornaconto personale, e ottenere vantaggi per il suo impero mediatico. La destra capeggiata da Fratelli d’Italia attinge in modo diretto ed esplicito alla tradizione dittatoriale fascista, c’è un cambiamento importante in corso in questo senso. Berlusconi in gran parte ha rappresentato un’anomalia nella cultura politica italiana, la destra di Giorgia Meloni che oggi si è insediata al potere rappresenta invece una tendenza ben precisa.

 

Foto di Di International Journalism Festival  | Flickr



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