Berlusconi, noi non siamo in lutto

Il fondatore di Forza Italia ha rappresentato un modello patriarcale di gestione del potere che non ha dato né lustro né onore al Paese, anzi.

Cinzia Sciuto

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha deciso che oggi tutta l’Italia deve essere in lutto. A differenza delle esequie di Stato – previste dalla legge per gli ex presidenti del Consiglio – quella del lutto nazionale è una scelta squisitamente politica di quella che è a tutti gli effetti la vera erede politica di Silvio Berlusconi. Un gesto con cui Meloni ha voluto compattare la sua maggioranza e dare un segnale al Paese: oggi comandiamo noi, onorate tutti voi il nostro padre e fondatore. Ma noi, no, cara presidente del Consiglio, con tutto il rispetto per l’uomo privato, vecchio e malato, noi non onoriamo il personaggio pubblico Silvio Berlusconi.

Il lutto nazionale dovrebbe essere riservato a personalità che hanno dato lustro e onorato il Paese. Tutto si può dire di Silvio Berlusconi, tranne questo. Negli anni in cui è stato presidente del Consiglio ha piegato la Cosa pubblica ai suoi interessi privati con una serie di leggi ad personam varate con l’unico obiettivo di sottrarsi ai processi (che poi è il vero motivo della famosa discesa in campo, altro che “L’Italia è il Paese che amo”); ha infangato costantemente la magistratura – uno dei poteri dello Stato – delegittimandone il lavoro; ha intessuto relazioni e amicizie con i peggiori dittatori e populisti del mondo, da Gheddafi a Erdoğan, da Trump a Putin. Stiamo parlando di uomo che nella più solenne delle sedi politiche europee, il parlamento, ha dato del kapò al parlamentare tedesco Martin Schulz, che aveva osato ricordare in quella sede tutte le circostanze che rendevano la presenza di Berlusconi imbarazzante per il parlamento europeo, dal conflitto d’interessi agli attacchi alla magistratura.

E ancora prima della discesa in politica aveva contribuito a modificare profondamente l’antropologia degli italiani, con le sue televisioni commerciali volgari e misogine. Un patriarca, Berlusconi, che si è sempre circondato di una corte di fedelissimi, uomini e donne, sia nelle sue attività imprenditoriali sia nella sua lunga carriera politica.

Ci sono figure politiche che, nonostante le differenze di valori e visioni ideali, hanno saputo unire il Paese proprio perché hanno svolto le proprie funzioni pubbliche “con disciplina e onore”, come vuole la nostra Costituzione. Non è il caso di Silvio Berlusconi, che ha segnato  certo in maniera profonda e forse irreversibile la storia politica, sociale e culturale di questo Paese, non però unendolo attorno a dei valori comuni ma lacerandolo e facendo strame proprio di quella Costituzione che ha sempre considerato un intralcio.

 

FOTO Flickr | Gianluca Carnicella



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