No, il WTO non ha sospeso i brevetti sui vaccini: “Presi in giro, ha vinto Big Pharma”

La notizia è su tutti i giornali. Peccato che sia falsa. Vittorio Agnoletto a MicroMega spiega perché "ancora una volta il profitto ha vinto sulla vita delle persone". Medici senza frontiere: "Non sono bastati 15 milioni di morti".

Daniele Nalbone

“Vaccini anti Covid, al Wto raggiunto un accordo storico per la revoca dei brevetti”. Questo il tono dei titoli un po’ di tutti i giornali italiani. La notizia è rimbalzata in mattinata e riprende le parole di Ngozi Okonjo-Iweala, direttore dell’Organizzazione mondiale per il commercio. “Sui vaccini anti-Covid, all’interno dell’Organizzazione mondiale per il commercio si è raggiunto un accordo sulla revoca temporanea dei brevetti a sostegno dei paesi in via di sviluppo, oltre ad agevolazioni per il commercio di medicinali utili alla lotta contro le pandemie” si leggeva nel comunicato (sempre stando a quanto riportato dalla stampa italiana). Parole, però, che intorno all’ora di pranzo del 17 giugno 2022 sono sparite dal testo. Cosa è accaduto, quindi? “Siamo davanti a una vera e propria bufala creata ad arte dai vertici dell’organizzazione mondiale del commercio” spiega a MicroMega Vittorio Agnoletto, coordinatore della Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic.

“Nel comunicato diramato nella nottata italiana si parla di accordo raggiunto per la sospensione dei brevetti”. Addirittura, sulla stampa italiana si legge che “la revoca dei brevetti potrebbe facilitare la produzione e la distribuzione delle dosi in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi più poveri”. Ma la realtà è ben diversa.  “Leggendo i documenti licenziati”, spiega Agnoletto, “nella parte relativa ai vaccini non c’è mai citata la parola brevetto, così come la parola sospensione. Il documento affronta un altro tema che è quello delle licenze obbligatorie, un meccanismo già presente da oltre venti anni negli accordi Trips” (The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights, ndr) sulla proprietà intellettuale.

In poche parole, viene stabilito che un paese in condizioni di difficoltà economica e attraversato da una pandemia può scavalcare i brevetti e quindi produrre vaccini e farmaci necessari per affrontare l’emergenza “salvo poi ripagare economicamente le aziende produttrici dei brevetti, le grandi aziende farmaceutiche”. Questo meccanismo non è mai stato usato, perché “evidentemente non conveniente”. Di fatto, il WTO ha preso, sul tema dei vaccini, tre (non) decisioni.

La prima: potranno ricorrere alla licenza obbligatoria anche i Paesi che non hanno una specifica legge nazionale che recepisce tale opportunità già sancita dagli accordi TRIPs dell’OMC.
La seconda: il prezzo da concordare come risarcimento per l’azienda detentrice dei brevetti dovrà considerare la condizione pandemica e gli sforzi di progetti umanitari come Covax per mantenere bassi tali costi
La terza: il Paese che ricorrerà alle licenze obbligatorie potrà a sua volta rivendere o donare i vaccini, cosi prodotti, ad altri Paesi più poveri che non sono in grado di produrli, ma questa possibilità è “fortemente sconsigliata”, il che fa prevedere una grande quantità di cause tra le multinazionali e i Paesi che useranno tale meccanismo.

Al danno, la beffa: “Questi tre punti sono relativi soltanto ai vaccini ma non toccano minimamente i kit diagnostici o i farmaci. Su questo, hanno rimandato tutto a nuove discussioni, tra ben sei mesi”.

“Questa è un’operazione di pura facciata” ribadisce Agnoletto, “che ha come unico obiettivo quello di dare a India e Sudafrica qualche carta in più per opporsi, in sede giudiziale, alle cause intentante dalle aziende farmaceutiche per il non rispetto dei brevetti. Non modifica di certo lo scenario internazionale, come raccontato, ma, anzi, sancisce l’intoccabilità dei brevetti. Sancisce la predominanza del profitto sulla salute”.

In tutto questo, a fare la figura peggiore – secondo Agnoletto – è il governo italiano: “Il documento che è stato presentato al WTO dall’Italia è scandaloso. In un passaggio addirittura si legge che la produzione dei vaccini è costantemente aumentata grazie alla proprietà intellettuale, definita un ‘fattore facilitante’. L’Italia ha totalmente ribaltato la realtà, e il nostro paese insieme a Francia e Germania si è confermato uno dei principali alleati di Big Pharma. Qualcuno dovrebbe rispondere su questo”.

Anche Medici Senza Frontiere ha immediatamente preso posizione contro le decisioni del WTO denunciando, indirettamente, le falsità pubblicate sulla stampa: mentre tutti i giornali titolavano sulla sospensione dei brevetti, infatti, il presidente nazionale di MSF, Christos Christou, in un lungo comunicato ha dichiarato di essere “deluso” per “l’accordo inadeguato raggiunto dopo oltre 20 mesi di deliberazioni e discussioni sulla sospensione delle misure di proprietà intellettuale esistenti sugli strumenti medici utili a combattere il Covid-19”, parlando di “mancato raggiungimento di una vera sospensione della proprietà intellettuale proposta nell’ottobre 2020”. Una sospensione “che avrebbe dovuto includere tutti gli strumenti medici necessari a contrastare il Covid-19 in tutti i paesi. Nemmeno durante una pandemia che ha causato la morte di oltre 15 milioni di persone si è riusciti a raggiungere questo risultato”.

Questo accordo “non offre una soluzione efficace e significativa per favorire l’accesso delle persone agli strumenti medici necessari durante la pandemia, perché non sospende adeguatamente i diritti di proprietà intellettuale su tutti gli strumenti medici essenziali per la lotta al Covid-19 e non si applica a tutti i paesi”. Le misure definite nell’accordo “non affrontano minimamente il problema dei monopoli farmaceutici, non garantiscono un accesso sostenibile a strumenti medici salvavita e costituiranno un precedente negativo per future pandemie e crisi sanitarie globali”.

CREDIT FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO



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