Buffalo, l’ultima strage annunciata del suprematismo bianco

Gendron è solo l’ultima pedina di chi radicalizza online i giovani contro le minoranze. Una strage già scritta a Utoya, Macerata e Christchurch.

Valerio Nicolosi

Sostituzione etnica, complotti internazionali, razzismo online fomentato da gruppi e chat dove fake news alimentano quotidianamente l’odio nei confronti degli stranieri. Quella di Buffalo è una strage già scritta altrove: Utoya, Macerata, Christchurch e in altri posti dove il suprematismo bianco si è palesato sottoforma di terrorismo stocastico con i Breivik, Traini, Tarrant e i tanti che nel corso degli anni si sono radicalizzati in rete e che, spinti dalla voglia di colpire gli avversari, hanno aperto il fuoco in strada o nei luoghi di ritrovo delle comunità progressiste o delle minoranze.

Così sabato scorso Payton S. Gendron, un ragazzo di 18 anni che vive a Conklin, nello stato di New York, ha guidato per oltre 300 chilometri arrivando fino a Buffalo, per poi aprire il fuoco in un supermercato di un quartiere con una prevalenza di persone afroamericane. Ha ucciso 10 persone, di cui 8 nere e 2 bianche, prima di puntare l’arma contro sé stesso quando ha visto la polizia, salvo poi cambiare idea e arrendersi.

In passato sono stati chiamati “pazzi”, “folli” o “lupi solitari” ma c’è una strategia che collega questi attentati e va ricercata nei gruppi di Telegram o Discord, dove migliaia di persone condividono contenuti complottisti e dove dei ragazzi giorno dopo giorno si radicalizzano, esattamente come è avvenuto negli anni scorsi per i giovani dell’Isis: chi partiva per la Siria o chi decideva di entrare in azione in Europa era adescato e radicalizzato tramite la rete, dove tra i gruppi di credenti era presente chi aspettava un fattore scatenante, anche solo una notizia che riportasse un bombardamento in Siria o l’uccisione di un palestinese da parte di Israele, per entrare in azione con un coltello o un furgone contro la folla.

La radicalizzazione avviene in questi “covi”, come li hanno descritti Gabriele Cruciata e Arianna Poletti nel podcast “Buco Nero”, dove ci si avvicina con posizioni critiche e gradualmente si arriva al complottismo, all’isolamento dalla società per odio nei confronti della stessa e a quel punto si è anche disposti ad agire.

Luca Traini nel febbraio 2018 a Macerata, dopo la morte di Pamela Mastropietro, la ragazza di 18 anni uccisa e fatta a pezzi dallo spacciatore nigeriano Innocent Oseghale, prende una pistola e gira per Macerata alla ricerca di persone nere, ferendo 6 uomini sub-sahariani. Un attentato che arriva dopo anni di clima d’odio nei confronti dei migranti e durante una campagna elettorale durissima su questo tema.
Traini era stato candidato con la Lega nel 2017 e secondo dei conoscenti era vicino a Forza Nuova, tanto che l’organizzazione neofascista ha messo a disposizione dell’attentatore i suoi avvocati per difendersi.

Anche Tarrant, l’attentatore di Christchurch, era vicino agli ambienti neofascisti in Nuova Zelanda, come Traini all’epoca aveva 28 anni e sulle armi che ha usato per l’attentato nelle due moschee aveva i nomi di eventi storici e personaggi ai quali si ispirava, tra loro c’erano anche Traini e Breivik.

Tarrant ha ucciso 50 persone, ferendone altrettante, era in possesso di un regolare porto d’armi e aveva con sé 2 pistole, 2 fucili e un’arma ad azionamento a leva, mentre Traini una sola pistola semiautomatica e un porto d’armi per uso sportivo. La legislazione italiana stringente sul porto d’armi è stata la fortuna dei suoi obiettivi.

Le analogie tra i due ci riportano a Gendron, il diciottenne di Conklin, che proprio a Tarrant si è ispirato per un lungo documento di 180 pagine, il 28% delle quali secondo un primissimo studio dell’istituto svedese per l’inclusione “Khalifa Ihler” sarebbe stato copiato dagli scritti di Tarrant e proprio come lui ha scelto di realizzare l’attentato in diretta, utilizzando una telecamera collegata alla piattaforma Twitch che prima di rendersi conto di quello che stava accadendo, ha registrato 22 persone collegate in diretta durante la strage.

Un ragazzo di 18 anni che nei mesi scorsi aveva minacciato di sparare nel proprio liceo e dopo essere stato sottoposto a una visita psichiatrica non gli era stato revocato il porto d’armi è un soggetto che facilmente può cadere nella radicalizzazione e nell’odio contro una comunità, in questo caso afroamericana, tanto che come riporta la Associated Press, durante la diretta si vede una persona nascosta dietro alla cassa del supermercato, quando Gendron realizza che è bianca chiede “scusa!” e non spara.
La polizia ha trovato nella cronologia internet del ragazzo siti che fanno riferimento alla strage di Utoya di Breivik e quella di Christchurch di Tarrant e nel documento di 180 pagine che ha scritto saranno una sorta di testamento ideologico sul suprematismo bianco, condite di complottismo e slogan sdoganati dalla politica istituzione dei paesi occidentali, scritte e dette dai leader dei partiti di estrema destra e fascisti che ogni giorno popolano le TV e i giornali e che fanno breccia nei covi online dove si radicalizzano i giovani neofascisti.

 

(credit foto EPA/BRANDON WATSON)



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