Emergenza clima, Mercalli: “Perché abbiamo fatto causa allo Stato”

“L’umanità sta correndo rischi colossali. Non ci resta che questo strumento”. In questa video intervista il climatologo Luca Mercalli spiega a MicroMega le ragioni che hanno spinto associazioni e cittadini a portare in tribunale lo Stato italiano per inadempienza contro la crisi climatica.

Valerio Nicolosi

“Se non interveniamo subito entro questo secolo avremo un pianeta ostile con città inondate e terre aride non coltivabili”. L’appello di Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, è chiaro e non lascia spazio a interpretazioni.

Nei giorni scorsi lui e altri 200 ricorrenti hanno intrapreso una causa contro lo Stato per chiedere maggiore tutela dell’ambiente e azioni concrete contro i cambiamenti climatici.

La questione ambientale è nota da 50 anni, il primo documento delle Nazioni Unite è di 30 anni fa, eppure i governi non si sono impegnati nella riduzione dei fattori che incidono sui cambiamenti climatici.

“Abbiamo scelto il tribunale perché le abbiamo provate tutte e perché forse i governi come le industrie o le persone, si convincono dell’importanza di un tema solo davanti a un tribunale” chiosa Mercalli nell’intervista.

SU QUESTO TEMA LEGGI ANCHE:

Mercalli: Il problema ambientale è un problema di democrazia

 



Ti è piaciuto questo articolo?

Per continuare a offrirti contenuti di qualità MicroMega ha bisogno del tuo sostegno: DONA ORA.

Altri articoli di Valerio Nicolosi

Il nuovo accordo supera Dublino. Ma è una vittoria della destra che non vuole accogliere. Vediamo perché.

A poco meno di un anno di distanza dal ritorno dei talebani a Kabul, i corridoi umanitari italiani sono ancora fermi a causa della burocrazia.

Anche se il soccorso in mare è sparito dalle cronache, i migranti continuano a partire dalla Libia. E a morire.

Altri articoli di Ambiente

“Un termovalorizzatore, tra l’altro in un’area con produzioni agricole di pregio, sarà nocivo".

Le parole del giornalista rivolte a Ultima Generazione evidenziano un paternalismo climatico che sembra non volersi prendere responsabilità.

Emilia-Romagna, Sardegna e Campania sono i territori più degradati del Paese secondo l'Atlante ISPRA dei Dati Ambientali 2023.