Covid, i numeri parlano chiaro: siamo nella quarta ondata

Mentre il dibattito pubblico è occupato dalle polemiche sul Green Pass, i dati che emergono dal monitoraggio della Fondazione Gimbe parlano di un aumento dei contagi del 65%. Ed è allarme per la riapertura delle scuole.

Redazione

“I nuovi casi settimanali continuano a salire”. Non solo. “I numeri sono anche sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi”. Per questo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, avverte: “Il virus circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati: di fatto siamo entrati nella quarta ondata”. Eppure, le prime pagine di tutti i giornali sono occupate esclusivamente – o quasi – dalle polemiche sul Green Pass.

Complessivamente, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti Covid in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio. “Le percentuali possono sembrare basse (a livello nazionale 3% in area medica e 2% nelle terapie intensive, ma “gli ingressi giornalieri in terapia intensiva) ma – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – continuano lentamente a crescere: la media mobile a 7 giorni è di 14 ingressi/die rispetto ai 10 della settimana precedente”.

Numeri che devono suonare come un campanello d’allarme soprattutto considerando che, in tema di vaccini, “dopo il flop di Curevac e il progressivo tramonto dei vaccini a vettore virale – commenta Cartabellotta – la campagna vaccinale è ormai dipendente dai vaccini a mRNA, ma rimangono incerti i tempi di consegna di oltre 45 milioni di dosi previste per il terzo trimestre che, come già accaduto nei due trimestri precedenti, potrebbero concentrarsi a fine settembre. E una cadenza non regolare delle consegne rappresenta un grande ostacolo per la programmazione della campagna vaccinale”.

Sempre al 28 luglio il 63,6% della popolazione risulta aver ricevuto almeno una dose di vaccino e il 52,3% ha completato il ciclo vaccinale. In lieve calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 3.720.954), con una media mobile a 7 giorni di 528.285 inoculazioni/die. “Il numero di somministrazioni giornaliere – sottolinea Cartabellotta – stabile ormai da settimane, non riesce a decollare sia per il mancato utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale per le prime dosi, sia per la limitata disponibilità di quelli a mRNA”. In particolare, AstraZeneca viene impiegato quasi esclusivamente per i richiami (99,3% delle somministrazioni nell’ultima settimana); le somministrazioni di Johnson & Johnson sono ormai esigue (nell’ultima settimana poco meno di 4 mila al giorno a fronte di oltre 944 mila dosi “in frigo”); la scarsa disponibilità di dosi di vaccini a mRNA ostacola, nel breve termine, la possibilità di una massiccia vaccinazione degli under 60.

“In questo scenario – spiega Mosti – nell’ultima settimana si registra un lieve incremento della percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate, che tuttavia si attestano a 801 mila (21,5% del totale), in picchiata rispetto alle oltre 2,9 milioni di prime dosi della settimana 7-13 giugno (73,8% del totale)”.

Inoltre, a fronte della diffusione della variante delta che si avvia a diventare prevalente, quasi 3,2 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale. In dettaglio: 2,06 milioni di persone (11,5%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose e 1,11 milioni (6,2%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose. “Da circa due mesi l’incremento delle coperture in questa fascia d’età – puntualizza Gili – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali, mentre rimane congelato il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale proprio dei soggetti più esposti a rischio di malattia grave”.

Ma è soprattutto la riapertura delle scuole a preoccupare. Degli oltre 4,5 milioni di persone di età compresa tra 12 e 19 anni, poco più di 670 mila (14,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e quasi 765 mila (16,8%) hanno ricevuto solo la prima dose. Guardando alla parte mezza vuota del bicchiere, in questa fascia di età il 68,5% risulta ancora totalmente scoperto, senza contare che tra il personale scolastico (1.460.922 persone), se il 78,2% (1.142.383) ha completato il ciclo vaccinale e il 6,6% (97.185) è in attesa della seconda dose, il 15,2% (221.354) non ha ancora ricevuto nessuna dose.

Se la riapertura delle scuole in presenza deve essere l’obiettivo prioritario del Paese, puntare esclusivamente sulle coperture vaccinali – secondo gli esperti – è rischioso per tre ragioni. Innanzitutto, nonostante il via libera di AIFA al vaccino Moderna per la fascia 12-17 anni, “la quantità di vaccini a mRNA non è sufficiente per ampliare massivamente a breve termine la platea dei vaccinandi”. In secondo luogo, “vista la limitata disponibilità di dosi, un’adesione rapida e massiva degli under 19 per completare il ciclo vaccinale entro settembre richiede una rimodulazione ufficiale delle priorità della campagna vaccinale”. Infine, tale adesione rischia di fermarsi ben al di sotto di quel 60-65% stimato dal Commissario Figliuolo e dal ministro dell’Istruzione “anche per l’esitazione vaccinale di maggiorenni e genitori dei minorenni legata alla percezione di un irrisorio rischio individuale della malattia tra i più giovani”.

“Pur riconoscendo nella vaccinazione di massa la via maestra per tornare a scuola in sicurezza – conclude Cartabellotta – è assolutamente indifferibile affrontare tutte le criticità emerse durante lo scorso anno scolastico che hanno ostacolato, e spesso reso impossibile, un adeguato svolgimento delle lezioni in presenza. Dall’idonea areazione e ventilazione dei locali, a efficaci strategie di screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico, da nuove regole per i trasporti locali allo scaglionamento degli orari di ingresso. Anche perché, per gli studenti under 12 non è ancora disponibile alcun vaccino”.


Sul tema, leggi anche:

Scuola in presenza, ancora incognite dopo un anno e mezzo di pandemia. Intervista ad Andrea Morniroli (Forum DD)

 

 

 

 



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