DDL Lollobrigida: legge anti-scientifica che danneggia le aziende innovative

Ieri, 16 novembre 2023, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione di carne coltivata. Il Ddl Lollobrigida, definito “democratico” dal medesimo, legge anti-scientifica nata da ideologismi infondati, rischia di danneggiare le aziende italiane innovative che saranno scoraggiate a investire nella ricerca. 

Silvano Fuso

Ieri, 16 novembre 2023, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva, con 159 voti a favore, 53 contrari e 34 astenuti, il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione di carne coltivata. In un precedente articolo avevamo già sottolineato l’assurdità di una simile provvedimento che, su base esclusivamente ideologica, rifiuta un filone di ricerca che potrebbe aprire a opportunità interessanti.
Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, che ha fortemente voluto la legge, l’ha definita “Una delle leggi più democratiche che abbiamo avuto nella nostra Nazione, nata in seguito a una petizione che chiede di vietare questo tipo di produzioni. A sostegno del provvedimento ci sono oltre 2 milioni di firme, tra le quali ci sono rappresentanti istituzionali di tutti i partiti presenti in Parlamento, più di 3mila ordini del giorno dei Comuni e venti Regioni di ogni colore politico. Notificheremo la legge all’Europa subito dopo la sua approvazione, come avvenuto in tante altre circostanze. Auspichiamo che l’esempio italiano venga seguito a livello europeo, con lo stesso modello con il quale si scelse di evitare gli Ogm nel continente. Un buon governo quando c’è una richiesta così forte si chiede se è una cosa giusta, e se la condivide, l’approva il più rapidamente possibile”.
In realtà nessuno è riuscito a trovare il testo della citata petizione e il tutto fa pensare che il ministro si riferisca a un semplice volantino, realizzato da Coldiretti, zeppo di falsità scientifiche e di slogan ideologici di cui abbiamo già parlato in precedenza.
Come ha dichiarato la Senatrice a vita e ricercatrice Prof.ssa Elena Cattaneo: “In sostanza, tremila Comuni, venti Consigli regionali e – si dice – due milioni di italiani, rispondendo a un richiamo puramente emotivo che nulla ha a che fare con la razionalità, hanno sottoscritto un manifesto ideologico e terroristico basato su affermazioni fattualmente infondate, dove scienziati e ricercatori sono rappresentati come loschi e oscuri avvelenatori. Non c’è da stupirsi, mi si perdoni la digressione, se sempre più giovani studiosi fuggono da un Paese dove sono oggetto di una considerazione sociale tanto infamante e menzognera”.
Tolti gli aspetti scientifici, anche dal punto di vista giuridico la legge aprovata ieri presenta aspetti molto discutibili. Come hanno efficacemente dichiarato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e Lorenzo Mineo, coordinatore delle attività internazionali della medesima associazione: “Il Governo ha compiuto un vero e proprio pasticcio istituzionale su questo provvedimento. Non solo ha proposto un divieto preventivo su produzione e immissione in commercio di carne coltivata, prima ancora che si sia pronunciata l’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). L’Italia ha anche inviato, e pochi mesi dopo ritirato, la notifica che ogni Paese Ue è chiamato a condividere in via preventiva con Bruxelles quando vengono approvate leggi che ostacolano la libera circolazione delle merci. E lo ha fatto giustificandosi con la possibilità di una modifica della legge. Eppure di modifiche nel testo in votazione alla Camera non c’è traccia: tutto lascia intendere che il Governo, consapevole della bocciatura al disegno di legge che sarebbe arrivata dall’UE, abbia cercato di bypassare il controllo preventivo sul provvedimento, ritirando la notifica. Non lasceremo che questo accada, e in caso di approvazione del disegno di legge, siamo pronti a presentare ricorsi in sede europea, per tutelare il rispetto del diritto alla scienza, che è un obbligo della Repubblica Italiana e che questa legge viola in più parti. Del resto l’unico effetto concreto di questo provvedimento è che se l’Unione europea approvasse la commercializzazione di carne coltivata, con il mercato unico il divieto italiano non impedirebbe ad altri paesi Ue di esportarla da noi. A pagarne il prezzo saranno soprattutto le imprese italiane, costrette a rinunciare alla produzione e scoraggiate a investire nella ricerca. Complimenti ai difensori del made in Italy!”.
Ancora una volta quindi l’attuale maggioranza di governo mostra la sua totale insensibilità nei confronti dell’innovazione tecnologica, come abbiamo più volte sottolineato. Al di là di tutto questo però la giornata di ieri è stata particolarmente triste per una squallida coda che la discussione parlamentare ha avuto nella piazza antistante a Palazzo Chigi.
Alcuni parlamentari di +Europa, che stavano pacificamente manifestando contro l’approvazione della legge sulla carne coltivata, sono stati fisicamente aggrediti dal presidente dell’associazione Coldiretti Ettore Prandini. Al grido di “Delinquenti! Delinquenti!”, Prandini ha cercato di mettere le mani addosso al deputato Benedetto Della Vedova, rimasto illeso solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine.
Tornati in aula, Della Vedova ha mostrato il video dell’aggressione e, rivolgendosi al ministro Lollobrigida, ha affermato: “Guarda qui! Intimidazione e violenza, questo è il clima! Ma ti rendi conto? Andremo a fare denuncia, non è tollerabile. Invito tutta la Camera, ma soprattutto il ministro Lollobrigida, a non andare alla manifestazione di Coldiretti, glielo chiedo da parlamentare a parlamentare. Dopo quello che è successo si non può andare a legittimare una aggressione contro il Parlamento”.
Il ministro Lollobrigida si è limitato a una generica presa di distanza nei confronti della violenza che non può mai essere usata come strumento di battaglia politica. Ricordiamo che Prandini è politicamente molto vicino a Fratelli d’Italia. La stessa premier Giorgia Meloni, appena insediatasi al governo del Paese, fece la sua prima uscita pubblica a un evento di Coldiretti a Milano.
Che dire? Purtroppo l’attuale maggioranza e i suoi simpatizzanti mostrano ancora una volta di assumere posizioni palesemente antiscientifiche, senza alcuna motivazione razionale e senza alcuna argomentazione che non sia puramente ideologica e basata sugli slogan. La loro arroganza si palesa nuovamente dimostrandoci l’effettiva natura di questo esecutivo: non un servizio per il paese, bensì un’occasione per imporre le proprie idee, calpestando la dialettica democratica.
È piuttosto significativo infatti che nella rissa scoppiata davanti a palazzo Chigi l’aggressore non fosse lo sconfitto, bensì il vincitore, che aveva appena visto approvata una legge tanto desiderata. Insomma una sorta di vae victis! che privilegia la forza, al diritto e al confronto democratico. Ad aumentare la tristezza della giornata di ieri è anche l’imbarazzante astensione, durante la votazione della legge, dei deputati del Partito Democratico.


CREDITI FOTO: ANSA



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