Draghi, Letta, Conte: il virus del presidenzialismo minaccia la nostra democrazia

Iscritti ed elettori nulla contano, se non come mezzi per il potere. Non è il Partito a esprimere il leader, ma questo quello.

Michele Martelli

Sarà un effetto collaterale del Covid o delle sue varianti, ma un nuovo virus si è diffuso in Italia, provocando un contagio altrettanto pericoloso: quello della «premierite», o «presidenzialite». Quale politico-virologo potrà curarlo? Attorno al neo-premier, il Draghi dei miracoli, – non a caso osannato alla sua prima apparizione con altisonanti te deum da quasi tutti i partiti, – si assiepa infatti una piccola folla concorrente di ex-premier, ex-vice-premier e aspiranti premier, compresi i famelici capi-corrente. Lo rivelano i loghi di quasi tutti i partiti. Si va dalla «Lega per Salvini premier» al vecchio «FI for Berlusconi Presidente», da Iv di Renzi ex-«Sindaco d’Italia» ad Azione di Calenda, aspirante Sindaco (della Capitale) d’Italia: il suo logo riprende, non a caso, quello fumettistico-cinematografico dei supereroi Avengers. Non è da meno «FdI-Giorgia Meloni». Iscritti ed elettori nulla contano, se non come mezzi per il potere. Un sistema rappresentativo alla rovescia: non è il Partito a esprimere il leader, ma questo quello. Il «virus della premierite» non sta risparmiando né il Pd, che ha già nell’ex premier Enrico Letta il suo nuovo leader, e nemmeno i 5S, in attesa della salvezza dall’altro ex premier Giuseppe Conte.

Limitiamoci ad abbozzare per ora soltanto il trittico Draghi, Letta, Conte.

Draghi, il Super-premier in carica, domina ovviamente la scena. Dopo un lungo silenzio-assenza, finalmente ha parlato, e ha firmato qualche Dpcm e decreto-legge. Ma il «cambio di passo» tanto atteso ancora non c’è stato. Anzi. Finora, dai Ristori o Sostegni arrivati, chissà perché, con estremo ritardo, al Condono delle cartelle esattoriali non pagate: un premio per gli evasori seriali e una perdita secca per lo Stato di 666 milioni di euro; dall’immotivata sospensione per tre giorni di Astrazeneca: un maldestro assist ai no-vax, fino ai Congedi parentali, una misura a danno soprattutto di quelle donne-madri lavoratrici simili alla dea Kalì con quattro od otto braccia, obbligate dalle loro imprese allo smart working e contemporaneamente costrette in casa alla cura dei figli in Dad, – il bilancio di questi primi due mesi di governo non è, «diciamocelo», dei più esaltanti, per usare un eufemismo. Tutto sembra ruotare verso un indirizzo politico neoliberista.

E poi c’è Enrico Letta, l’ex-premier tornato precipitosamente dal dorato esilio parigino, dove l’aveva confinato il neo-salafita «amico di Mbs», con la missione di salvare un partito fin troppo governista e acchiappa-poltrone, dilaniato da insanabili lotte correntizie. Letta ne sta rinnovando con piglio decisionista struttura e cariche dirigenziali, valorizzando la presenza femminile. Il suo obiettivo è la costruzione di un campo progressista di centro-sinistra, con 5S e Leu, ma allargato a Calenda, irriducibile anti-5S, e all’infido «Enrico stai sereno» d’Arabia, altrettanto anti-5S. Ѐ come conciliare il diavolo con l’acqua santa! Vorrebbe trasformare il Pd da partito dei pariolini e delle Ztl in partito radicato nella società civile. Ma con quale programma? Nel suo primo discorso, ci sono i diritti civili, ma non i diritti sociali e del lavoro. La sua amicizia col Draghi della Bce austeritaria e la sua formazione alla scuola di Andreatta, l’ex- ministro delle Privatizzazioni, non lascia ben sperare.

E infine ecco, per ora solo virtualmente, Conte, chiamato da Grillo al capezzale della sua creatura che boccheggia. L’ex-premier scioglierà la riserva dopo Pasqua. Come pensa di rifondare i 5S, su quale programma politico e schema organizzativo, nulla si sa. Tranne il baricentro, l’asse che tutto terrebbe: l’eco-transizione 2050. Il che non è poco, anzi, perché implica nientepopodimeno che la possibile salvaguardia della nostra stessa sopravvivenza sul pianeta. E sarebbe anche un ritorno a uno dei principi originari del M5S. Conte però rivendica completa autonomia di decisione e d’azione. Come il Rifondatore del partito dei «grillini» potrà emanciparsi dalla tutela del Grillo Fondatore, che l’unico Garante dei 5S era, è e sarà, oggi solo dio lo sa. Chi dei due Elevati sarà subalterno all’altro? E fino a quando? Ciò che per ora si sa è che i 5S, che restano per paradosso il partito di maggioranza relativa, sono scomparsi dalla scena politica.

In tutti e tre i casi, il virus del presidenzialismo minaccia la nostra democrazia.

 

SOSTIENI MICROMEGA



Ti è piaciuto questo articolo?

Per continuare a offrirti contenuti di qualità MicroMega ha bisogno del tuo sostegno: DONA ORA.

Altri articoli di Michele Martelli

Meloni è più neo-atlantista e indo-pacifinta di Biden. Il suo sovranismo pre-elezioni si è disciolto come neve.

Il sogno di Meloni è quello di creare un Partito unico dei Conservatori, escludendo Lega e FI e tenendo Renzi e Calenda come ruote di scorta.

La Terza guerra mondiale significherebbe l'estinzione dell'umanità. Non sarebbe più saggio intraprendere la proposta di pace bergogliana?

Altri articoli di Politica

Un governo che esalta tanto il made in Italy, dovrebbe rendersi conto che la vera competitività si gioca nel campo dell’innovazione tecnologica.

Il 31° anniversario della strage di Capaci è coinciso quest’anno con due avvenimenti dalla portata straordinaria, due avvenimenti che segnano una svolta politica da parte del governo più a destra della storia repubblicana. La nomina a presidente della commissione antimafia di Chiara Colosimo ha segnato la prima profonda cesura. Mai nella storia repubblicana la nomina...