Francia: Mélénchon sfonda, Macron vince al fotofinish (con denunce di brogli)

Maggioranza di governo a rischio per il secondo turno. Risultati in bilico fino alla fine. Le Monde aveva dato Mélénchon vincente, il ministero dell’interno ha smentito, dando la coalizione di Macron vincente per una manciata di voti (21.000). Ma è polemica per quei candidati indipendenti di sinistra non contabilizzati all’interno della coalizione Nupes. Resta il fatto che non era mai successo che un presidente appena eletto non raggiungesse almeno la soglia del 30% al primo turno. Record di astensioni (52,48%).

Marco Cesario

PARIGI – Se non è un terremoto è un serio avvertimento. Per ore il risultato è stato in bilico con la Nupes (Nouvelle Union Populaire Écologique et Sociale) di Jean-Luc Mélenchon che secondo i dati di Le Monde aveva totalizzato uno score del 26,11% e sopravanzava la coalizione presidenziale Ensemble! (25,83%). Poi a smentire i dati del primo quotidiano francese sono stati i dati ufficiali del ministero dell’interno che ha dato la coalizione di Macron vincente per soli 21.000 voti. In testa al primo turno delle elezioni legislative con il 25,75% dei voti è dunque la coalizione macronista Ensemble! che ha vinto questo primo turno. Ma questi risultati ufficiali hanno provocato accese reazioni all’interno della coalizione di sinistra. Un dirigente de La France insoumise, Manuel Bompard, ha denunciato la manipolazione dei risultati da parte del ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, accusandolo di aver “fatto apparire artificialmente la coalizione presidenziale in testa omettendo di conteggiare la coalizione Nupes per diversi altri candidati di sinistra”.

Emblematico il caso del candidato Hervé Saulignac (che si è imposto nella prima circoscrizione dell’Ardèche), etichettato come “diversamente di sinistra” nei risultati comunicati dal Ministero dell’Interno. Il suo punteggio non è stato quindi contabilizzato nei risultati nazionali dell’alleanza di sinistra di Mélénchon. Il Ministero dell’Interno ha giustificato questa decisione perché Hervé Saulignac “aveva messo in discussione l’accordo indicando a più riprese che era socialista e che sarebbe rimasto tale in Parlamento”. Tuttavia, l’interessato, su France info, ha detto di non capire perché Place Beauvau lo abbia classificato come “diversamente di sinistra” non includendolo nella coalizione di Mélénchon.

Resta il fatto che la coalizione macronista non sembra poter riuscire a preservare la maggioranza assoluta per il secondo turno domenica 19 giugno. Il risultato della Nupes è uno schiaffo all’immobilismo di Macron, che ha voluto mettere “in salamoia”, come dicono gli analisti, non solo la politica ma anche la campagna elettorale. Una scelta che ha certo pagato durante la campagna elettorale per le presidenziali (complici il Covid e la guerra in Ucraina) ma che è risultata controproducente in ottica legislative. È la prima volta, sotto la Quinta Repubblica, che il partito del Presidente della Repubblica non si impone con ampio margine nelle elezioni legislative successive allo scrutinio presidenziale, anzi, deve registrare persino una botta di arresto. Un esempio lampante: nelle elezioni tra 2002 e 2012 l’UMP, e poi il PS di Hollande, avevano superato, con ampio margine, la soglia del 30% in seguito all’elezione rispettivamente di Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e François Hollande. Questa volta, la maggioranza uscente è riuscita a fare peggio di cinque anni fa (La République en marche e il MoDem avevano ottenuto il 32,33% dei voti al primo turno nel 2017), e ha registrato 2 punti percentuali in meno rispetto al punteggio presidenziale di un mese e mezzo fa.

Secondo le proiezioni di Ipsos-Sopra Steria, la coalizione presidenziale, con 255-295 deputati, potrebbe non avere la maggioranza assoluta al termine del secondo turno del 19 giugno, la cui soglia è fissata a 289 seggi. Uno scenario che non accadeva dal 1988, quando Michel Rocard, primo ministro di François Mitterrand, dovette governare il Paese con una semplice maggioranza relativa. La delusione è già evidente se si confronta il punteggio dei macronisti con il 32,33% ottenuto al primo turno delle elezioni legislative del 2017. I candidati di Ensemble! non sono riusciti nemmeno a eguagliare il risultato del capo di Stato al primo turno delle elezioni presidenziali, meno di due mesi fa (27,85%). Una bella botta di arresto che rappresenta un segnale d’allarme per il neo presidente, in special modo per la sua azione politica dei prossimi cinque anni. Simbolo di questa brutta giornata elettorale, l’ex ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, addirittura eliminato nella quarta circoscrizione del Loiret, dove si era candidato.

Dal canto suo la scommessa di Mélénchon, sulla falsariga dell’esempio illustre di Mitterand, è stata ampiamente vinta: riuscire a calamitare attorno a sé tutte le forze della sinistra precedentemente moribonde. Il leader popolare della nuova coalizione della sinistra francese ha riunito il Partito Socialista, Europe Ecologie-Les Verts e il Partito Comunista Francese con La France Insoumise (LFI) attorno ad un solo obiettivo: “Mélenchon primo ministro”. Ha in tal modo creato una dinamica positiva in queste elezioni riportando la campagna elettorale ai valori sociali e ai contenuti storici della sinistra. L’unica vera dinamica politica in questo primo turno è stata la sua visto che nessuno sembrava interessato a questa elezione, nonostante fosse un fattore determinante per l’equilibrio politico del secondo mandato quinquennale di Emmanuel Macron. Il tasso di astensione ha infatti raggiunto l’acme con un tasso pari al 52,48% dei votanti. Un record assoluto sotto la Quinta Repubblica, dopo quello del 2017 (51,3%), che si inscrive in un movimento esponenziale di disaffezione dei francesi dalla vita politica, dopo due anni di pandemia Covid19. Dal punto di vista strettamente politico, come sottolineano diversi analisti, lo sfondamento del Nupes non è necessariamente spettacolare rispetto ai punteggi cumulativi dei suoi vari componenti nel 2017 (25,49%). Ma quest’ultimo è poi partito diviso. L’alleanza questa volta apre le porte del secondo turno a molti candidati: secondo le proiezioni di Ipsos-Sopra Steria Nupes potrebbe conquistare dai 150 ai 190 seggi. Si tratta di circa tre volte il numero di deputati (60) che attualmente siedono all’Assemblea nazionale sotto i colori socialista, ecologista, comunista o “insoumis”. I candidati della sinistra unita saranno quindi presenti in 386 circoscrizioni al secondo turno. Comunque vada, dopo questo doppio turno, il Nupes si avvia a diventare la prima forza di opposizione nell’Assemblea nazionale.

Sul tema, leggi anche: Macron vero perdente, Mélenchon finto vincitore (di Laurent Joffrin)

CREDIT FOTO: © Vincent Isore/IP3 via ZUMA Press



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