Le Pen e Mélénchon, convitati di pietra alle elezioni francesi

Analisi a pochi giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali francesi a partire dai due sfidanti del presidente uscente, Emmanuel Macron. Sullo sfondo, lo spettro dell'astensionismo.

Marco Cesario

E se vincesse Marine Le Pen? A pochi giorni dal primo turno delle presidenziali francesi, nessuno osa immaginare quest’eventualità in un contesto così fragile come quello europeo, alle prese con la peggiore crisi geo-politica del dopoguerra. Dopo il successo in Europa di leader politicamente vicini a Putin come Orban e Vucic rispettivamente in Ungheria e Serbia, l’ombra di un passaggio al secondo turno di Marine Le Pen aleggia sulle elezioni francesi. Un suo passaggio al secondo turno sarebbe già considerato come un colpo di mannaia sulla tenuta democratica del paese ed un’ulteriore frattura europea con l’emergenza di un altro candidato molto vicino al Cremlino. Charlie Hebdo ha sintetizzato questo timore attraverso una vignetta delle sue: in prima pagina si vede Putin che guida un drone con il faccione di Marine Le Pen. “Il drone di Putin può ancora vincere?” si chiede il quotidiano satirico. Il riferimento è ovviamente ai finanziamenti ricevuti negli anni dal Front National (oggi Rassemblement National) dalla Russia, svelati alcuni anni fa dal quotidiano Mediapart.

Eppure l’ascesa di Marine Le Pen, almeno nei sondaggi, è oramai evidente. A pochi giorni dal primo turno è a soli tre punti percentuali da Emmanuel Macron al secondo turno. L’esito delle elezioni presidenziali ad ogni modo non è mai sembrato così incerto come in questa tornata elettorale. A prima vista è una corsa a due tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen al secondo turno delle elezioni. Il presidente uscente domina ancora chiaramente al primo turno, con le intenzioni di voto per lui che si stabilizzano al 28%. Ma il forte slancio di cui ha goduto nel contesto dell’apertura del conflitto russo-ucraino è ormai quasi del tutto svanito. Emmanuel Macron vede svanire quello che i sondaggisti hanno soprannominato “l’effetto bandiera”. Il conflitto russo-ucraino è sceso al dodicesimo posto nelle preoccupazioni dei francesi. Emmanuel Macron può comunque contare sul sostegno di quasi due terzi dei suoi elettori del 2017 (65%), ma anche sul rafforzamento del 31% degli elettori di François Fillon nel 2017. Oggi però solo tre punti percentuali separano il capo dello Stato dalla presidente di Rassemblement National secondo l’ultimo sondaggio Harris Interactive. Macron è accreditato al 51,5% e la Le Pen al 48,5% delle intenzioni di voto. È la prima volta dall’inizio delle misurazioni di voto che i due “finalisti” del 2017 sono così vicini. A marzo scorso il duello oscillava ancora tra il 53-47%. In un mese, il presidente della Repubblica ha perso quasi 6,5 punti percentuali al secondo turno in caso di tête-à-tête con Marine Le Pen.

Ma non c’è solo Marine Le Pen nella gara. Anche Jean-Luc Mélénchon, leader degli Insoumis e della coalizione delle sinistre Union Populaire, può ancora dire la sua. Anche la sua candidatura è meno lontana dal Cremlino di quanto si possa credere. Nei vari dibattiti ai quali ha partecipato Mélénchon, pur denunciando l’aggressione russa, ha spesso puntato il dito conto gli errori di Nato e Stati Uniti e si è detto sempre contrario all’invio di armi alla resistenza ucraina. A pochi giorni dal primo turno, in piena guerra russo-ucraina, la campagna degli Insoumis fa breccia anche tra coloro che si situano nell’orbita del pacifismo e dell’anti-americanismo. Insomma gli Insoumis di Jean-Luc Mélénchon cominciano a crederci. Oltre 2.000 personalità dello spettacolo e della televisione hanno fatto endorsement al candidato dell’Union Populaire. Tra questi artisti, attori, scrittori e registi, che hanno invitato a votare per Jean-Luc Mélenchon in una dichiarazione congiunta. Una cosa abbastanza singolare nella recente storia politica francese. « Attivisti di altri partiti di sinistra cominciano a unirsi a noi. Hanno capito che il voto utile al primo turno è Mélenchon”, dicono dal quartiere generale del candidato Mélénchon. La rinascita di Jean-Luc, ha scritto Le Monde, che vede il candidato delle sinistre Union Populaire in piena ascesa ed in posizione di creare qualche problema a Emmanuel Macron. Per i sondaggi Jean-Luc Mélenchon, candidato di Union Populaire, rimane saldo al terzo posto, con una percentuale stabile (15,5%), in leggero aumento (+0,5) negli ultimi giorni ma potrebbe creare una sorpresa nelle ultime ore, raccogliendo i voti di molti indecisi e delusi dalla politica di Macron e spaventati dalla presenza della Le Pen al secondo turno.

A preoccupare maggiormente gli analisti ed in generale i partiti moderati è comunque l’astensionismo che potrebbe favorire le due formazioni di estrema destra e delle sinistre e sfavorire Macron. L’affluenza alle elezioni presidenziali è stimata al 66% degli iscritti al voto. Se questo dato fosse confermato il 10 aprile, sarebbe un calo di quasi 12 punti rispetto all’affluenza registrata nel primo turno del 2017 (77,8%). Se la soglia simbolica del 30% venisse superata, verrebbe battuto un tasso di astensione record per le elezioni presidenziali e si supererebbe il precedente del 2002 (28,4% di astensione). Secondo l’analisi del quotidiano economico Les Échos, tradizionalmente meno mobilitati al voto, il 50% dei giovani sotto i 35 anni parteciperebbe a questo primo turno di voto. Allo stesso modo, un indice di affluenza più basso è stato osservato anche tra le classi lavoratrici (60%). Politicamente, l’affluenza sarebbe più bassa tra gli elettori di Jean-Luc Mélenchon rispetto al 2017, ma sarebbe comunque superiore alla media: 69%. Ma c’è un dato che può cambiare la corsa elettorale all’ultima curva. Secondo un sondaggio Ipsos per la Fondation Jean-Jaurès e per il quotidiano Le Monde, un terzo degli elettori non è sicuro di andare a votare e dei due terzi rimanenti, il 37%, dice che può cambiare idea. Il risultato è quella che gli analisti chiamano “una grande volatilità elettorale”.



Ti è piaciuto questo articolo?

Per continuare a offrirti contenuti di qualità MicroMega ha bisogno del tuo sostegno: DONA ORA.

Altri articoli di Marco Cesario

I principali sindacati che stanno conducendo le rivolte degli agricoltori hanno revocato le proteste soddisfatti dalle misure del governo.

In Francia agricoltori mobilitati contro il governo per denunciare l'aumento dei costi di produzione: i trattori marciano su Parigi.

La sinistra francese si riferisce al nuovo esecutivo di Macron come al governo "Sarkozy IV”.

Altri articoli di Politica

Estradizione sospesa per Assange: le autorità americane devono prima offrire garanzie sul suo trattamento.

Caratteri, radici storiche e rischi del progetto meloniano di democrazia afascista nell'ultimo libro di Urbinati e Pedullà.

Dialogo, etica e laicità: così si potrebbe sintetizzare la vita di Mario Gozzini, intellettuale cattolico, tre volte senatore del Pci.