Forti coi deboli

Non c’è nessuna invasione né emergenza sbarchi, a dimostrarlo sono i numeri dello stesso Viminale. Il braccio di ferro sulle navi delle ONG è solo pura, ignobile, propaganda.

Cinzia Sciuto

Forse non tutti sanno che negli ultimi dieci giorni sulle coste italiane sono sbarcate regolarmente autorizzate circa 8mila persone salvate in mare. Tutti invece sanno che ce ne sono circa un migliaio a cui non è concesso lo sbarco. Cosa li distingue? Solo il tipo di nave su cui è capitato loro di trovarsi: i primi sono stati soccorsi dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza italiane, che naturalmente nessuno si sogna di lasciare al largo per giorni e giorni. Gli altri sono stati salvati da navi private di ong.Partendo da questo dato, crolla totalmente tutta la retorica del “difendiamo i nostri confini”, “non possono sbarcare tutti qui”, “fermiamo l’invasione”, “l’Europa si prenda
le sue responsabilità” e via twittando. Il braccio di ferro ingaggiato dal neoministro Piantedosi è semplicemente la prosecuzione della battaglia propagandistica iniziata qualche anno fa dal suo predecessore e oggi collega di governo Matteo Salvini contro le ong, che qualcuno allora apostrofò con il simpatico appellativo di “taxi del mare” (e no, non era stato Salvini). Il fatto che i numeri smentiscano la teoria secondo la quale la presenza delle navi delle ong farebbe da stimolo alle partenze (ché se vale per loro, a maggior ragione allora dovrebbe valere per le navi della nostra Guardia costiera e Guardia di finanza, che ne salvano parecchi di più), è del tutto irrilevante. Quel che conta è la propaganda. Esattamente come per la storia dei rave party: il fatto che non rappresentino affatto un’emergenza nazionale né che la norma pensata sia nel migliore dei casi inutile, nel peggiore pericolosa è del tutto irrilevante. Quello che serve sono segnali forti da lanciare al proprio elettorato, con buona pace della realtà.
Realtà che dice alcune cose semplici semplici: 1) non c’è nessuna emergenza né invasione. Stando ai dati del Viminale, quest’anno sono arrivate tramite sbarchi sulle nostre coste circa 87mila persone. Per dare il senso delle misure, dal 24 febbraio 2022 (giorno dell’invasione russa dell’ucraina) al 16 agosto, cioè in meno di sei mesi, sono arrivati nel nostro Paese 160mila profughi ucraini e nessuno ha, giustamente, parlato di invasione né invocato di chiudere le frontiere; 3) la retorica dell’Europa che deve aiutarci è diventata francamente stucchevole: i migranti non arrivano solo via mare, anzi. La stragrande maggioranza dei flussi migratori in Europa arriva via terra e i Paesi che ne accolgono di più sono la Germania e la Francia; 4) chi è stato soccorso in mare è un naufrago che ha diritto di sbarcare al più presto nel porto sicuro più vicino; 5) le politiche migratorie non si scrivono a colpi di circolari ministeriali attorno a singoli casi specifici, ma seduti ai tavoli giusti, per esempio quelli per la riforma del Trattato di Dublino che la Lega ha per anni sistematicamente disertato.
È molto facile fare i forti con i deboli mettendosi addirittura a selezionare i “meritevoli” di sbarcare e quelli che invece non lo sono. Negli scorsi giorni ne hanno fatti scendere 144 sui 179 che erano a bordo della Humanity 1. Gli altri 35 (TRENTACINQUE!) sono stati evidentemente giudicati “abili” a rimanere a tempo indeterminato su una nave dopo aver attraversato l’inferno libico prima, e il Mediterraneo poi. Chissà se gli operatori che hanno fatto questa inumana selezione si sono posti anche il problema di non dividere padri da figli, mogli da mariti, fratelli da sorelle o anche solo compagni di viaggio. Dicono che sono stati fatti scendere i “fragili”. Ma le persone che stanno a bordo di quelle navi sono per definizione tutte fragili. Certo mai quanto una classe politica ignobile che non si fa scrupolo di calpestare la dignità delle persone per far mostra del suo, meschino, potere.

CREDITI FOTO: Orietta Scardino | ANSA



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