Francia, martedì nero contro la riforma delle pensioni, la mobilitazione non cala

Oltre due milioni di manifestanti, annuncia la CGT, mobilitazione contro la riforma in aumento rispetto al 19 gennaio. Blocco dei trasporti, delle scuole, delle raffinerie. Pochi e sporadici gli incidenti. Ed i sindacati annunciano due nuove giornate di blocchi, 7 ed 11 febbraio prossimi.

Marco Cesario

(Parigi). Operai, infermieri, dirigenti, studenti, funzionari pubblici. Non cala in Francia la mobilitazione contro il progetto di riforma delle pensioni. Una nuova giornata di sciopero ha immobilizzato il paese il 31 gennaio, un martedì nero che, secondo il Ministero dell’Interno francese, ha visto sfilare nelle strade del paese 1,27 milioni di persone (in netto aumento rispetto agli 1,12 milioni del primo giorno di scioperi e manifestazioni del 19 gennaio). La CGT dichiara 2,8 milioni di partecipanti, rispetto agli “oltre 2 milioni” di due settimane fa. Di fronte a questo aumento del dissenso, anche il primo ministro francese ha reagito su Twitter.  “La riforma delle pensioni solleva domande e dubbi. Li ascoltiamo”, ha detto Elisabeth Borne. I sindacati però non si fermano e preparano due nuove giornate di mobilitazione: martedì 7 e sabato 11 febbraio. Vogliono mantenere una pressione costante sul governo.

Grandi cortei a Parigi, Marsiglia, Lione e Nantes con migliaia di manifestanti ma questa volta anche le città più piccole si sono mobilitate. Secondo la CGT, a Parigi hanno sfilato circa 500.000 persone, 100.000 in più rispetto al conteggio del 19 gennaio, mentre le autorità hanno contato 87.000 partecipanti, rispetto agli 80.000 precedenti. Oltre 75.000 persone a Bordeaux secondo la CGT (contro le 16.500 della polizia) e 80.000 a Tolosa (contro le 34.000).

I sindacati degli insegnanti dichiarano una partecipazione allo sciopero del 50%, dall’asilo alle scuole superiori. Nel settore ferroviario, più di un terzo dei ferrovieri (36,5%) ha scioperato, secondo una fonte sindacale, meno del 19 gennaio (46,3%). Secondo il Ministero della Funzione Pubblica, gli scioperanti tra i dipendenti pubblici sono il 19,4%, contro il 28% di dodici giorni fa. L’8,79% dei dipendenti era in sciopero nel settore delle poste, rispetto al 14,64% dell’ultima volta. Ma se in tutti i settori, rispetto all’aumento delle persone in piazza, c’è stata una leggera flessione degli scioperanti, la mobilitazione pero’ rimane molto forte nel settore delle raffinerie e nei depositi di carburante di TotalEnergies, che hanno registrato dal 75 al 100% di scioperanti, secondo la CGT. La direzione del gruppo stima che la percentuale di scioperanti sia del 55%, rispetto al 65% del 19 gennaio.

Anche gli studenti si muovono. Negli ultimi giorni si sono tenute assemblee generali nelle università e un raggruppamento intersindacale di organizzazioni studentesche come l’Unef, la Fage o i giovani ecologisti ha invitato “i giovani a mobilitarsi in modo massiccio” anche se, afferma il sociologo Paolo Stuppia dell’Università di Parigi 1 Panthéon-Sorbonne, “il tema delle pensioni mobilita meno i giovani perché è un orizzonte troppo lontano, molto distante da loro”. Olivier Galland, direttore di ricerca del CNRS, parla però di “un pessimismo sociale estremamente forte” che può quindi sfociare in massicce mobilitazioni anche da parte studentesca.

La giornata di blocchi è stata molto difficile per i viaggiatori ed i pendolari: le ferrovie hanno cancellato 7.199 dei 9.633 treni previsti al di fuori della regione di Parigi in quest’ultima giornata di scioperi contro la riforma delle pensioni, secondo i dati analizzati dall’AFP.

Di fronte al blocco compatto dei sindacati e al massiccio seguito il portavoce del governo Olivier Veran ha fatto pero’ orecchie da mercante e ha riaffermato che il rinvio dell’età legale di pensionamento a 64 anni è necessario per salvaguardare l’attuale sistema di ripartizione, aggiungendo che “l’età media di pensionamento è di 63,3 anni”. Intanto, lato presidenziale, nel bel mezzo di una giornata di manifestazioni e scioperi, Emmanuel Macron ha ricevuto due importanti leader ucraini. L’obiettivo? Mettere in scena un presidente occupato dall’Ucraina o dalle sfide climatiche, economiche e migratorie, il più lontano possibile dal tumulto delle strade e dell’Assemblea nazionale. “È bene dimostrare che non ci sono solo le pensioni, i francesi si stancheranno”, dicono nell’entourage presidenziale. Ma a giudicare dai numeri il governo non avrà vita facile per chiudere questo delicato e spinoso cantiere.

Foto di quinn norton | Flickr



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