Francia, neonazisti nell’esercito: un fenomeno preoccupante

Saluti nazisti, divise delle SS, bullismo, abusi. Un’inchiesta giornalistica di Mediapart ha svelato la presenza non isolata di militari con simpatie neonaziste nell’esercito francese.

Marco Cesario

(Parigi). Saluti nazisti, divise delle SS indossate nelle stories di Instagram, bandiere della Repubblica di Salò in bella mostra dietro una foto di gruppo, tatuaggi con simboli della Wermacht o del franchismo e persino il motto fascista “Me ne frego” tatuato sul collo. Il tutto sbandierato e pubblicizzato sui social (da Instagram a Facebook). Un’inchiesta di Mediapart mette in imbarazzo i quadri dell’esercito francese alle prese con una vera e propria filiera di neonazisti e con vari tipi di abuso di questi stessi soldati neonazisti in operazioni militari all’estero (episodi di bullismo e di abusi sulle popolazioni locali). Una cinquantina i casi scoperti fino ad ora, grazie alle numerose tracce lasciate in rete dai soldati stessi, in particolare quelli operanti in zone di conflitto sotto il vessillo della Legione Straniera. Ma potrebbe essere solo la punta di un iceberg in quanto l’inchiesta di Mediapart si è servita solo di un semplice screening dei social di alcuni soldati senza poter andare più in profondità, cosa per cui è necessaria un’inchiesta interna delle forze armate.

Dopo aver rivelato nel luglio 2020 come una dozzina di soldati sbandierassero senza remore sui social network la propria adesione all’ideologia neonazista, Mediapart ha recentemente dimostrato, con un’inchiesta ben documentata, che in realtà il fenomeno è di tutt’altra portata, scoprendo almeno 50 nuovi casi di soldati nostalgici del Terzo Reich. Interrogato, il Ministero dell’Esercito ha riconosciuto che “gli elementi sollevati dall’inchiesta di Mediapart sono molto gravi”.

Come illustrato dall’inchiesta sui social alcuni soldati fanno il saluto nazista senza troppe remore, altri cercano di mascherarlo, nascondendo il viso o tendendo solo l’avambraccio. Uno dei soldati che fa questo sorta di mezzo saluto nazista indossa però una felpa con un “88” e un totenkopf, l’emblema di una divisione delle SS assegnata alla sorveglianza dei campi di concentramento e sterminio nazisti.

Secondo l’inchiesta di Mediapart, molti di questi nuovi casi si trovano nei ranghi della Legione Straniera, ma non solo. Oltre ai sei reggimenti metropolitani della Legione, nuovi casi sono stati scoperti anche nel reggimento di paracadutisti, nella marina, nella fanteria, insomma un pò ovunque. La maggior parte dei casi identificati non sono affatto isolati. Alcuni infatti sono in contatto con altri militari con simpatie simili e si trovano spesso insieme nelle foto di gruppo. Rispetto al totale dei militari (oltre 200.000), la sessantina di casi individuati da Mediapart nell’arco di pochi mesi ha certo poco peso, ma l’indagine del quotidiano è stata condotta essenzialmente utilizzando “fonti aperte” (cioè consultando le pubblicazioni sui social network accessibili a tutti) e con i mezzi di un giornale che certamente non possono essere esaustivi come quelli messi in opera da un’inchiesta interna che il ministero dell’esercito francese avvierà.

Inquietante è quando la fascinazione per il III Reich ed il nazifascismo venga ostentato in teatri di guerra o durante operazioni militari all’estero. Mediapart cita l’esempio del legionario Nikita H., che si diverte a filmare bambini della Guyana francese costretti a fare il saluto nazista davanti all’improvvisato cameraman. Lo stesso legionario si è divertito a pubblicare alcuni video della sua partecipazione all’operazione Barkhane, la missione francese per combattere i gruppi armati jihadisti nel Sahel. Oltre alle foto che lo ritraggono in tenuta da soldato in zone desertiche, con il fucile d’assalto in spalla, Nikita ha pubblicato un video di un bambino costretto a fare una serie di flessioni nel deserto. Il video è accompagnato dal beffardo incoraggiamento di alcuni legionari presenti con il cameraman, e con lo stesso Nikita che commenta in ucraino e poi in russo: “Spingi puttana! Cosa credi? Che il cibo francese venga distribuito gratuitamente?”.

Il caso del legionario Nikita H. con i bambini in Guyana ed in Mali evidenzia il grave problema dell’impiego di soldati con convinzioni neonaziste in operazioni militari all’estero. Essendo razzisti ed armati, questi soldati si trovano infatti in una pericolosa posizione di dominio e di abuso nei confronti delle popolazioni locali. Il ministero delle forze armate ha voluto dal canto suo riaffermare che “tutte le ideologie nocive, nauseabonde, revisioniste ed estremiste sono fuori legge nelle forze armate”. Basterà questa dichiarazione di facciata e un’inchiesta interna per far luce su questi misfatti?

 

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