Vivere e morire per una notizia: la situazione del giornalismo in Messico

Otto cronisti uccisi dall’inizio del 2022. Nel 2021 un attacco alla stampa ogni 14 ore. Il Messico di Obrador continua a essere il Paese – non in guerra – più pericoloso per i giornalisti. Un’analisi della situazione a partire dal report sulla libertà di espressione recentemente pubblicato dalla ong Artículo 19.

Daniele Nalbone

Un attacco contro i giornalisti ogni 14 ore. In totale, 644 nel 2021. Dal dicembre 2018, inizio del mandato del presidente Andrés Manuel López Obrador, sono stati 33 i giornalisti uccisi in Messico: 7 nel 2021 e ben 8 nei primi tre mesi del 2022.
Questi sono solo alcuni dei dati contenuti in “Negacion“, il rapporto annuale di Artículo 19* sulla libertà di espressione, accesso all’informazione e rispetto dei diritti umani in Messico e che raccontano di un 2021 che ha tristemente consolidato la tendenza a negare – da qui il titolo – e rendere invisibile la situazione in cui versa il giornalismo nel Paese.
Disinformazione, stigmatizzazione pubblica del lavoro della stampa, assoluta discrezione nell’assegnare ai media la pubblicità cosiddetta ufficiale (quella che arriva dal governo o dai ministeri), sono questioni che solo all’apparenza sono minori rispetto agli omicidi, alle violenze, agli attacchi contro i giornalisti.

Propaganda di governo
Nel report sono messe sotto osservazione le conferenze stampa che ogni mattina il presidente messicano è solito tenere per fare il punto del suo mandato: è qui che la “disinformazione ufficiale” si è fatta sistema, con Obrador intento letteralmente ad annullare pubblicamente ogni questione posta dai giornalisti usando l’arma propria della politica: confutare senza dati, rispondendo alle domande della stampa come si fa in un talk show. Analizzando trenta casi in cui i giornalisti hanno posto domande o richieste di informazioni all’Ufficio della Presidenza della Repubblica a seguito delle dichiarazioni di Obrador, la metà delle volte l’Ufficio non si è espresso, nascondendosi dietro la “non competenza in merito”; nel 27 per cento ha risposto di non avere informazioni e nel 3 per cento ha invece evidenziato la non fondatezza delle dichiarazioni del presidente. Per ben 71 volte – in media sei volte al mese – Obrador ha invece insultato o attaccato direttamente la stampa.

L’elemento più preoccupante, però, è un altro: due attacchi su cinque contro i giornalisti arrivano infatti da esponenti dello Stato messicano, a partire da esponenti delle forze e dell’ordine e politici locali, per un totale di 285 aggressioni.

Obrador e Peña Nieto a confronto
Nei primi anni del mandato di governo del presidente Andrés Manuel López Obrador in totale si contano 1.945 attacchi alla stampa, tra cui 30 omicidi di giornalisti e due persone scomparse. Durante i primi tre anni del precedente governo di Enrique Peña Nieto erano stati registrati 15 omicidi contro i giornalisti in un totale 1.053 attacchi. Ciò significa che nei primi tre anni di governo Obrador si sono registrati quasi l’85 per cento attacchi in più contro la stampa rispetto ai primi tre anni del precedente presidente, facendo così del triennio 2019-2021 il periodo più violento mai registrato per il giornalismo.

La narrazione scelta da Obrador per screditare l’operato della stampa, imitata via via dai diversi livelli di governo, ha avuto come seguito un significativo indebolimento delle istituzioni preposte a garantire la prevenzione e la protezione dei giornalisti. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, tra il 2017 e il 2021 sono stati nove i giornalisti uccisi che erano sotto protezione del Meccanismo per la protezione dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti. D’altra parte, la Commissione esecutiva per l’attenzione alle vittime (CEAV) è stata senza una guida per ben 18 mesi e ha ricevuto nel 2021 un budget inferiore del 62,8 per cento rispetto a quanto richiesto al governo dalla stessa istituzione.

I giornalisti uccisi
Ma dietro i freddi numeri, necessari per capire la gravità del fenomeno, ci sono le persone. Come detto, sono stati otto i giornalisti uccisi in Messico dall’inizio dell’anno.

José Luis Gamboa – Inforegio Network – Veracruz – 10 gennaio 2022

Lunedì 10 gennaio José Luis Gamboa, giornalista indipendente e direttore della pagina Facebook Inforegio Network, è stato ucciso nella colonia di Floresta, a Veracruz. L’omicidio è avvenuto in strada. Gamboa è stato ucciso con una coltellata e il suo corpo è stato identificato solo quattro giorni dopo, il 14 gennaio. Il giornalista si è occupato dei presunti legami tra le autorità locali e i gruppi del crimine organizzato, denunciando più volte le drammatiche situazioni di sicurezza in cui versa la città. Tra i suoi lavori più recenti spiccano The War for Narcopolitics e Prospective Part 1, in cui viene si racconta l’escalation di violenza nello Stato.

Margarito Martínez – giornalista indipendente – Baja California – 17 gennaio 2022
Una settimana dopo, lunedì 17 gennaio, Margarito Martínez è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella colonia Camino Verde di Tijuana, in Baja California. Il giornalista è stato freddato non appena salito in macchina, uscendo dal garage di casa, mentre si recava sul luogo di un crimine. L’arma che ha ucciso Martínez, secondo quando appreso da fonti giudiziarie, sarebbe già stata utilizzata in almeno altri cinque crimini a partire dal 2020.
Martínez era un fotoreporter con oltre 15 anni di esperienza e ha lavorato per diversi organi di informazione, come La Jornada Baja California, Semanario ZETA, Cadena Noticias, Punto Norte e si occupava principalmente di cronaca. Diversi, a partire dal luglio 2019, sono stati gli attacchi subiti dal giornalista dal luglio 2019, tra cui un’aggressione mentre scattava alcune foto e il furto del suo cellulare da parte di tre agenti di polizia municipale di Tijuana.
Secondo le informazioni fornite dal collettivo Yo Sí Soy Periodista, il 13 dicembre 2021 Margarito Martínez ha chiesto di entrare nel Sistema statale di protezione dei giornalisti. Il Sistema statale ha quindi inoltrato la petizione al Meccanismo federale per la protezione dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti (SEGOB). Al momento dell’omicidio, l’iter non era ancora terminato e quindi il giornalista, nonostante le minacce ricevute, non contava su alcun tipo di protezione.

Lourdes Maldonado – giornalista indipendente – Baja California – 23 gennaio 2022
Domenica 23 gennaio Lourdes Maldonado López, giornalista indipendente e corrispondente di diversi media, tra cui Canal 73 IZZI, Televisa, e conduttrice del programma Brebaje su Radio Sintoniza Sin Fronteras, è stata uccisa all’interno della sua auto a pochi metri da casa. Il killer è sceso da un taxi, si è avvicinato al veicolo guidato dalla giornalista, e ha aperto il fuoco.
Lourdes Maldonado López, 67 anni, era originaria di Gómez Palacio, nello stato di Durango. Dopo la laurea alla scuola di giornalismo Carlos Septién di Città del Messico, la sua carriera professionale è iniziata ad Acapulco per poi proseguire a Città del Messico, dove ha lavorato nella redazione del telegiornale di Televisa. Successivamente è stata inviata come corrispondente a Tijuana. Ha smesso di lavorare in Televisa nel 2000, continuando però a curare la sua rubrica prima per una tv via cavo locale per poi spostarsi sui social network. Nei suoi lavori si è occupata principalmente di politica e corruzione.
Lourdes Maldonado aveva già subito due attacchi nella settimana tra il 29 marzo e il 4 aprile 2021. Nel primo caso, hanno rotto il finestrino della sua auto con una mazza, nel secondo hanno sparato al veicolo distruggendo il lunotto posteriore.

Roberto Toledo – Monitor Michoacán – Michoacán – 31 gennaio 2022
Il 31 gennaio Roberto Toledo, collaboratore del canale di comunicazione digitale Monitor Michoacán, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Zitácuaro piccolo centro al confine dello Stato del Michoacán sulla strada che collega la capitale Morelia con Città del Messico.
Il 27 gennaio Monitor Michoacán aveva denunciato le minacce contro i suoi redattori “colpevoli” di aver denunciato la corruzione nella zona di Zitácuaro e la collusione di alcuni gruppi criminali con alcuni membri della pubblica sicurezza.  Contestualmente la redazione è stata vittima di diversi insulti tramite i social, con Armando Linares, direttore del canale, nel mirino. In un video, la redazione ha denunciato: “Gli attacchi vengono dalla pubblica amministrazione di Zitácuaro dopo le nostre denunce di corruzione”.
Il 31 gennaio, prima dell’omicidio di Roberto Toledo, il direttore Armando Linares in una diretta ha denunciato le minacce ricevute. Minacce di morte. Poche ore dopo sulla pagina Facebook di Monitor Michoacán è apparso il seguente messaggio: “Quelle minacce sono state messe in atto e oggi uno dei nostri redattori è stato assassinato. Denunciare la corruzione ha portato alla morte di uno dei nostri colleghi”. Meno di due mesi sarà ucciso anche il direttore di Monitor Michoacán.

Heber Lopez – Noticias Web – Oaxaca – 10 febbraio 2022
Giovedì 10 febbraio Heber López Vásquez, direttore della testata giornalistica digitale Noticias Web, è stato assassinato a Salina Cruz, nello Stato di Oaxaca. Il giornalista stava tornando in redazione quando due soggetti lo hanno intercettato lungo la strada e gli hanno sparato.
Nelle ultime settimane López Vásquez si stava occupando di corruzione e dei legami tra i gruppi criminali e alcuni esponenti politici. Tramite il suo lavoro erano emerse diverse anomalie intorno al sistema di appalti di alcune opere, sia comunali che federali. Due anni prima aveva denunciato di aver ricevuto minacce da una guardia del corpo dell’allora sindaco di Salina Cruz, Juan Carlos Atecas.
Heber López, giornalista da 18 anni, ha iniziato la sua carriera come cameraman e fotoreporter per Noticias Voz. Sette anni fa la decisione di dar vita al portale indipendente NoticiasWeb.

Jorge Luis Camero – El Informativo – Sonora – 24 febbraio 2022
Conosciuto con il soprannome di “Choche”, Jorge Camero ha iniziato la sua carriera nella stazione radio XEPS. In seguito, ha collaborato con XEBQ-FM-105 per poi fondare El Informativo, dove si è occupato di sicurezza e giustizia. Contestualmente lavorava nell’ufficio stampa del presidente municipale, Luis Fuentes Aguilar. Pochi giorni prima dell’omicidio, il 9 febbraio ha chiesto un permesso al Comune di Empalme per dedicarsi esclusivamente al giornalismo.

Juan Carlos Muniz – Testigo Minero – Zacatecas – 4 marzo 2022
Juan Carlos Muñiz, giornalista del quotidiano digitale Testigo Minero, è stato ucciso il 4 marzo a Fresnillo, nello Stato di Zacatecas a colpi di arma da fuoco mentre era nella sua auto. Immediatamente la sua morte è stata derubricata alla classica “rapina finita male”. Muñiz infatti lavorava come tassista. La sua è una storia come quella di tanti altri giornalisti, costretti al doppio lavoro dalla drammatica situazione di precarietà in cui versa il giornalismo in Messico.

Armando Linares – Monitor Michoacán – Michoacán – 15 marzo 2022
Dopo Roberto Toledo, redattore di Monitor Michoacán, anche il direttore Armando Linares è stato ucciso. Attraverso il suo profilo Facebook, Joel Vera, un altro giornalista del sito, ha pubblicato la notizia della morte del secondo giornalista del sito di informazione in poco più di due mesi e annunciato la cessazione delle pubblicazioni.
Martedì 15 marzo due sicari hanno fatto irruzione nell’abitazione di Armando Linares e lo hanno ucciso, sparando diversi colpi di pistola. I due killer sono arrivati a bordo di una motocicletta nella colonia Carabanchel domandando ai passanti il domicilio del giornalista.
Dopo la morte di Roberto Toledo, Linares e gli altri redattori di Monitor Michoacán hanno rifiutato l’inserimento nel sistema di protezione per non abbandonare il loro lavoro. “So che da un momento all’altro verranno a uccidermi” ha confidato il direttore ad alcuni amici dopo la morte di Toledo “ma non voglio vivere nella paura, non voglio nascondermi, voglio continuare a fare il mio lavoro”.

* È un’organizzazione indipendente per i diritti umani che opera in tutto il mondo per promuovere il diritto alla libertà di espressione. Prende il nome dall’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che garantisce la libertà di espressione.



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