Gli umani sono innocenti?

La fantascienza ci rassicura: le atrocità commessi in millenni di storia non sono colpa nostra.

Daniele Barbieri

In un mondo parallelo il 17 maggio 2015 – secondo il romanzo «Schiavi degli invisibili» di Erik Frank Russell – noi umani scoprimmo (*) di essere innocenti per le atrocità commessi in millenni di storia. La colpa è dei Vitoni. Ma è solo fantascienza, purtroppo.

Come mai molti scienziati si suicidano e/o muoiono in circostanze misteriose? E perché tutti hanno sul corpo tintura di iodio? «Schiavi degli invisibili» è, fino al quarto capitolo, un susseguirsi di geniali colpi di scena: il bel romanzo di Erik Frank Russell è stato ristampato nel 2010 dall’editore Coniglio (purtroppo con la pessima introduzione dei fascistoidi Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco) ma se non lo trovate in libreria di certo in biblioteca – o sulle bancherelle – rintraccerete una delle vecchie edizioni Urania. Merita la lettura. Ci rassicura che i “cattivi” non siamo noi umani: se poi questa tesi sia comoda, pericolosa o terapeutica… giudicherete voi, magari dopo aver viaggiato in qualche altro maggio dei nostri futuri possibili.

Curiosamente nella fantascienza c’è un altro 17 maggio – del 2157 – interessante: è la data, sul diario di Margie, all’inizio di un racconto (fra i più celebri) di Isaac Asimov, «Quanto si divertivano». So di tante/i insegnanti che lo utilizzano in classe – magari in coppia con «Nove volte sette», sempre di Asimov, storia rivelatrice sui poteri della matematica – per ragionare sulla scuola del presente e quella del futuro. Al tempo del Covid (ricordate? Roba vecchia, vero?) se ne fece materiale didattico.

In quel 17 maggio 2157 Margie annota nel suo diario che «Tommy ha trovato un vero libro». Sfogliandolo i ragazzi e le ragazze commentano: «Che spreconi. Quando un libro era letto non restava che buttarlo. Invece la tv passa non so quanti libri e lo schermo serve sempre». Sfogliano il volume e scoprono che parla della scuola. La gran sorpresa è che, nei tempi antichi, esistevano maestri ma erano esseri umani. Così quando il giorno dopo cominciano le lezioni – lo schermo è acceso e spiega le frazioni – inevitabilmente Margie ripensa a quel libro antico: a quel tempo «Tutti i bambini del quartiere una volta arrivavano a scuola, ridendo e piangendo … imparavano le stesse cose e così potevano discuterne e aiutarsi nei compiti… Chissà quanto si divertivano». Appunto.

Per una curiosa coincidenza (o c’è una ragione “occulta” che io non intendo?) maggio è un mese molto amato da chi scrive fantascienza. Anche il famosissimo «L’ultima domanda» sempre di Asimov inizia a maggio (il 21) mentre il 1 maggio 2088 partono i diari di viaggio di terrestri e marziani nel romanzo «Verso le stelle» di Joe Haldeman. E ancora il 15 maggio 2084 inizia «Korolev», geniale romanzo dell’italiano Paolo Aresi.

Per chiudere questo piccolo cerchio vi dirò che il 19 maggio 2025 nel romanzo «La penultima verità» di Philip Dick si scopre che una delle guerre più sanguinose “in corso”… è una invenzione dei media, rassicurante, fin troppo. Se degli orrori possiamo incolpare i Vitoni o i giornalisti, allora noi siamo sempre innocenti. Mi viene in mente una vecchia vignetta di Altan: «Mi chiedo chi sia il mandante di tutte le cazzate che faccio». Temo di sapere la sgradevole risposta.

(*) non fate troppo caso alla «consecutio temporum»: parlare oggi di un libro sul futuro ma che ora è passato… rende piuttosto complicata la “concordanza” dei verbi persino al professor Severo De Pignolis che è il mio alter ego precisino.



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