Quelle donne in fuga dall’Ucraina a rischio tratta e sfruttamento sessuale

Già diversi i casi di adescamento di donne e ragazze segnalati ai confini e sui social network. ActionAid: "Il pericolo maggiore arriva da chi offre trasporto o alloggio gratuito".

Redazione

Una crisi umanitaria come quella in corso porta con sé altre crisi. Tra queste c’è quella del rischio di tratta delle donne ucraine. In queste settimane abbiamo raccontato quanto l’organizzazione dell’accoglienza sia efficace e di quanta solidarietà si sia creata attorno a questa guerra, tanto che le donne e i bambini ucraini vengono accolti direttamente sul confine e da lì smistati nei centri di accoglienza, privati o pubblici, ma tutti controllati e registrati presso le autorità locali. Per la legge dei grandi numeri però, con un esodo di questo tipo con quattro milioni di persone che hanno attraversato il confine in un mese, il monitoraggio è fondamentale perché le organizzazioni criminali e singoli possono approfittarsi della situazione. Tra le tante ong sul campo in Romania e Polonia c’è anche ActionAid che denuncia il rischio che donne e ragazze in fuga dalla guerra possano finire vittime della tratta sessuale.

Un pericolo che si materializza nei paesi confinanti, come Polonia e Romania, per poi essere smistate nei Paesi “ricchi” dell’Ue. Così è anche in Italia, dove ci sono le prime segnalazioni di annunci esca sui social network per alloggi non sicuri e lavori “a rischio”.

L’estrema fragilità e i pressanti bisogni economici delle donne ucraine attirano l’interesse delle reti criminali di sfruttamento, molto attive dopo l’insorgere dell’emergenza profughi. Oltre a essere presenti nei luoghi di transito ai confini con Polonia e Romania, queste reti cercano di agganciare le donne attraverso i social media, contattandole su diverse piattaforme, offrendo alloggio, trasporto gratuito e poi un lavoro verso i paesi europei, fra cui l’Italia. Le proposte di passaggi in auto da parte di privati che si presentano ai centri di prima accoglienza di confine non sono tracciati da nessuna organizzazione internazionale.

Gli operatori umanitari di ActionAid hanno raccolto segnalazioni di truffe e tentate violenze su donne sole che hanno accettato passaggi da parte di presunti benefattori. Inoltre, il trauma, la vergogna e le difficoltà linguistiche possono ritardare l’emersione e la denuncia di questi episodi di violenza. Anche il non sapere a chi denunciare o aver conoscenza dei numeri di emergenza rischia di aggravare la situazione.

“È assolutamente importante mettere in campo tutte le misure possibili di prevenzione e protezione. Informare le donne e le ragazze dei rischi e dar loro tutte le informazioni sia durante il viaggio sia nei Paesi di arrivo. Hanno bisogno di sapere i loro diritti e capire come potersi inserire nei nuovi contesti. Di quali documenti hanno bisogno? Possono aprire un conto in banca? Possono presentare domanda d’asilo, di cosa hanno bisogno nel caso in cui vogliano farlo? Se non sono in grado, per esempio, di trovare un lavoro che le porti ad avere un reddito per sostenere loro stesse e i figli il rischio è che possano finire in situazioni non sicure e si trovino costrette alla prostituzione o ad accettare lavori che sono in realtà puro sfruttamento della persona” spiega Arianne Martin, esperta nella tutela e protezione delle donne per ActionAid.

In Italia, negli ultimi giorni si sono moltiplicati di annunci sospetti su pagine social dedicate alle comunità ucraine, proposte di lavoro come ragazza alla pari o badante, offerte di alloggi e ospitalità per donne sole senza figli, che destano preoccupazione per il rischio di sfruttamento. ActionAid in Campania, Puglia, Calabria e Basilicata lavora da anni con le comunità di donne ucraine impiegate in agricoltura per tutelare e garantire i loro diritti, in queste settimane si sta impegnando nella protezione delle donne arrivate dall’Ucraina con i loro figli e stiamo monitorando e mappando i rischi a cui sono esposte nel nostro paese.

“Stiamo lavorando perché le donne ucraine che in questi giorni, numerose, raggiungono le loro familiari e conoscenti nell’Arco ionico, possano trovare al loro arrivo spazi sicuri, in cui ricevere la giusta protezione dai rischi che già abbiamo rilevato in tre anni di impegno al fianco delle donne dell’Est Europa impiegate in agricoltura. Accoglierle, ascoltarle e orientarle verso i servizi di welfare e del lavoro dignitoso è la nostra priorità: le loro connazionali che in passato sono migrate per necessità in Sud Italia, lasciando le loro famiglie nei Paesi di origine, hanno vissuto in alcuni casi per oltre cinque anni nei nostri territori senza conoscere quali fossero i loro diritti. Questo non deve accadere ancora, le donne che stanno fuggendo dalla guerra con le loro bambine e bambini hanno diritto a un’accoglienza dignitosa che garantisca loro una vita al riparo da sfruttamento e pericoli” spiega Grazia Moschetti, responsabile Progetti Puglia, Calabria, Basilicata ActionAid.

La storia Olga truffata da chi l’ha portata fuori dall’Ucraina. Olga – nome di fantasia – ha lasciato la sua città in Ucraina non appena è iniziata la guerra. È partita con un ragazzo che aveva conosciuto online e che le ha detto di essere italiano. Di fronte alla possibilità di salvarsi e di avere un’uscita sicura dal suo paese ha accettato. Una volta in viaggio quest’uomo le ha chiesto soldi per la benzina, soldi per la manutenzione della macchina. Le richieste sono aumentate tanto che lei ha dato tutti i soldi che aveva con sé. A quel punto, appena passato il confine, lui è sparito lasciandola sola, senza soldi e contatti. Senza sapere dove andare. Non aveva famiglia o amici in Europa e ha anche pensato di tornare indietro in Ucraina. Poi per fortuna ha incontrato alcuni volontari che l’hanno portata in un rifugio protetto.



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