I giornalisti devono avere libero accesso a Gaza

Sei settimane di guerra e 60 giornalisti uccisi: un appello per l'accesso a Gaza e per la libertà di informazione.

Rossella Guadagnini

Nella Striscia di Gaza, dal 7 ottobre a oggi, sono stati uccisi 60 giornalisti sotto i continui bombardamenti. In sole sei settimane di guerra si è raggiunto il numero più alto dal 1992, secondo quanto afferma il Comitato Internazionale per la protezione dei giornalisti (CPJ).
Amnesty International Italia, Assopace Palestina, Fnsi, Odg, Usigrai Articolo 21, Rete NoBavaglio, Un Ponte per, Free Assange Italia, Gv Press e Lettera 22 sostengono una petizione, firmata da giornalisti italiani e internazionali che chiedono l’accesso a Gaza per coprire una guerra di vitale importanza per i nostri Paesi e il nostro futuro.
“Questa non è solo una richiesta per giornalisti -sostengono- ma un appello per difendere i principi fondamentali su cui si fonda ogni società libera e democratica. La copertura giornalistica indipendente è fondamentale specialmente in periodo di guerra.
La richiesta è resa ancora più urgente dai continui blackout mediatici che isolano completamente la Striscia di Gaza, rendendo impossibile anche la comunicazione su social network.
Venerdì 24 nella sala di Stampa Romana di piazza della Torretta 36 a Roma si terrà un incontro per discuterne: interverranno – tra gli altri – Alessandra Costante, Vittorio Di Trapani, Beppe Giulietti, Lucia Goracci, Riccardo Iacona, Luisa Morgantini, Tina Marinari, Alberto Negri, Nello Scavo e i colleghi che hanno portato avanti petizioni analoghe in Francia e Spagna.
CREDITI FOTO: EPA/FAZRY ISMAIL



Ti è piaciuto questo articolo?

Per continuare a offrirti contenuti di qualità MicroMega ha bisogno del tuo sostegno: DONA ORA.

Altri articoli di Rossella Guadagnini

Autonomia Differenziata, divario Nord-Sud, disugualianze economiche: intervista a Franco Russo, dell’Osservatorio Ue sul Ddl 1665. 

Rinviata ancora una volta la decisione sul destino di Julian Assange, prigioniero in attesa di processo da 5 anni.

Le manifestazioni studentesche represse a manganellate sono inconcepibili in uno Stato democratico.

Altri articoli di Mondo

Il 25 aprile 1974, una sollevazione popolare e militare mise fine all'Estado Novo di Salazar, che terrorizzava il Portogallo dal 1933.

Il voto sulla commemorazione del genocidio di Srebrenica è un’occasione di affrontare le atrocità del passato e lo spettro di un nuovo conflitto.

L’ultima tornata elettorale in Turchia ha visto l’Akp di Erdoğan scendere a secondo partito su scala nazionale.