Il ministro Valditara e i dinosauri

Il ministro dell’Istruzione Valditara si è recentemente interrogato sull’utilità di insegnare la storia dei dinosauri nelle scuole primarie. Non è il primo del suo schieramento politico a non riconoscere il ruolo dell’evoluzione biologica nel comprendere noi stessi e il nostro ruolo nell’ambiente in cui viviamo. La ministra Moratti, durante iI secondo governo Berlusconi, aveva tentato di eliminare lo studio dell’evoluzione dai programmi di Scienze delle scuole medie. Ieri come oggi, la destra di governo continua a essere poco sensibile ai valori del pensiero critico e razionale di cui la scienza rappresenta la massima espressione.

Silvano Fuso

Partecipando alla XXII edizione di Futuro Direzione Nord (kermesse promossa dalla Fondazione Stelline insieme a Inrete, in collaborazione con Assolombarda e con il contributo di Regione Lombardia), il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara è intervenuto a proposito dei programmi scolastici. Esprimendo perplessità riguardo a un presunto sovraccarico di nozioni che caratterizzerebbe il nostro sistema scolastico, il ministro ha dichiarato:
In terza elementare si va a narrare e a spiegare tutte le specie di dinosauri. Addirittura c’era un animale vissuto 40 milioni di anni fa e questi bambini devono studiare e imparare questo animale vissuto in Messico ed estinto da milioni di anni. Tutto questo, ma a che serve?[1]
Da qui la necessità, auspicata dal ministro, di una semplificazione dei programmi per privilegiare la qualità sulla quantità. Nella stessa occasione il ministro ha stigmatizzato ancora una volta l’uso del cellulare nella didattica, sottolineando la necessità di un ritorno al libro e alla scrittura. Stranamente ha però assolto l’uso del tablet, ribadendone l’importanza come strumento didattico e sottolineandone la differenza rispetto al cellulare:
Il web è un grande oceano dove alla fine ci si perde, certamente ritornare all’importanza del libro, della scrittura, poi dopo c’è il tablet, è importante. Il tablet c’è in tutte le scuole primarie, ma non il cellulare. Il cellulare crea danni nel bambino piccolo, anche a livello psicologico, crea anche una dipendenza psichica.
Francamente ci sfugge la differenza tra cellulare e tablet sottolineata dal ministro, per quanto riguarda l’uso in classe. Dimensioni a parte, infatti, oramai tablet e cellulari svolgono le stesse funzioni e, dal punto di vista didattico, sono sostanzialmente intercambiabili. Se usati bene, possono entrambi rappresentare un’utile risorsa.
Ma non è di questo che vogliamo parlare, ritenendo più interessante focalizzarci sui dinosauri.
A cosa serve studiarli, si chiede il ministro, visto che sono estinti? (L’estinzione dei dinosauri si ritiene risalga a circa 65 milioni di anni fa e qui forse il ministro fa una certa confusione con l’animale vissuto in Messico di cui parla).
Ricordo che alle scuole superiori avevo un’ottima insegnante di matematica che quando ci spiegava astratti teoremi, amava affermare: “Non chiedetemi a cosa serva. Nella vita infatti servono solo due cose: la salute e i soldi!”. Naturalmente la sua era una provocazione: era infatti un’ottima docente che amava profondamente la sua materia e che riusciva a trasmettere la sua passione a noi studenti.
Chiedersi a cosa serva studiare qualcosa è una domanda abbastanza oziosa. Può essere applicata a qualsiasi argomento e, in generale, all’intera pratica dello studio. A cosa serve infatti studiare?
Una delle migliori risposte la diede, qualche tempo fa, Corrado Augias, ricordando un episodio scolastico. Il primo giorno di liceo, un professore chiese alla classe: “Chi sa dire a cosa serve studiare?”. Alcuni tentarono risposte del tipo: “A diventare adulti”, “A crescere bene e diventare brave persone”, ecc. Al ché, il professore, non soddisfatto delle risposte degli studenti, espose la propria: “Ad evadere dal carcere”. Di fronte allo stupore della classe, il professore aggiunse: “L’ignoranza è un carcere, perché la dentro non capisci e non sai che fare! Studiare serve ad evadere dalla prigione da chi vi vuole stupidi e creduloni e a scavalcare il muro dell’ignoranza per poter capire senza chiedere aiuto. E sarà difficile ingannarvi!”.
Con buona pace del ministro Valditara, anche studiare i dinosauri serve ad evadere dal carcere. Al di là delle metafore, i dinosauri fanno parte della nostra storia. Homo sapiens non ci sarebbe se non ci fossero stati i dinosauri: quindi essi contribuiscono a farci capire chi siamo e da dove veniamo. Noi siamo figli di tutti gli esseri viventi che ci hanno preceduti e di tutte le vicende che hanno interessato il nostro pianeta. Lo studio della paleontologia e dell’evoluzione biologica è essenziale per comprendere noi stessi e il nostro ruolo nell’ambiente in cui viviamo e con cui interagiamo, spesso in maniera prepotente e dissennata.
È piuttosto curioso, ma forse non casuale, che un’altra ministra dell’istruzione (appartenente allo stesso schieramento politico di Valditara), Letizia Moratti (titolare del MIUR nei governi Berlusconi II -dall’11 giugno 2001 al 23 aprile 2005- e Berlusconi III -dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006-), vent’anni fa avesse cercato di eliminare lo studio dell’evoluzione dai programmi di Scienze delle scuole medie. Solo in seguito alle profonde reazioni di protesta suscitate nel mondo accademico, a fine aprile 2004 la ministra Moratti istituì una commissione di saggi per esaminare il problema[2]. Al termine dei lavori, a fine febbraio 2005, le conclusioni della Commissione furono chiarissime: “Lo studio dell’evoluzione è essenziale per una visione integrale della vita”.
Lo studio dell’evoluzione trascende però lo stretto ambito delle scienze biologiche. Si tratta infatti di una tematica complessa e altamente interdisciplinare, fondamentale anche per capire il mondo contemporaneo. Oggi l’approccio evolutivo consente di comprendere moltissimi aspetti della nostra vita: dalla nostra psicologia, alle nostre credenze, dalla nostra morale fino ai rapporti tra noi, l’ambiente e le altre specie viventi[3]. I dinosauri rappresentano una tappa fondamentale del processo evolutivo e liquidarli come ha fatto il ministro a qualcosa di lontano e inutile rappresenta una grave e ingiustificabile superficialità.
È anche interessante andare a vedere cosa proponga il ministro in alternativa allo studio dei dinosauri. Indignato per il tempo perso a studiare cose secondo lui inutili, Valditara ha infatti affermato:
E poi non conosciamo le esperienze più importanti del nostro passato che ci hanno dato i grandi valori dell’Occidente. Bisogna semplificare e far prevalere la quantità sulla quantità.
A proposito di valori, nel 1996 il fisico e filosofo della scienza Giuliano Toraldo di Francia (1916-2011) scriveva:

Tra le insopportabili lamentazioni con le quali ci affliggono giornalmente tanti “pensatori” e commentatori contemporanei ce ne sono soprattutto due che spiccano per la loro banale vuotezza: intendiamo parlare della perdita dei valori e della perdita delle certezze. Anche ammesso, ma non affatto concesso, che quei termini abbiano un preciso, e univoco, significato, non viene in mente a nessuno che forse si stia piangendo la perdita di cose che in realtà non ci sono mai state, di concetti costruiti solo per la volontà di deplorare i «mali» della nostra epoca?
Lasceremmo volentieri ai moralisti la preoccupazione per i valori, passando subito al caso delle certezze; ma non è così facile, dato che molto spesso coloro che parlano di perdita delle certezze, si riferiscono più che altro al fatto che oggi l’umanità comincia a non essere più tanto sicura che alcuni valori tradizionali siano davvero valori! Si ripiomba così nell’assiologia, della quale volevamo liberarci[5].


Il ministro, nella sua dichiarazione, non ha specificato a quali valori dell’Occidente si riferisse. È inoltre curioso che abbia fatto riferimento al solo Occidente, come se l’Oriente non ne avesse a sua volta prodotti. In ogni caso tra i grandi valori che abbiamo ereditato dai nostri predecessori vi è sicuramente il pensiero critico e razionale di cui la scienza rappresenta la massima espressione. E, come abbiamo già sottolineato in precedenti interventi, la maggioranza cui il ministro Valditara appartiene non sembra essere particolarmente sensibile nei confronti di tale valore.
CREDITI FOTO: Question time alla Camaera con i ministri Urso, Nordio, Zangrillo, Lollobrigida e Valditara, 17 Apr. 2024, ANSA /Riccardo Antimiani



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