Contro la guerra di Putin e per la libertà e la pace in Ucraina
L‘iniziativa si rivolge innanzitutto e chiaramente all’invasore chiedendo l’immediato cessate il fuoco da parte di Putin e il ritiro delle truppe russe come precondizione per i negoziati.
Redazione
“Siamo solidali con la resistenza del popolo ucraino”, continua il comunicato di lancio dell’iniziativa, “e con chi in Russia si oppone alla guerra di Putin e si sottrae alla leva obbligatoria, con i pacifisti, il movimento delle donne, gli attivisti sindacali e gli operatori dell’informazione che respingono la mobilitazione e sono vittime della repressione del regime moscovita. Non è il popolo russo il nostro nemico!”. Non mancano anche accenti critici nei confronti della Nato: “Ci opponiamo con vigore”, si legge ancora nel comunicato, “alle dinamiche militariste che la Nato e i governi europei stanno imponendo e siamo assolutamente contrari all’aumento della spesa militare con il pretesto della guerra in corso”.
Accenti e toni diversi da quelli che hanno caratterizzato le manifestazioni contro la guerra che si sono fin qui organizzate in Italia. “Dall’inizio dell’invasione russa ci sono state di manifestazioni del pacifismo contro la Nato, contro l’Ue, contro la guerra in generale senza che venissero mai nominati i veri soggetti della guerra: chi l’ha cominciata, dove si svolge, chi sono le vittime”, ha dichiarato a MicroMega Germano Monti del comitato promotore della manifestazione. “Molte di queste esternazioni non hanno nascosto una tale antipatia verso gli ucraini che a volte sembrava quasi fosse stata l’Ucraina a invadere la Russia… Non abbiamo mai sentito una parola non dico di solidarietà, ma neanche di compassione verso gli ucraini e anche verso i pacifisti russi. I nostri nemici non sono i russi”, spiega Monti. “Non è il popolo russo. Alcuni gruppi della sinistra russi stanno facendo tutto quello che possono per dire No alla guerra.” Anche la manifestazione del 7 ottobre vedrà la partecipazione di una figura importante della dissidenza russa, il sociologo e dissidente Alexander Bikbov.
Per Monti, “la causa principale che ha trascinato la sinistra italiana fuori dalla realtà è che tuttora nella stragrande maggioranza si tratta di una sinistra stalinista, che non è mai mentalmente uscita dalla Guerra Fredda e da un pensiero su monorotaia. Non ci si rende conto che gli imperialismi sono più di uno, che i colonialismi sono più di uno. Che non c’è più solo un imperialismo americano e qualcuno che gli si oppone. Ma se anche ci fosse, questo qualcuno che gli si oppone non è migliore.” È la stessa sinistra che negli anni scorsi ha negato la sua solidarietà alle popolazioni in rivolta contro regimi dittatoriali, come il popolo siriano, o quello egiziano, solo perché il nemico non erano gli Usa. “In questo modo si negano i diritti fondamentali dei popoli alla libertà dalle dittature. La vicenda siriana è indicativa: di fronte al genocidio da parte di Assad e dei suoi alleati, fra cui Putin, non c’è stata la capacità di esprimere vicinanza. In singolare coincidenza con le posizioni assunte dall’estrema destra; sia allora, sia oggi. Giacché non è un mistero per nessuno che Putin finanzia copiosamente settori di estrema destra. La verità è che questi settori, in modo più o meno sfacciato, sperano che la guerra in Ucraina venga vinta da Putin. Ma se Putin vincesse, oltre che una tragedia per l’Ucraina sarebbe una minaccia per i diritti umani in tutto il mondo.”
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