Ipsa dixit: Giorgia Meloni e le leggi ad personam solo per alcuni

Giorgia Meloni, interrogata sul caso Cospito sostiene che le pene devono essere scontate, perché «vale per tutti». Ma le sue dichiarazioni di oggi non solo le stesse di ieri.

Alessandro Brescia

Intervenuta a Roma all’evento del centrodestra per la candidatura di Francesco Rocca alla presidenza della Regione Lazio, il presidente del Consiglio (così come ha chiesto di essere chiamata) Giorgia Meloni ha dismesso per un momento i panni da Premier per riprendere quelli più cari di tribuno del popolo che arringa la folla. Questa volta, in diretta TV, sul tema caldo della giustizia tra caso Cospito e 41 bis “…ma significa anche che quando sei condannato con sentenza passata in giudicata la pena te la devi scontare. Vale per tutti...”.

L’invettiva non fa una piega se si esclude quanto la stessa Giorgia Meloni dichiarava a Sabelli Fioretti nel dicembre 2006 “…Le leggi ad personam bisogna contestualizzarle. Sono delle leggi che Berlusconi ha fatto per sé stesso. Ma sono leggi perfettamente giuste...”.

Più che una dichiarazione, un imbarazzante ossimoro. Proprio per “contestualizzare” è bene ricordare che, durante i governi Berlusconi, le leggi ad personam e i provvedimenti di cui si sono giovate le aziende dell’allora premier furono mal contate una trentina (e questo dà già la cifra del livello di assuefazione collettiva cui si è giunti. In un Paese “normale” dovrebbe essere ripudiata anche solo l’idea che si possa discutere di una possibile legge a vantaggio del premier di turno e/o dei suoi interessi economici).

A questo dobbiamo aggiungere la vergogna nazionale del 5 aprile 2011, quando Giorgia Meloni insieme ad altri 231 deputati del Popolo delle Libertà votarono che Ruby, la ragazza marocchina recuperata nel maggio 2010 in Questura a Milano da Nicole Minetti, dietro telefonata del premier Silvio Berlusconi, era la nipote di Mubarak, ex presidente egiziano. Una balla colossale, votata in Parlamento.

Ora, non siamo così ingenui. Siamo consapevoli che condotte coerenti e credibili non siano tra le principali preoccupazioni di buona parte dell’establishment politico nostrano. E tutto sommato, la cosa non sembra destare particolari ansie tra molti cittadini e cittadine che si recano alle urne, tra rassegnati e compiacenti. Tuttavia per altri, coerenza e credibilità restano atteggiamenti e pratiche da osservare, se non valori cui ispirarsi.

Evidentemente quel “vale per tutti” dichiarato oggi (tardivamente) esclude quelli che ieri (impunemente) le leggi se le sono potute cambiare. A piacere e, pare di capire, per giusta causa…

 

(credit foto ANSA/CLAUDIO PERI)



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