Israele alla sbarra della Corte internazionale di giustizia

Giovedì 11 e venerdì 12 gennaio alla Corte internazionale di giustizia si terranno le udienze pubbliche relative alla richiesta di provvedimenti provvisori avanzata dal Sudafrica al fine di “proteggere contro ulteriori, gravi e irreparabili danni i diritti del popolo palestinese”.

Ingrid Colanicchia

Giovedì 11 e venerdì 12 gennaio alla Corte internazionale di giustizia (principale organo giudiziario Onu, da non confondere con la Corte penale internazionale, che pure ha sede a L’Aia) si terranno le udienze pubbliche relative alla richiesta di provvedimenti provvisori avanzata dal Sudafrica al fine di “proteggere contro ulteriori, gravi e irreparabili danni i diritti del popolo palestinese” e “garantire il rispetto da parte di Israele degli obblighi derivanti dalla Convenzione Onu sul genocidio”.
Come noto, il 29 dicembre scorso il Sudafrica ha avviato presso la Corte Onu un procedimento contro Israele, accusato di aver violato, con le azioni intraprese dopo la strage del 7 ottobre, gli obblighi derivanti dalla sua adesione alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Il Sudafrica sostiene peraltro che gli “atti di genocidio” dovrebbero essere collocati “nel contesto più ampio della condotta di Israele nei confronti dei palestinesi durante i 75 anni di apartheid, i 56 anni di occupazione belligerante del territorio palestinese e i 16 anni di blocco di Gaza”. Considerato che per un pronunciamento definitivo da parte della Corte possono volerci anni, il Sudafrica ha sottoposto ai giudici Onu anche alcuni provvedimenti urgenti per proteggere il popolo palestinese della Striscia, in primo luogo la sospensione immediata delle operazioni militari dentro e contro Gaza. Provvedimenti che saranno appunto al centro delle udienze in questione.
Il Ministero degli Esteri israeliano ha definito il procedimento avviato dal Sudafrica “privo di base sia fattuale sia giuridica” affermando – a dispetto dell’evidenza – che “Israele dirige i suoi sforzi militari solo contro l’organizzazione terroristica Hamas e le altre organizzazioni terroristiche che collaborano con Hamas”. “Israele – si legge nella dichiarazione del Ministero – ha chiarito che i residenti della Striscia di Gaza non sono il nemico e sta facendo ogni sforzo per limitare i danni e per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia”.
La Corte internazionale di giustizia è composta da 15 giudici eletti dall’Assemblea generale e dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un mandato di nove anni. Quando due Paesi hanno una controversia e la Corte non ha al suo interno rappresentanti dei due Stati, i governi possono nominare giudici ad hoc per l’esame della controversia in questione. In questo caso, il Sudafrica ha nominato l’ex vice presidente della Corte Suprema Dikgang Moseneke, Israele l’ex presidente della Corte Suprema Aharon Barak.
Una nomina, quella di Barak, che la giornalista di +972mag Orly Noy ritiene azzeccatissima per gli interessi di Israele: “Non per l’abilità legale di Barak, né per la reputazione internazionale che si è costruito, e nemmeno per il fatto che è un sopravvissuto all’Olocausto – cosa che non è passata inosservata a coloro che lo hanno mandato all’Aia. Piuttosto, nel suo nuovo ruolo Barak continua di fatto la missione alla quale ha dedicato tutta la sua vita professionale: legittimare la maggior parte dei crimini di Israele, difendendo allo stesso tempo la facciata della ‘democrazia israeliana’. Barak, dopo tutto, è uno degli autori più significativi della dottrina giuridica secondo cui Israele può affermare di essere una democrazia pur mantenendo un’occupazione militare senza fine e privando sistematicamente i palestinesi dei loro diritti, della loro dignità, della loro terra e delle loro proprietà”. “L’87enne – conclude Noy – si è offerto volontario per indossare ancora una volta il mantello del dottor Jekyll per legittimare i crimini di Mr. Hyde; un corpo al servizio dell’hasbara israeliano”.
Una decisione sulle misure provvisorie potrebbe essere adottata entro poche settimane.



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