“Cittadinanza a chi ha studiato in Italia”: il 60% degli italiani a favore dello Ius scholae

Questo l'esito di un sondaggio Quorum/Youtrend per ActionAid, che ha incontrato il presidente Mattarella al Quirinale: "Serve una riforma della legge sulla cittadinanza".

ActionAid Italia

In vista dell’approdo alla Camera della discussione dello “Ius Scholae”, che riconosce la cittadinanza italiana ai figli di persone straniere nati o cresciuti in Italia dopo aver completato 5 anni di scuola, ActionAid presenta i risultati del sondaggio realizzato da Quorum/Youtrend per conoscere cosa pensano gli italiani sulla riforma. Questa mattina durante l’incontro al Quirinale con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dei 50 anni della Federazione Internazionale di ActionAid, grazie all’intervento dell’attivista Ada Ugo Abara, l’organizzazione ha espresso l’auspicio di veder realizzata la riforma della legge sulla cittadinanza per i ragazzi e le ragazze cresciute nel nostro Paese.

Il Sondaggio. Gli italiani non conoscono i criteri proposti dalla Riforma dello Ius Scholae, il 62% non sa in cosa consiste la legge sulla cittadinanza che andrà in esame alla Camera. C’è una forte ignoranza sul tema che rivela come il fenomeno e il dibattito nell’opinione pubblica e nella politica sia condizionato da scarsa consapevolezza e posizioni ideologiche. Infatti, una volta conosciuti i dettagli della riforma, circa 6 italiani su 10 sono a favore della attuale proposta Ius Scholae. Un fronte ampio di consensi che travalica le appartenenze partitiche e attraversa anche il centro destra: il 48% degli elettori della Lega è d’accordo con lo Ius Scholae, il 35% tra chi si dichiara elettore di Fratelli d’Italia e il 58% degli intervistati di Forza Italia. Oltre a un amplissimo fronte favorevole tra tutti gli altri elettori, c’è una forte apertura alla riforma proprio negli schieramenti che in Parlamento invece sono estremamente negativi e si oppongono al testo di Legge.

Più consapevolezza significa più apertura. Il numero reale di quanti studenti senza cittadinanza frequentano le scuole italiane è ignoto alla stragrande maggioranza degli intervistati (solo l’11% indica la cifra approssimativa corretta). Quando vengono a conoscenza del numero reale degli studenti coinvolti dalla Riforma (1 su 10 oggi frequenta le nostre scuole ma non ha cittadinanza, 877mila in totale) la percentuale dei favorevoli si amplia ancora e chi era scettico cambia percezione: in totale il 37,6% degli intervistati è colpito positivamente. È interessante notare come la conoscenza del fenomeno nei suoi aspetti concreti porti a polarizzare le posizioni in seno all’elettorato di centro destra: su chi vota Lega c’è un 25% che si dichiara più favorevole alla riforma e un 17% meno propenso, tra gli elettori di Fratelli d’Italia il 20% si dice più a favore e il 28% esprime maggiore scetticismo, in Forza Italia si rafforzano del 34% le opinioni di chi è a favore e solo il 15% si dichiara meno favorevole. Questo a segnalare che nel blocco che va dal centro alla destra più conservatrice la riforma apre un dibattito e fa schierare una parte significativa degli elettori a favore dei diritti per i giovani nuovi italiani cresciuti in Italia. Fra le difficoltà incontrate dai giovani senza cittadinanza quella considerata più grave dagli italiani (65% di risposte) riguarda la mancata presa d’atto della loro stabile presenza nella società italiana: “Non sentirsi riconosciuti nel Paese in cui si vive fin da bambini e temere di non potervi rimanere per difficoltà lavorative dei genitori”.

“Tutti i partiti sono chiamati a prendere una posizione sullo Ius Scholae in Parlamento, questo sondaggio ci dice chiaramente che c’è un fronte trasversale tra gli italiani che vuole riconoscere il diritto alla cittadinanza per ragazze e ragazzi che vivono in Italia e frequentano la scuola. Nonostante il testo dello Ius Scholae non tocchi molti aspetti cruciali che producono discriminazioni per l’accesso alla cittadinanza, l’approvazione della Riforma sarebbe un segnale importante, capace di produrre effetti positivi. Per molti minori la qualità della vita potrebbe migliorare significativamente. Inoltre, sarebbe la prima modifica strutturale della legge n. 91 del 1992. A trent’anni di distanza questa sarebbe la dimostrazione che la legge sulla cittadinanza può essere cambiata, perché l’Italia è cambiata: è arrivato il momento di una stagione politica nella quale la legge sulla cittadinanza può essere riscritta nel suo complesso per ampliare il riconoscimento dei diritti. Dal sondaggio, infatti, emerge che il 63% degli italiani sarebbe a favore anche di un riconoscimento immediato della cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri” spiega Francesco Ferri, migration advisor ActionAid Italia.

“Oggi è un giorno di grande speranza e significato, lo Ius Scholae arriva alla Camera e ho avuto la possibilità di parlare con il Presidente della Repubblica della riforma. Ora una persona cresciuta in Italia e ancora senza cittadinanza ha l’opportunità di parlare con il Capo dello Stato: era impensabile per la generazione dei nostri genitori poter rivolgere le proprie istanze ai massimi livelli, questo è esemplificativo dei passi in avanti che il nostro Paese ha fatto, segno della partecipazione attiva delle persone con background migratorio. Oggi c’è bisogno di coraggio per superare i giochi di forza tra partiti e far uscire dall’invisibilità quasi un milione di giovani senza cittadinanza” dichiara Ada Ugo Abara, attivista della Rete per la cittadinanza di cui fa parte anche ActionAid.



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