La Chiesa di Francesco: obbediente e docile

Papa Bergoglio ha bocciato senza appello i tentativi di riforma della Conferenza episcopale tedesca. La Chiesa deve rimanere quello che è: un dominio di potere maschile lontano dal mondo, rigido e autoritario.

Helmut Ortner

Papa Francesco ha recentemente respinto senza appello il processo di riforma della Chiesa cattolica tedesca, il cosiddetto “Cammino sinodale“, con il quale la conferenza episcopale tedesca intendeva avviare le prime, timide, riforme soprattutto in materia di ruolo delle donne nella Chiesa e atteggiamento nei confronti degli omosessuali. In un’intervista rilasciata al giornale dei gesuiti La Civiltà Cattolica, Bergoglio ha aspramente criticato lo zelo per il cambiamento della Chiesa tedesca. Al presidente della Conferenza episcopale tedesca, Georg Bätzing, ha detto: “In Germania c’è una Chiesa evangelica molto buona. Non ce ne vogliono due”.

Critiche massicce erano già venute da parte degli ecclesiastici più integralisti, che lamentano che l’iniziativa tedesca abbia già creato molta “confusione” tra i pii credenti e sottolineano come in essa manchi un “autentico ascolto dello Spirito Santo”. I firmatari della lettera contro il Sinodo tedesco – tra cui il cardinale australiano George Pell, condannato in primo grado a sei anni di carcere per abuso sessuale nei confronti di due ragazzi del coro e poi assolto in appello – hanno osservato, tra l’altro, che il “Cammino sinodale” mina l’autorità della Chiesa e la morale sessuale. I testi sinodali sarebbero “ispirati dalle ideologie politiche contemporanee, inclusa l’ideologia di genere”.

Gli integralisti clericali sono completamente in linea con il Vaticano, che segue gli sforzi di riforma tedeschi con il massimo sospetto. L’anno scorso Papa Francesco aveva annunciato di voler aprire la Chiesa a una maggiore partecipazione dei laici. Tutti i fedeli sono chiamati a partecipare all’ulteriore sviluppo della Chiesa, si legge in un documento presentato dal Vaticano in preparazione al Sinodo mondiale dei vescovi del 2023. Tuttavia, è l’ufficio centrale di Roma che continua a decidere in quale direzione le persone sono autorizzate a pensare. Il pontefice è una sorta di navigatore generale terrestre.

E anche dopo queste dure parole del papa contro il cammino sinodale tedesco non c’è da aspettarsi un’opposizione rumorosa. Da anni i fedeli praticano l’obbedienza. Tutto nella Chiesa cattolica rimane uguale: un cartello clericale tutto al maschile. Il potere è legato al papa, ai cardinali e ai vescovi. Solo loro possono interpretare e proclamare i princìpi dottrinali vincolanti, traducendoli in dogmi e legislazione ecclesiastica. La maggioranza dei fedeli deve loro docilità e obbedienza mentre, al contrario, gli uomini di Chiesa non devono in alcun modo rendere conto ai credenti laici. Una chiara struttura di potere: ai laici tocca pregare e sperare, al clero decidere. Non c’è spazio per la democrazia. La Chiesa cattolica è e rimane un dominio di potere maschile lontano dal mondo, rigido, autoritario, che viola i diritti fondamentali.

Certo, in alcune parti dell’impero cattolico mondiale, soprattutto in alcune zone d’Europa, c’è fermento. La fede organizzata e affiliata alla Chiesa sta diminuendo, almeno questo è quello che mostra il calo di adesioni che ha certamente a che fare con gli abusi e gli scandali finanziari, ma anche con un’immagine della società e dell’umanità che sta perdendo la sua presa. In Germania, solo l’anno scorso più di 640.000 persone hanno lasciato le due grandi Chiese. Tra i cattolici, 360.000 persone hanno voltato le spalle alla Chiesa, tra i protestanti circa 280.000. Ora, non tutti coloro che lasciano la “casa della Chiesa” si allontanano immediatamente da Dio e dalla fede. Ma una cosa è chiara: la fiducia nel personale divino in Terra si sta rapidamente sgretolando. Eppure, molti vogliono ancora credere e amano farlo insieme, nonostante tutto. Per molti credenti in tutto il mondo la “casa della Chiesa” continua a essere – nonostante gli abusi e gli scandali finanziari – una casa piena di significato nel qui e ora con tutte le promesse per l’aldilà.

Norbert Lüdecke, professore di diritto canonico all’Università di Bonn, ha pubblicato l’anno scorso un libro illuminante in cui smonta il “Cammino sinodale”. Secondo l’autore si tratta semplicemente di un modo per incanalare l’attuale forte pressione critica nei confronti della Chiesa attraverso la messa in scena di una pseudodiscussione, in cui dare ai laici la sensazione di sentirsi coinvolti senza di fatto poter decidere nulla. Proclamare l’apertura e la partecipazione come strategia di marketing clericale. Non porta nulla di nuovo in termini di contenuti, anzi consolida ciò che già esiste: la posizione della donna, la morale sessuale, la gestione del potere e del celibato sacerdotale, gli abusi e la corruzione.

I credenti hanno bisogno di un solido cuscinetto di resilienza, di molta repressione e di una grande disponibilità all’umiliazione per sentirsi a casa in questa dittatura clericale maschile consapevole del proprio potere. Lüdecke descrive in modo impressionante la struttura e la dinamica dello pseudodibattito all’interno della Chiesa. Il cosiddetto “Cammino sinodale” non sarebbe altro che una grande autoillusione dei cattolici laici e una manovra ingannevole degli uomini di Chiesa, messa in atto senza remore per neutralizzare la protesta interna alla Chiesa e i tentativi di riforma. Lüdecke si chiede: perché i fedeli non si ribellano a questa simulazione di partecipazione? Ci sono fattori che oscurano la capacità dei cattolici di guardare in faccia la realtà ecclesiale, o forse una disposizione specificamente cattolica a non voler vedere affatto questa realtà? La loro paura di dover prendere le distanze da una Chiesa incapace di riformarsi è più grande della loro sofferenza per la Chiesa realmente esistente? Quasi laconicamente, l’autore descrive come, in questo modo, il popolo della Chiesa continui a camminare attentamente sorvegliato attraverso un “villaggio Potëmkin sinodale”, “in cui si pratica soprattutto una cosa: il vecchio atteggiamento cattolico di sottomissione ai governanti della Chiesa”. In breve, tutto rimarrà com’è.

Il sottotitolo del libro è: I cattolici hanno la Chiesa che meritano? Verrebbe da rispondere: sì! Nessuno infatti è obbligato a soffrire all’interno della Chiesa. Il tormento dell’anima può avere termine rapidamente: lasciando la Chiesa. Sarebbe la risposta appropriata alla visione reazionaria del mondo del Papa e alle continue messe in scena ingannevoli dei suoi chierici ossessionati dal potere. “Parlano di beatitudine nell’aldilà ma vogliono il potere in questo mondo”, ha detto Christopher Hitchens. Potrebbe essere il motto per la “sinodalità” del Vaticano. *

(traduzione dal tedesco di Cinzia Sciuto)

* Questo testo è apparso originariamente in tedesco con il titolo “Folgsam und gehorsam” in Humanistischer Pressedienst, 6 luglio 2022.

 



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