“La Costituzione e i suoi nemici” allo Spin Time Labs di Roma

Presentazione del vol. 1/2024 di MicroMega “La Costituzione e i suoi nemici”, con Roberto Scarpinato, Norma Rangeri e Paolo Flores d'Arcais.

Redazione

Martedì 5 marzo alle 18.30 ha avuto luogo la prima presentazione romana del vol.1/2024 di MicroMega “La Costituzione e i suoi nemici” presso Spin Time Labs.
Sono intervenuti Paolo Flores d’Arcais, direttore di MicroMega, Norma Rangeri, giornalista ed ex direttrice del Manifesto, e Roberto Scarpinato, Senatore ed ex procuratore generale della Corte di Appello di Palermo.
Ringraziamo di cuore la comunità di Spin Time per l’ospitalità.


Di seguito un breve estratto del testo di Norma Rangeri pubblicato su MicroMega 1/2024.

Libertà e pluralità dell’informazione
di Norma Rangeri
Che l’informazione sia l’infrastruttura di una sana democrazia, e che senza un vero pluralismo di voci – muro maestro di un’opinione pubblica consapevole – non c’è libertà, lo avevano ben compreso i nostri padri e le nostre madri costituenti quando scrissero l’articolo 21 che tutti conosciamo: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con le parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni e censure».

Soffermiamoci un attimo. L’articolo 21 dice «Tutti», cioè si tratta, come spiega la cultura costituzionale, di un riconoscimento generale e collettivo senza distinzioni o discriminazioni, a prescindere della cittadinanza. Poi specifica: «di manifestare liberamente il proprio pensiero». Significa riconoscere sia la libertà di esprimere le proprie opinioni, sia quella di non manifestarne alcuna (cioè il diritto al silenzio), chiaro riferimento al ventennio mussoliniano che obbligava al Signorsì.

Come e quanto questi princìpi di libertà e pluralismo siano stati e siano ora effettivamente promossi e rispettati, è il tema di questo mio intervento.

Bersagli nel mondo
Per capire qual è lo stato di salute della libertà d’informazione nel mondo, penso sia indicativo citare due storie, due nomi assai eloquenti sul nesso tra democrazia e informazione: Julian Assange e Anna Politkovskaja.

Nel caso di Assange, parliamo di un giornalista australiano, fondatore di WikiLeaks, incriminato dagli Usa per spionaggio, per aver informato il mondo sui crimini di guerra in Iraq e Afghanistan; rinchiuso per 8 anni nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, e da 4 in un carcere di massima sicurezza inglese, in attesa di estradizione negli Usa. Nel caso di Anna Politkovskaja parliamo di una giovane donna, reporter della prestigiosa Novaja Gazeta (giornale oggi messo fuori legge da Putin), uccisa per le sue inchieste sulla guerra in Cecenia. Dunque all’Ovest e all’Est, nelle democrazie e nelle autocrazie, il cosiddetto Quarto potere, il potere al servizio non di chi governa ma di chi è governato, è e resta il bersaglio di un altro potere, quello politico, che imprigiona e uccide i giornalisti.

Ma il Quarto potere è bersaglio non solo del potere politico. Lo è altrettanto del potere economico. Tanto più nell’attuale fase di passaggio tra i grandi gruppi industriali dell’editoria e i giganti del web. Basti dire che il glorioso quotidiano americano Washington Post, alla morte della sua grande editrice Katharine Graham, è passato nelle mani di Jeff Bezos, cioè al servizio degli interessi di Amazon. E per Amazon, Google, Facebook, i cosiddetti Over The Top (Ott), l’informazione si inchina e ob­bedisce all’algoritmo. È una macchina bulimica, capace di mangiarsi la fetta più grossa della pubblicità, di influenzare milioni di utenti, di veicolare una massa nebulosa di informazione mista a intrattenimento e dunque di rendere sempre più difficile distinguere il falso dal vero. Per fare un esempio che abbiamo vissuto tutti: le notizie date sulla Covid-19 sono state stimate false nel 67% dei casi 1. Per contrastare la forza dirompente degli Ott, sia l’Antitrust statunitense sia le istituzioni europee (Commissione e parlamento) lavorano a contromisure, allo scopo di vigilare su questa catena di montaggio mondiale, con nuove leggi e controlli.

Dunque siamo tutti immersi in una nebulosa fatta di tante notizie e nessuna informazione. E proprio la moltiplicazione di questo apparente sapere è l’acqua torbida in cui nuota il pesce di ogni propaganda populista. Del resto, se uno vale uno e una notizia vale l’altra, e se non c’è bisogno della mediazione giornalistica tanto c’è la Rete, siamo sicuri – e possiamo ben vederlo – che ad avanzare sarà il nemico numero uno di ogni democrazia: l’ignoranza, la madre di tutti i mali.

[…]
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