La Giunta Rocca vuole sgomberare la casa delle donne Lucha y Siesta

L’esperienza della casa delle donne Lucha y Siesta è iniziata nel 2008 e da allora ha dato riparo a centinaia di donne in fuga dalla violenza. Il valore sociale di questa associazione è stato riconosciuto in passato dalla Regione Lazio, ma l'attuale giunta vuole mettere a bando lo stabile ex ATAC dove ha sede il centro antiviolenza.

Redazione

La giunta Rocca propone di mettere a bando lo stabile ex ATAC dove ha sede il centro antiviolenza casa delle donne Lucha y Siesta: “Con il 25 novembre alle porte e 93 femminicidi in soli 9 mesi, la Regione Lazio vorrebbe porre fine a una delle esperienze più significative nel contrasto alla violenza di genere”, si legge nel comunicato dell’associazione, “cinque anni fa era l’amministrazione Raggi, oggi è la Regione Lazio di Rocca; cambiano i colori ma la violenza politica è la stessa […]. Dopo 15 anni di costruzione di un presidio antiviolenza all’avanguardia, di tavoli istituzionali che hanno condotto all’acquisizione da parte della Regione Lazio dello stabile di proprietà ATAC e alla stesura di una convenzione avanzata che riconoscesse formalmente alla comunità l’immenso valore di Lucha y Siesta, si riparte dal via”.

L’esperienza della casa delle donne Lucha y Siesta è iniziata nel 2008 e da allora ha dato riparo a centinaia di donne in fuga dalla violenza. Il valore sociale di questa associazione è stato riconosciuto in passato dalla Regione Lazio: “Due anni fa infatti, la stessa Regione Lazio sotto la guida Zingaretti aveva dichiarato salva l’esperienza di Lucha y Siesta”, si evidenzia nel comunicato stampa, “aggiudicandosi all’asta l’immobile dell’ATAC in fallimento e mettendo a punto un’opera di ingegneria giuridica innovativa – con una equipe fatta di amministrativi, giuriste, attiviste e esperte in violenza di genere – che, unendo Convenzione di Istanbul, legislazione per il contrasto alla violenza di genere e legislazione sui Beni Comuni, avrebbe finalmente dato un riconoscimento formale, tramite convenzione, a un’esperienza che in quindici anni ha sopperito alle falle del sistema antiviolenza locale e nazionale, sempre insufficienti in termini di accoglienza per donne e minori in fuga dalla violenza, sempre carenti negli interventi di prevenzione alla violenza di genere”.

Ma l’associazione non ha intenzione di subire le decisioni del comune: “Non ci stupisce che la Giunta Rocca pensi di poter cancellare Lucha y Siesta. […] Non ci stupisce e allora non stupisca neanche la nostra risposta. Non cederemo di un millimetro, non ci nasconderemo dietro la burocrazia amministrativa, non ci confonderemo dentro vuoti slogan […]. Continueremo a fare contrasto alla violenza con professionalità, a intrecciare alleanze con passione e a resistere a questo nuovo attacco con la moltiplicazione degli spazi di propagazione della cultura femminista e transfemminista”.

FOTO MASSIMO PERCOSSI HAVER/DI PIAZZA/CAPPONI



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