La stupida avidità del capitalismo

Giorgio Cremaschi

Il primo ministro britannico Johnson ha affermato che il successo (relativo) del suo paese nei vaccini è frutto dell’avidità del capitalismo. Naturalmente subito dopo ha corretto e si è scusato, come quando un anno fa aveva dichiarato che il suo popolo doveva prepararsi a perdere i propri cari e accettarlo.

In realtà ora come allora Johnson ha spifferato brutalmente ciò che le classi dirigenti fanno senza dire, anzi nascondendosi tra ipocrite affermazioni di segno opposto. L’Europa e gli Stati Uniti del capitalismo liberale (cioè avido) hanno già avuto più di un milione e mezzo di morti, sacrificando agli affari ed al profitto tutte le loro generazioni più anziane, in una eugenetica generazionale e sociale che da noi continua anche con i vaccini.

Vaccini che secondo Johnson e C sarebbero invece proprio il risultato della ricerca del massimo profitto, come ha anche affermato a La7 un giornalista del Corriere, rispondendo a Marta Collot. Il profitto dà salute, questa è la sostanza condivisa e più o meno brutalmente esplicitata dalle classi dirigenti europea e statunitense, con il coro di sostegno dei mass media.

In realtà niente mostra la criminale stupidità del capitalismo come la pandemia Covid e la vicenda dei vaccini. La scelta di non chiudere le fabbriche e tutte le grandi attività, e di chiamare lockdown il lavoro obbligatorio senza possibilità di istruzione, cultura, divertimento e socialità in presenza, è stata presentata soprattutto dall’estrema destra come dittatura sanitaria. In realtà è la dittatura dei grandi affari e del PIL sulla sanità e sulla salute.

A differenza della Cina e di tutti quei paesi che hanno chiuso sul serio quando e dove serviva, Europa e Stati Uniti hanno chiuso in ritardo e a metà e così hanno conseguito una strage. Che non ha neppur evitato la crisi economica, come testimonia la più capitalista delle regioni italiane, la Lombardia con i suoi trenta, forse quarantamila morti mentre si accumula il disastro per interi settori. E ora in Cina c’è la ripresa, in Europa no.

Vabbè, diranno i liberali a questo punto, il capitalismo avido occidentale avrà anche sbagliato su lockdown, tamponi e tracciamento, ma l’ha azzeccata sui vaccini. Siamo un diesel ha detto Macron, partiamo dopo ma arriviamo.

A parte il fatto che quel “dopo” vuol dire decine di migliaia di morti che avrebbero potuto essere evitati, la realtà non è quella della propaganda.

È vero infatti che la Gran Bretagna, Israele e gli USA si sono accaparrati gran parte dei vaccini di Big Pharma, contando anche sulla dabbenaggine euro-atlantica di Ursula von der Leyen, Draghi e compagnia. Ma è altrettanto vero che l’avidità che sta permettendo di vaccinarsi ai cittadini di alcuni dei paesi più ricchi, lo sta impedendo ai miliardi dei paesi più poveri. Che continueranno ad ammalarsi di un coronavirus che potrà dar libero sfogo alle sue varianti, e così tornare ad infettare anche i paesi più ricchi, che saranno così puniti per non aver voluto condividere i brevetti. Se c’è un momento nel quale l’avidità capitalista ha mostrato non solo la sua infame immoralità, ma la sua inefficienza, è proprio quello attuale.

E quando la piccola Cuba socialista, che con gli stessi abitanti della Lombardia ha avuto un centesimo di morti, nonostante sessant’anni di blocco avrà il suo vaccino pubblico, che si aggiungerà a quello cinese e russo, sarà ancora più chiaro che i cultori del capitalismo liberale (cioè avido) non solo sono partecipi della sua barbarie, ma della sua stupidità.

 

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