Le intimidazioni di Valditara alla preside antifascista

La dirigente scolastica in una lettera condanna l’aggressione fascista di Firenze e richiama lo spirito antifascista della Costituzione. E il ministro in tv minaccia azioni disciplinari.

Cinzia Sciuto

Per giorni abbiamo atteso invano qualche parola da parte di qualche esponente del governo, su quello che è accaduto davanti al Liceo Michelangelo di Firenze, dove un gruppo di giovani di Azione studentesca (una formazione politica di estrema destra) ha aggredito a calci e pugni dei ragazzi dei collettivi che volevano impedire loro di distribuire volantini davanti la loro scuola.

E infine delle parole sono arrivate dal ministro dell’Istruzione (e del Merito) Valditara. Parole forti, di condanna. Verso gli aggressori, immaginerete voi. E invece no: nei confronti di una preside di un’altra scuola di Firenze, rea di aver scritto una lettera agli studenti a commento della vicenda, nella quale si richiama lo spirito antifascista della nostra Costituzione e si mette in guardia dal pericolo di un ritorno dello spirito fascista.

Cari studenti”, scrive Annalisa Savino, dirigente scolastica del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, “il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così”.

Una lettera che Valditara nel corso di una intervista televisiva sulle reti Mediaset ha giudicato “impropria” e “ridicola”, perché a suo dire in Italia non c’è nessun pericolo fascista. E dopo la condanna, la minaccia: “Inviterei la preside a riflettere più attentamente sulla storia e sul presente. Al momento non ritengo di dover intervenire perché non voglio creare martiri, ma se questo atteggiamento dovesse persistere, se ci dovesse essere un comportamento che va al di là dei confini istituzionali allora vedremo se sarà necessario prendere delle misure”. In attesa di vedere se il ministro deciderà di prendere provvedimenti, militanti di Blocco studentesco, altra formazione di estrema destra, sono passati all’azione bruciando la lettera in questione nella pubblica piazza e pubblicando orgogliosamente la foto sui social. A proposito di “in Italia non c’è nessun pericolo fascista”.

L’intervento di Valditara non fa che confermare esattamente i timori della preside: il fascismo non nasce con le plateali adunate, quelle semmai vengono dopo. Il fascismo nasce in tanti modi diversi, per esempio con le intimidazioni di un ministro a una preside.

 

 



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