L’Europa non è pronta a prevenire la prossima guerra mondiale

Negli ultimi due anni, cose prima impensabili sono diventate pensabili: l'insurrezione armata negli Stati Uniti, l'espulsione delle forze occidentali sotto la minaccia delle armi da un Paese che hanno occupato per due decenni, l'incarcerazione di sindacalisti e attivisti per la democrazia a Hong Kong, la guerra tra Cina e Taiwan e la guerra convenzionale su larga scala sul suolo d'Europa. Chiunque pensi che questo sia il peggio che sta per accadere e che presto tutto si calmerà, si sta illudendo.

Paul Mason

Deve essere stato uno shock in Gran Bretagna veder comparire un libro intitolato La prossima guerra mondiale pubblicato nel 1935. Dopotutto, quello fu l’anno in cui si svolse il ‘voto per la pace’, un referendum informale in cui 11 milioni di persone – la metà degli elettori – votarono per la pace, il disarmo e il sostegno attivo alla Lega delle Nazioni. Il libro era vago su dove sarebbe potuta iniziare la successiva guerra. Ma avvertiva che intere città sarebbero state rase al suolo dai bombardieri, con conseguenti epidemie incontrollabili di malattie mentali, fame e disgregazione sociale. Pubblicato dal Partito Comunista, il libro si rivolgeva in modo mirato al movimento pacifista, un pubblico talmente centrato che il libro presto richiese una seconda edizione, nel 1936. Ma appena sei mesi dopo, l’autore, Tom Wintringham, partecipava lui stesso alla guerra in Spagna, al comando del battaglione britannico della Brigata Internazionale. Il momento pacifista era finito. Ecco quanto velocemente può cambiare il mondo. Anche oggi, sembra che stiamo camminando come sonnambuli verso un conflitto globale la cui forma sta diventando fin troppo chiara.

Incompatibilità sistemica
Ci sono motivi fondati per credere che il conflitto in Ucraina possa presto ‘congelarsi’. Si dice che si stiano svolgendo trattative a porte chiuse tra gli Stati Uniti e la Russia. Dietro i gesti estremi – il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e le minacce notturne di guerra nucleare alla televisione russa – alcuni analisti occidentali ritengono che il Presidente russo, Vladimir Putin, stia cercando di attenuare e congelare l’invasione su larga scala agli attuali confini.
I contorni di un eventuale futuro conflitto globale sono tuttavia diventati più netti nel 2022. La dichiarazione del 4 febbraio da parte di Putin e del suo omologo cinese, Xi Jinping, 20 giorni prima dell’inizio dell’invasione, è stata un’affermazione formale di incompatibilità sistemica. Non esiste più un ordine unico ‘basato sulle regole’, hanno detto i due presidenti, ma un mondo multipolare in cui le definizioni universali di democrazia, libertà e diritti umani sono morte. Di conseguenza, saremo noi, il Partito Comunista Cinese e Russia Unita, partiti statali che non consentono l’alternanza, a decidere cosa costituisce la libertà e la democrazia.
Se si trattasse semplicemente di una filosofia ‘vivi e lascia vivere’, l’Occidente potrebbe semplicemente disaccoppiare le proprie economie dalla Cina, staccarsi dal gas russo e rassegnarsi alla paralisi strategica del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma l’invasione dell’Ucraina, le manovre cinesi contro Taiwan e l’incessante propaganda contro le regole universali condotta da entrambe le potenze all’interno delle società occidentali sono segnali che la coesistenza sarà difficile.
La deglobalizzazione economica è in corso, in quanto ciascuno dei blocchi commerciali globali si affanna per assicurarsi le materie prime e le forniture energetiche. La Russia ha dirottato le sue forniture di petrolio e gas verso la Cina; gli Stati Uniti stanno esplorando accordi energetici a lungo termine con la Gran Bretagna e la Germania. Nel frattempo, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha vietato l’esportazione di strumenti per semiconduttori in Cina, mentre ha investito 52 miliardi di dollari nella produzione e nella ricerca sui semiconduttori, con l’obiettivo esplicito di superare la Cina in questo settore critico.

Modelli insostenibili
Ma ciò che sta veramente minando l’ordine basato sulle regole è l’insostenibilità a lungo termine del modello socio-economico scelto da ciascuna delle principali potenze mondiali.
L’élite oligarchica russa vive di rendite economiche derivanti dal petrolio e dal gas, impossibili in un futuro di emissioni nette di carbonio pari a zero. L’élite ‘comunista’ cinese prospera sul super-sfruttamento di una gigantesca forza lavoro di fabbrica che non può contrattare perché non ha diritti. E l’élite plutocratica degli Stati Uniti è al vertice di un capitalismo finanziarizzato che si basa sul dominio del dollaro e sulle ripetute elargizioni delle banche centrali: l’elevata disuguaglianza e il razzismo strutturale l’hanno trasformata nella più fragile delle democrazie del G7.
Nessuno di questi modelli può durare a lungo termine. Stanno spingendo le élite nazionali a confrontarsi l’una con l’altra, anche se proclamano il loro desiderio di pace e cooperazione.
Il che ci lascia con un sistema mondiale costruito attorno ad un’egemonia americana che il suo elettorato non sopporta più, un’élite russa che si sente costretta a scagliarsi contro i suoi vicini e una Cina che si sforza di passare da un dominio regionale ad un potere globale pari a quello degli Stati Uniti.
In ogni crepa si insinua una parte pronta a usare la forza. Con l’Ucraina, Putin ha calcolato correttamente che l’Occidente non sarebbe intervenuto direttamente in sua difesa. Dove ha sbagliato i calcoli è stato sulla determinazione del popolo ucraino a resistere. Con Hong Kong, la Cina si è mossa in modo rapido e deciso per schiacciare i resti della democrazia post-coloniale. Lo Yemen è stato trasformato in un campo di battaglia perpetuo tra Iran e Arabia Saudita. In Afghanistan, 20 anni di interventismo liberale e di costruzione della nazione sono stati invertiti nel corso di una sola estate.

Precedentemente impensabile
Negli ultimi due anni, quindi, cose prima impensabili sono diventate pensabili: l’insurrezione armata negli Stati Uniti, l’espulsione delle forze occidentali sotto la minaccia delle armi da un Paese che hanno occupato per due decenni, l’incarcerazione di sindacalisti e attivisti per la democrazia a Hong Kong, la guerra tra Cina e Taiwan e la guerra convenzionale su larga scala sul suolo d’Europa.
Chiunque pensi che questo sia il peggio che sta per accadere e che presto tutto si calmerà, si sta illudendo. Una delle poche cose razionali che Liz Truss ha fatto, durante il suo breve mandato come Primo Ministro del Regno Unito, è stata quella di ossessionarsi quotidianamente con la direzione del vento sull’Ucraina, nel caso in cui Putin avesse mantenuto le sue minacce di far esplodere un’arma nucleare tattica in quella zona.
In mezzo a questi pericoli chiari e presenti, gran parte del nostro discorso politico tradizionale sembra irrazionale. Ci ‘aggrappiamo al giorno normale’ (come disse WH Auden all’inizio della Seconda Guerra Mondiale) di scandali, rapporti di think tank e piccole ingiustizie.
Durante il mio breve tentativo recente di diventare candidato alle elezioni per il Partito Laburista, è stato chiaro che né i membri del partito né gli altri potenziali candidati volevano parlare dell’Ucraina, dei bilanci della difesa o delle priorità diplomatiche della Gran Bretagna. Per la maggior parte dei socialdemocratici, la parte importante del Ministero degli Esteri britannico è ancora quella che dispensa aiuti allo sviluppo.

Una Zeitenwende europea
Quindi, in questa ultima rubrica di Europa Sociale del 2022, voglio fare un appello per una Zeitenwende [una svolta epocale, ndt] più approfondita e a livello europeo.
Una volta che il mondo si è orientato verso la dittatura, la criminalità sistematica e le guerre opportuniste, dobbiamo fare il tipo di salto mentale che fece la generazione di Wintringham. D’ora in poi tutto ciò che riguarda la politica deve essere inquadrato nella difesa della democrazia, della tolleranza, dei diritti universali e della promozione della giustizia sociale. L’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico deve essere trasformata, passando dalla Realpolitik alla pratica dei valori che pretende di rappresentare: libertà individuale, democrazia, diritti umani e Stato di diritto.
L’Unione Europea e i suoi Stati membri devono riarmarsi moralmente, diplomaticamente e militarmente per rappresentare un deterrente credibile contro l’aggressione russa. Dobbiamo essere preparati all’eventualità che l’America si allontani dalla NATO, sia a causa di una seconda presidenza di Donald Trump, sia semplicemente perché percepisce la minaccia a lungo termine della Cina come improvvisamente più urgente e importante.
L’architettura del sistema globale sta fallendo. Può ancora fornire 141 voti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per condannare l’invasione dell’Ucraina e le sue conseguenze. Ma non può fare giustizia per le migliaia di cittadini ucraini torturati, uccisi e violentati, almeno non prima del crollo del regime di Putin.

Nuova architettura di sicurezza
Il compito non è semplicemente quello di riarmare e modernizzare le forze armate europee – cosa abbastanza difficile data la forte tradizione di pacifismo post-1945 – ma di farlo in modo da democratizzarle, rendendole più simili alle società che difendono.
Allo stesso tempo, dobbiamo sforzarci di realizzare una nuova architettura di sicurezza per il mondo, il che comporta, molto probabilmente, alcuni sporchi compromessi con le dittature. Ma non possiamo pensare di contenere il conflitto sistemico per sempre.
The Coming World War di Wintringham fu scritto come un trattato antimilitarista. Nel 1940, l’uomo stesso era impegnato ad addestrare i volontari britannici nell’arte della guerriglia, il suo comunismo sostituito da una sorta di umanesimo rivoluzionario-patriottico. Come ha scoperto la socialdemocrazia tedesca dopo il 24 febbraio, è possibile detestare il militarismo e al tempo stesso rinnovare in modo rapido ed efficace l’infrastruttura di difesa e rilanciare l’impegno politico per la deterrenza. L’intera metà progressista della politica europea dovrà imparare le stesse lezioni, in fretta.

 

Articolo pubblicato originariamente su Social Europe. Traduzione in esclusiva a cura della redazione di MicroMega.



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