Ma la destra non era per la legge & l’ordine?

L’addio di Luca Morisi, l’ideatore del Salvini dalla dieta ipercalorica, porta diverse riflessioni. Fino a farci una domanda: cosa ha fatto di male l’Italia per avere una destra come quella del duo Lega-Fdi?

Mauro Barberis

La notizia del giorno è l’allontanamento di Luca Morisi da responsabile della comunicazione della Lega. Etichettare quest’eterno ragazzino con la frangetta, laureato in filosofia all’università di Verona, semplicemente come lo spin doctor di Salvini, sarebbe riduttivo. La storia patria, infatti, ricorderà Morisi nientedimeno che come l’inventore di Salvini: colui che ha fatto di un ultras del Milan, vicino ai centri sociali e forse destinato a diventare, al massimo, un dirigente locale dei M5S, un leader della destra nazionale e internazionale. Come ha fatto, direte voi? Ma tramite la Bestia, naturalmente, un sistema mediatico che segue o seguiva in diretta, H24, la vita del Capitano, come lo ha chiamato lo stesso Morisi, per veicolare il messaggio che è uno di noi: salvo forse per la dieta ipercalorica, che schianterebbe qualsiasi altro essere umano.

Mi sono imbattuto per la prima volta nella Bestia nel 2014, a Trieste, una fredda sera di dicembre. Alle 23 mi scrive uno studente: professore, attento, la stanno massacrando sui social. Vado sulla pagina di Salvini e trovo questo post, ancora reperibile in rete: “Buona giornata Amici. Ho letto che tal Mauro Barberis, docente di Diritto all’Università di Trieste, si è arrabbiato [sul suo blog] per la nostra difesa del PRESEPE. [scritto proprio così, in tutte maiuscole] Costui insegna Diritto in una Università pubblica: un abbraccio agli Studenti…”. Il post aveva ottenuto 13.796 like, 3.386 commenti e 1022 condivisioni: uno sfracello, per me blogger alle prime armi. Stavo giusto cercando il ramo per impiccarmi quando, sul video del mio Mac, uno, dieci, cento studenti, alla fine circa 700, intervennero appena in tempo con un sonoro “giù le mani del nostro professore”.

Questa era la Bestia, nei suoi momenti di gloria: l’alias di Salvini, con i suoi inconfondibili “Amici” iniziale e “Un abbraccio” finale (“Bacioni” non era ancora stato inventato). Folklore? Fate un po’ voi: con questi trucchi, la Lega, lasciata da Bossi a un mesto 4%, è arrivata al 17% alle Politiche 2018, e poi con altri trucchi ancora, come la cosiddetta chiusura dei porti, sino al 34% delle Europee 2019. E sarebbe ancora lì, ammettiamolo, se non fosse arrivato il Cigno Nero, la pandemia, e poi Conte con quell’altro miracolato, Rocco Casalino, infine Draghi, il quale, però, la comunicazione se la cura da sé, con risultati non necessariamente peggiori.

Così, nonostante il successo di Giorgia Meloni, che non ha studiato all’università ma facendo la tata dei figli di Fiorello, stiamo lentamente uscendo dal reality per tornare alla realtà. Anche perché, questo il punto, le parole d’ordine della destra sono sempre state Legge & Ordine: mica No vax, No green pass, o addirittura Libertà. Fosse stato per la destra, infatti, ci sarebbe ancora il servizio militare, compresi quei misteriosi punturoni fatti alle reclute, un cocktail di bromuro, grappa e acqua piovana, altro che Astrazeneca. Tutto questo, si dice, ha spaccato la Lega fra l’ala governista dei governatori regionali, e quella populista di Salvini & Morisi: ma i voti, si pensa, li prende Salvini, cioè Morisi, mica i governatori.

Francamente, non ne sarei così sicuro. Dopo aver assistito all’inimmaginabile, la vendita del Genoa da parte di Preziosi, nelle lunghe notti triestine mi abbandono anch’io all’ottimismo, e fantastico come sarebbe bello, per il nostro paese, avere un’autentica destra di governo, seria, laica, liberale, capace di fare i conti con il proprio passato, di fugare qualsiasi sospetto di rapporti con la criminalità: una destra europea, insomma, ma che dico, globale, magari con Draghi come proprio leader. Poi sospiro, accendo la tivù, e cerco una replica di “La vita è meravigliosa”.

In foto: Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, al tavolo mentre mangia un panino con l’hamburger durante il ricevimento a Villa Taverna per il Giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, Roma, 5 luglio 2018. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI



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