La Marcia Perugia-Assisi: pace, equidistanza, vergogna

"Fermatevi!" dice lo slogan. "Ma fermatevi chi?". Il direttore di MicroMega stigmatizza l'equivalenza tra Putin e resistenza ucraina che arriva dalla Marcia della Pace.

Paolo Flores d'Arcais

La Marcia Perugia-Assisi è l’evento centrale annuale del pacifismo italiano. Domenica 24 aprile si svolge una “marcia straordinaria” legata alla guerra in corso in Ucraina. L’appello della Marcia dice, anzi graficamente urla: FERMATEVI! La guerra è una follia.
FERMATEVI! Fermatevi chi? Perché per fermarsi bisogna prima essersi mossi. Il 24 febbraio nessun cittadino ucraino si è mosso dal proprio paese per entrare armato oltre i confini di un altro paese. Il 24 febbraio migliaia e migliaia di militari dell’esercito russo di Putin si sono invece mossi, armati fino ai denti, penetrando in territorio ucraino e seminando distruzione e morte.

Dunque il “FERMATEVI!” tout court non fa alcuna differenza fra chi aggredisce e chi viene aggredito, mette l’aggressore e la vittima sullo stesso piano.

Se un energumeno, magari armato di coltello, sta violentando una donna che cerca disperatamente di difendersi con graffi e morsi, voi marciatori per la pace griderete “FERMATEVI!” o “FERMATI MASCALZONE!”, andando a cercare immediatamente un soccorso adeguato per mettere in fuga l’energumeno?

Cari marciatori per la pace, è evidente che il vostro appello mette sullo stesso piano un esercito imperialista aggressore (e violentatore: alla lettera, ahimè, e a livello di massa) e i cittadini in armi di un paese aggredito. E questa vostra equidistanza, che ovviamente favorisce l’aggressore perché invita appassionatamente a non armare l’aggredito, enne volte più debole, viene ribadita in ogni riga della promozione che state facendo circolare.
Il cui sottotitolo è: “la guerra è una follia”. Ma in Ucraina non è in corso “una guerra”, è in corso un’aggressione mostruosa e la resistenza dell’aggredito per fermarla. Nel 1914-18 si poteva anche dire che era scoppiata “una guerra”, fra governi animati da spirito di potenza e intenzionati a utilizzare i cittadini come carne da cannone, e dunque poteva avere un senso la definizione di tale guerra come “inutile strage” da parte di Papa Benedetto XV. Già non poteva valere analoga definizione per la Seconda guerra mondiale, perché se non vi fosse stata l’entrata in guerra contro le potenze nazifasciste di Inghilterra, Stati Uniti e Russia (dopo la colpevole parentesi del patto Von Ribbendtrop-Molotov), e la Resistenza armata, soprattutto in Francia e in Italia, l’intera Europa sarebbe finita nella schiavitù sotto il Reich millenario, e, come ebbe a scrivere Albert Camus, Hitler vincitore sarebbe stato salutato come un grand’uomo.

L’immagine che fa da sfondo al vostro slogan vede una madre che urla di terrore e disperazione, tenendo in braccio un bambino, immagine che riecheggia un particolare di “Guernica” di Picasso. Con una differenza capitale: questa immagine è attraversata da due pallottole, una bianca e una nera, una sotto l’altra, che vengono da direzioni opposte. Pallottole egualmente colpevoli, dunque.
Il coltello dell’energumeno stupratore e i graffi e morsi della donna stuprata sono identica violenza, da stigmatizzare con identica condanna.

Questa è la vostra morale, marciatori della pace da Perugia ad Assisi? La vergogna sia con voi.



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