Marcia Perugia-Assisi e l’illusione di una seconda Helsinki

Nell’appello per il cessate il fuoco del comitato per la marcia Perugia-Assisi si insiste a dire che non bisogna inviare armi in Ucraina. Nonostante non ci sia la minima possibilità di impedire alla Russia di usare le sue contro il paese aggredito.

Pancho Pardi

L’appello per il cessate il fuoco che il comitato per la marcia Perugia-Assisi del 23-24 febbraio prossimo ha inviato in rete ha una forte aspirazione ecumenica contraddetta però da qualche infelice passaggio.

Si chiede per esempio che l’Ucraina rinunci al nucleare, quando è dal 1994 che improvvidamente l’Ucraina, con l’accordo di Budapest del 1994, consegnò proprio alla Russia, l’aggressore di oggi, tutto il suo arsenale nucleare in cambio della garanzia internazionale sulla inviolabilità del suo territorio. Si è visto con quali risultati.

Si chiede poi, in parentesi, che l’Ucraina rinunci anche alla protezione nucleare, ed è intuitivo si tratti di quella occidentale. L’eventuale rinuncia a quella protezione presupporrebbe almeno la sicurezza che la Russia rinunci alla minaccia del suo arsenale nucleare. Ma nell’appello questa richiesta manca. Realismo: si prende atto che è inutile farla?

In compenso si insiste a dire che non bisogna inviare armi in Ucraina, mentre non c’è la minima possibilità di impedire alla Russia di usare le sue contro il paese aggredito.

Infine, in modo del tutto irrituale, si danno indicazioni di natura costituzionale sulla futura Ucraina, che dovrebbe darsi una forma federale, la sola in grado di garantire l’autodeterminazione degli abitanti del Donbass. Ma se ci si mette a suggerire a uno Stato sovrano modifiche alla sua forma di Stato, con la stessa logica si poteva chiedere alla Russia di liberarsi almeno dell’autocrazia putiniana.

Si prevede una Commissione internazionale che presieda alla realizzazione della pace dopo il cessate il fuoco, obbiettivo una conferenza Helsinki II.

Ma non c’è una parola sull’aspetto più incombente: chi pagherà i danni di guerra e della ricostruzione? Anche qui: realismo? Si dà per scontato che la Russia non pagherà un rublo per gli smisurati danni procurati?

Il risultato oggettivo di tutto ciò: l’Ucraina dovrà rimettersi alla clemenza dell’aggressore? Anche di fronte alla prossima massiccia offensiva prevista da est?

 

Foto Flickr | steve p2008



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