Minecraft: più che un gioco, una rivoluzione

Il gioco più popolare del mondo accoglie nei suoi server la Uncensored Library, biblioteca senza censura, che ha un obiettivo politico estremamente nobile: combattere la censura di stato.

Diego Laudato

Immagina di essere al centro di un’immensa sala circolare, circondato da imponenti colonne di marmo. Un vasto mosaico ricopre l’intero pavimento, ricostruendo la forma inconfondibile dei cinque continenti. Tutt’intorno l’accesso ad altre camere, dalle quale intravedi lunghe file di scaffali in legno che sorreggono centinaia di volumi. Ti trovi all’ingresso di un’enorme biblioteca in stile neoclassico, qualcosa che ricorda la Roma o la Grecia antiche. Potresti tranquillamente star visitando una ricostruzione della celebre Biblioteca di Alessandria. E invece ti sei semplicemente collegato al videogioco più venduto di sempre: Minecraft.
Benvenuti all’interno di questa gigantesca costruzione digitale, nota al mondo come la Uncensored Library. Si tratta, probabilmente, di una delle manifestazioni di libertà di maggior valore da quando la rivoluzione digitale ha unito il globo intero all’interno di un’unica rete interconnessa. La storia della Uncensored Library, infatti, è intrisa di un messaggio politico profondo, che trova senso di esistere proprio all’interno della nuova idea di territorialità che internet ha saputo creare. Per capire, però, di cosa stiamo parlando, è necessario fare nuovamente un passo indietro.

Svezia, inizio ‘900: il geografo e politologo Rudolf Kjellén conia per la prima volta il termine geopolitica. Nella sua visione del mondo, questa disciplina serviva a definire l’insieme dei fenomeni e delle relazioni politiche che si instaurano tra i diversi attori internazionali, originati a partire da particolari condizioni legate allo spazio e al territorio. Erano quelli, per intenderci, gli anni di un nazionalismo aggressivo secondo cui, per esistere e svilupparsi, ogni Stato doveva conquistare il proprio spazio vitale. Come tristemente noto, una retorica non così dissimile avrebbe causato, poco dopo, gli orrori delle due guerre mondiali. Data la sua natura scientifica, tuttavia, la geopolitica continuò ad essere applicata alla realtà che man mano evolveva. Ed è proprio il procedere su questa linea del tempo che ci riporta dritto al nostro videogioco preferito.
L’avvento del web ha di fatti stravolto qualsiasi concetto pregresso di spazio, facendo inevitabilmente avvertire il proprio effetto anche dal punto di vista politico. Improvvisamente, gli stati sono stati catapultati all’interno di una nuova arena di confronto: non più la geografia, ma il web. I grandi attori internazionali hanno quindi dovuto imparare a fare i conti con un nuovo tipo di relazioni, dettate da un concetto di spazialità inedito e, soprattutto, dalle infinite potenzialità. Il mondo virtuale è quindi diventato il nuovo campo d’azione di quella che potremmo definire una geopolitica 2.0, i cui effetti e conseguenze, però, continuano ad essere estremamente reali e concrete. Proprio come nel caso della Uncensored Library.

Ma quindi cos’è questa Biblioteca Senza Censura? Si tratta di un server di Minecraft liberamente scaricabile, ideato da Reporter Sans Frontieres e realizzato con l’aiuto di 24 esperti del settore, provenienti da 16 paesi diversi. Il motore ideale che ha messo in moto questa enorme macchina globale è estremamente nobile e richiama una battaglia politica di lunga tradizione: combattere la censura di stato. RSF lo fa però in maniera estremamente innovativa, affondando le radici del proprio progetto nella nuova dimensione di spazialità emersa con l’avvento della geopolitica 2.0.

Minecraft, con i suoi 145 milioni di utenti mensili, è infatti una piattaforma accessibile in ogni parte del mondo. Nato come un semplice videogioco, RSF ha pensato bene di sfruttarne l’incredibile portata per promuovere invece la libertà di stampa. Ha quindi utilizzato i suoi server per aprire uno squarcio nella macchina della censura attiva in diversi paesi del mondo. Attraverso la biblioteca, quindi, gli sviluppatori sono riusciti a bypassare i controlli di ben cinque stati: Arabia Saudita, Egitto, Messico, Russia e Vietnam. Ad ognuno di questi, è stata infatti dedicata una propria stanza virtuale, in cui è possibile consultare liberamente centinaia di articoli invece vietati nel mondo reale. Un angolo apposito è stato poi riservato all’Indice della Libertà di Stampa, prodotto annualmente proprio da RSF, con informazioni riguardo altri 180 paesi rei dello stesso crimine. È stata infine aggiunta una sezione contenente i dati reali sull’andamento della pandemia per fronteggiare la disinformazione di alcuni governi poco trasparenti. Per evitare che chiunque possa modificarne o cancellarne il contenuto, tutti i testi sono protetti da un sistema blockchain che ne rende di fatti impossibile la censura online. La biblioteca e il suo contenuto sono anche scaricabili offline, permettendo così di eludere anche eventuali problemi di accesso a internet.

Ecco allora cos’è Uncensored Library: un’idea geniale, un cortocircuito del sistema che ha permesso a RSF di sfidare e battere apparati di censura millenari. E lo ha fatto dimostrando di aver compreso, molto prima e meglio di altri, l’avvento della geopolitica 2.0.
Perché in fondo, se è vero che il funzionamento alla base delle relazioni internazionali è rimasto lo stesso che aveva teorizzato Kjellén oltre un secolo fa, è impossibile negare che un nuovo concetto di spazialità domina ora l’arena. Con la conseguenza, però, che potenzialmente oggi anche l’azione più quotidiana può finire al centro del grande scacchiere internazionale. Anche giocare a un semplice videogioco.



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