Noury (Amnesty): “S. Maria Capua Vetere è una nuova Bolzaneto, subito i codici sulle divise”

In occasione del ventesimo anniversario dal G8 di Genova e a dieci anni dal lancio della campagna per il codice alfanumerico sul casco delle forze dell’ordine, il portavoce di Amnesty International, a MicroMega, denuncia: “Siamo tra i cinque Paesi europei a non adottare questa misura”.

Valerio Nicolosi

“Io credo che i fatti del G8 di Genova siano irripetibili ma potrebbero verificarsi in forma diversa. Santa Maria Capua Vetere è una nuova Bolzaneto”. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, intervistato da MicroMega in occasione del ventesimo anniversario dal G8 di Genova e a dieci anni dal lancio della campagna della stessa Amnesty per il codice identificativo alfanumerico sul casco delle forze dell’ordine.

In questi giorni l’associazione ha rilanciato la raccolta firme: “Senza questi codici non abbiamo potuto riconoscere i poliziotti che fecero irruzione nella scuola Diaz, siamo tra i cinque Paesi europei a non adottare questa misura che il Parlamento Europeo ci chiede”.

Per i fatti della scuola Diaz e Bolzaneto nessuno fu condannato per il reato di tortura, all’epoca non presente nell’ordinamento giuridico italiano e introdotto solo nel 2017. Da allora però altri casi di violenze e abusi hanno visto coinvolti polizia e carabinieri.

“Salvo alcuni casi, abbiamo visto come da parte dello Stato non ci sia la volontà di trovare verità e giustizia. Penso al caso di Stefano Cucchi, dove alla fine la giustizia è arrivata dopo anni di muro. Nel nostro Paese l’elenco dei morti per mano dello Stato è lungo”.

 

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