Le pandemie non vengono dal nulla. Conversazione con David Quammen

"Avrei preferito avere torto", dice oggi l’autore di "Spillover", libro nel quale aveva anticipato di dieci anni la pandemia che stiamo vivendo, "ma non mi sorprende aver avuto ragione". Sarebbe bastato ascoltare gli scienziati giusti per sapere che prima o poi ci saremmo trovati in una simile situazione. E chissà se abbiamo imparato la lezione. Un estratto del dialogo pubblicato sul numero 1/2021 di "MicroMega" in edicola e libreria.

Telmo Pievani

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Durante l’edizione 2020 del Festivaletteratura di Mantova, il filosofo della scienza Telmo Pievani ha intervistato lo scrittore e divulgatore scientifico statunitense David Quammen su metodo scientifico, scienziati negletti, virus e pangolini. 

[…] Telmo Pievani: Grazie a Spillover, nel quale avevi predetto una zoonosi (il passaggio di virus da animali a esseri umani) molto simile a quella avvenuta quest’anno a partire dalla Cina, all’improvviso sei diventato famosissimo: come ti senti a essere colui che può dire «io ve l’avevo detto»?

David Quammen: Prima di tutto vorrei dire che, sì, Spillover (che è stato pubblicato negli Stati Uniti nel 2012 e in Italia nel 2014) contiene previsioni in merito. Essenzialmente mette in guardia rispetto a una possibile pandemia generata da un virus proveniente da un animale, per esempio un coronavirus che proviene da un pipistrello, in un posto come Wuhan, in Cina, magari nei pressi di un mercato. Nel mio libro ho scritto questo. Non ho previsto il futuro ma quando facevo ricerche su questo libro, 10 anni fa, ho ascoltato gli scienziati giusti. Stavano studiando questo fenomeno del passaggio (spillover) della malattia da animali selvatici a esseri umani, a volte tramite animali domestici o altri animali intermedi. Potevano prevederlo. Avrebbero potuto prevedere che il prossimo virus pericoloso sarebbe stato un virus influenzale o un coronavirus, proveniente da un animale selvatico, probabilmente un pipistrello. È quello che sta accadendo. Avrei preferito avere torto, ma non mi sorprende aver avuto ragione. Perché dieci anni fa ho ascoltato gli scienziati giusti.

[…] Pievani: Alla fine di agosto hai pubblicato un ottimo articolo sul New Yorker, sul coronavirus SARS-CoV-2 e sulle sue origini. Se ne parla molto. Ci sono aggiornamenti a riguardo? C’è una conferma del fatto che questo coronavirus sia geneticamente nuovo, frutto di una ricombinazione tra il virus del pipistrello e il virus del pangolino?

Quammen: Prima di tutto, come hai detto, i coronavirus sono capaci di ricombinarsi. Che cosa significa? Se ci sono due diversi ceppi di coronavirus che infettano un individuo, che sia animale o umano, mentre questi coronavirus si replicano, fanno cioè copie di sé stessi, i due ceppi possono intrecciarsi e una porzione di un coronavirus può congiungersi a un altro coronavirus.

Pievani: Un altro esempio di convergenza e intreccio tra ceppi e specie diverse. L’albero intricato dei virus.

Quammen: Esatto. Il risultato sarà un terzo coronavirus geneticamente diverso dagli altri due. Questo sarà trasmesso da quell’individuo ad altri individui, che risulteranno così infettati. Ad esempio, potrebbe arrivare da un pipistrello e avere una buona capacità di infettare gli esseri umani. Questa è una parte della storia. Questo coronavirus negli esseri umani è conosciuto come SARS-CoV-2 e causa la malattia Covid-19. Il suo genoma è stato prelevato da molti individui umani e sequenziato. Sappiamo come è fatto. Si sa che ha una corrispondenza maggiore con i virus di alcuni pipistrelli della Cina meridionale chiamati “ferri di cavallo”. Ci sono due ceppi in particolare che gli somigliano. Uno di essi ha un genoma simile a quello di SARS-CoV-2 all’incirca per il 96 per cento. Un altro è ancora più simile in alcune parti del suo genoma, mentre in altre non molto. Queste somiglianze sono una prova che il virus è arrivato dai pipistrelli. Eppure, il 96 per cento di somiglianza suggerisce che vi sia stato un periodo di 20, 30, forse 40 anni, in cui il virus, che ora infetta gli esseri umani, si è evoluto separatamente dai virus identificati nei pipistrelli. C’è dunque un buco di 20-50 anni di distanza evolutiva. Gli scienziati ora si chiedono perché si sia verificato questo buco. Era forse un virus che ha infettato una popolazione separata di pipistrelli che ancora non abbiamo trovato o campionato? O il virus si è evoluto lì, si è trasformato ed è diventato il virus SARS-CoV-2? O è passato a un altro animale? Un possibile candidato che hai menzionato è il pangolino. Il mio articolo per il New Yorker racconta di questi meravigliosi animali, bizzarri, curiosi, che in inglese chiamiamo anche “formichieri squamosi”. In realtà non sono formichieri e non sono imparentati con i veri formichieri, ma ci sono state delle convergenze evolutive e oggi hanno abitudini simili a loro. Hanno una lingua lunga e appiccicosa con cui mangiano formiche e termiti. I loro corpi sono coperti da scaglie, simili a quelle di un armadillo, ma non sono armadilli. Sono pangolini. Ne esistono quattro specie in Africa e quattro in Asia, tutte gravemente minacciate dagli esseri umani, che li catturano, li trasportano e li uccidono per mangiarli e perché, secondo la medicina tradizionale cinese, le loro squame avrebbero proprietà medicinali. In quell’articolo parlo di due cose. Prima di tutto, della diffusione del traffico illegale di pangolini e del fatto che sono sempre più minacciati e in pericolo. Poi parlo della scoperta che le persone, soprattutto in Cina, portando nei loro paesi i pangolini per mangiarli e per la medicina tradizionale, potrebbero anche aver portato il virus in casa propria, perché i pangolini sono portatori di coronavirus. Questo coronavirus potrebbe essersi ricombinato con quello di un pipistrello dando vita al SARS-CoV-2 che è il virus della Covid-19. Ci sono prove a sostegno di questa ipotesi, ma anche prove contrarie. Nell’articolo le descrivo tutte. È ancora incerto da dove provenga esattamente questo virus e cosa sia accaduto durante quel buco temporale di 20 o 50 anni. I pangolini potrebbero essere parte della storia, oppure no. In ogni caso, ora la gente li guarda con occhi diversi. […]

[L’estratto qui pubblicato corrisponde al 14% del testo integrale pubblicato in MicroMega 1/2021]

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