La coperta celeste: podcast di Valerio Nicolosi

Chi parte e chi resta. Una madre a Kiev intenta a coprire la propria bambina. Una donna che scende da un bus alla frontiera fra Ucraina e Moldavia. Il senso profondo della guerra non è la geopolitica: sono le piccole storie.

Valerio Nicolosi

“C’è un’immagine che mi è rimasta nella mente e che non sono riuscito a immortalare. È quella di una mamma che esce da uno scantinato di un palazzo con in braccio la figlia di 3-4 anni avvolta in una coperta celeste. E corre. La fermo, le chiede dove sta andando. Mi risponde che vuole andare velocemente a prendere qualcosa da mangiare per sua figlia e poi tornare nel seminterrato, unico luogo in cui si sente al sicuro. Questa immagine”, ci racconta il nostro inviato Valerio Nicolosi in questa nuova puntata del suo podcast, “mi è tornata in mente quando due giorni fa ho visto un’altra donna, che stavolta scendeva da un autobus alla frontiera fra Ucraina e Moldova e risaliva su un altro che l’avrebbe portata per sempre via da quella zona di guerra. Due immagini che mostrano la differenza fra chi parte e chi resta. Se ci concentriamo sugli attacchi, le strategie, i negoziati, la geopolitica”, continua il racconto, “perdiamo di vista il senso profondo della guerra, che è morte, distruzione, paura. Le guerre vanno raccontate attraverso gli occhi di chi la subisce”.
Ed è quello che il nostro inviato fa ormai da diversi giorni, ricordandoci anche che oggi questi profughi sono accolti e troveranno rifugio nei Paesi europei, inclusi quelli che nei mesi scorsi si sono rifiutati di accogliere altri profughi, che scappavano da altre guerre, più lontane ma non per questo meno devastanti.
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Voci da Kiev sotto assedio: i podcast di Valerio Nicolosi



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