Hotel Mandachi: podcast di Valerio Nicolosi
Il lusso di un hotel di Suceava, cittadina romena al confine con l'Ucraina, fa da scenario ai profughi che scappano dalla guerra. Ed è qui che incontriamo Ludmilla, fuggita dal Donbass, e Katia, arrivata qui con la mamma, la figlia e il gatto di famiglia.
Valerio Nicolosi
Una storia che racconta l’ondata di profughi dall’Ucraina in arrivo nei Paesi dell’Ue. La storia di un hotel di lusso, costruito durante il comunismo, ma le cui caratteristiche di bellezza sovietica ancora si intravedono. Il proprietario ha deciso di aprire le porte dell’hotel a chi sta scappando dalla guerra e ha messo a disposizione la sala da ballo della struttura. Al primo piano dell’hotel, sulla pista da ballo e fin sotto il palco, ci sono decine di materassi sui quali dormono i profughi ucraini.
Il via vai è costante: si arriva, si dorme e si riparte il mattino successivo. Tra un’ondata di persone e l’altra ci sono decine di volontari che sanificano, cambiano le lenzuola, puliscono i pavimenti.
L’impatto è incredibile. Una scena che potremo definire a contrasto: il lusso e il benessere a fare da location, la realtà e il dramma della guerra a riempire la sala.
Incontriamo Ludmilla e Katia. Ludmilla è fuggita dal Donbass perché aveva capito che non sarebbe stata come “l’altra guerra”, una guerra a bassa intensità. Non appena si è avuto notizia dell’invasione russa, è fuggita ed è arrivata, tra mille difficoltà, in Romania. Ed è qui che vuole restare: “Appena tutto sarà finito, potrò tornare a casa in poco tempo”. Katia arriva da Dnipro: con lei, la mamma, la figlia e il gatto di famiglia.
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