Mente, pseudoscienza e società

Le pseudoscienze – ossia quelle teorie che si presentano con la veste di affermazioni “scientifiche” e che però rifiutano di sottoporsi alle verifiche del metodo scientifico – non sono solo pericolose perché diffondono false credenze, ma sono anche profondamente antidemocratiche. Sono infatti di norma le fasce più deboli della popolazione a esserne irretite, con gravi conseguenze in termini di salute e possibilità di sviluppo.

Silvano Fuso

Londra, 22 luglio 2005. Jean Charles de Menezes ha 27 anni e abita in un edificio di tre piani a Scotia Road, nel quartiere Tulse Hill di Londra. In un appartamento dello stesso edificio, secondo Scotland Yard, si nascondono tre individui di apparente origine araba sospettati di essere gli aspiranti terroristi suicidi che hanno preso parte a quattro attentati, fortunatamente falliti, organizzati il 21 luglio. Jean Charles potrebbe essere uno dei sospettati («aveva gli occhi di taglio orientale», dirà un agente di polizia). Esattamente due settimane prima, il 7 luglio, altri terribili attentati, sempre organizzati a Londra e purtroppo riusciti, avevano causato la morte di 52 persone e circa 700 feriti.

Alle 9.20 Jean Charles prende l’autobus e scende alla Victoria Line trovandola però chiusa a causa dei falliti attentati del giorno prima. Fa una telefonata per avvertire al lavoro del ritardo, quindi prende un altro autobus in direzione di Stockwell. Questo comportamento insospettisce i poliziotti che lo stanno pedinando. Non sono infatti a conoscenza né si sono accorti che la stazione della Victoria Line è chiusa: ne deducono quindi che il cambio di direzione sia un tentativo da parte di Jean Charles di far perdere le sue tracce.

A Stockwell il giovane entra nella stazione, prende una copia di un giornale in distribuzione gratuita e usa la sua carta elettronica di abbonamento per passare i tornelli. A quel punto sente il rumore di un treno in avvicinamento e inizia a correre per evitare di perderlo. Gli agenti pensano invece che Jean Charles abbia cominciato a correre perché si è accorto di essere pedinato: sono ormai certi di essere all’inseguimento di uno dei colpevoli dei falliti attentati del giorno prima.

Jean Charles sale in una carrozza mentre le porte cominciano a chiudersi. Tre agenti affannati e sicuri di essere di fronte a un attentatore suicida lo seguono. Uno blocca le porte per evitare la partenza del treno, gli altri due afferrano il giovane, lo trascinano sulla piattaforma e lo uccidono con sette colpi di pistola alla testa. «Prima che si facesse saltare in aria con il treno e mezza stazione…».

Ma in realtà il povero Jean Charles de Menezes stava semplicemente andando a svolgere il suo lavoro di elettricista, come tutte le mattine, ed era totalmente estraneo a qualsiasi attività terroristica. Non era neppure arabo, bensì brasiliano.
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