Brevi questioni per Putin

Una poesia.

Ennio Cavalli

Hai messo in tasca i semi di girasole
recapitati al Cremlino dalle madri di Kiev?
Quando sarai sottoterra
cresceranno fino a somigliarti,
faccia da portiere di notte,
scacchista sul pezzo,
faccia tonda chiusa a chiave.
Hai distrutto in poche mosse
acqua pura e carta igienica
in Ucraina, in ogni anima.
L’uso del buonsenso e del metrò
messi al muro con la luce del giorno,
l’Orco che bussa a colpi di mortaio,
la saga di Ras-Putin,
trancio extra in coda al Covid:
chissà quando tutto questo
uscirà dal cuore dei bambini, di noi tutti?
Cosa cercano i rostri dell’aquila bicipite
e i cingoli dei tuoi insetti metallici?
Cosa diranno non Google, Gogol’
e il Dostoevskij di Delitto e castigo?
Il girone dei tiranni
è un Inferno di pulci nell’orecchio,
un frastuono di sirene e campane,
le campane di tutta la Russia.
La Storia ha scritto in fronte
che i confini sono soldi bucati
e il potere un podio di ghiaccio.
Nasci come scheggia di Muro di Berlino,
fare lo zar col mondo non è un buon piano.

 

Premio Viareggio Poesia nel 2009, Ennio Cavalli ha appena pubblicato la raccolta di versi Amore manifesto (La nave di Teseo, con le note di Dacia Maraini e Pupi Avati) e il romanzo Parabola di un filo d’erba (Castelvecchi editore).

 



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