Come agire (subito) per fermare la catastrofe ecologica

Fandango ripropone “Questo pianeta” di Laura Conti, un testo del ’93 che dimostra tutta la forza e l’attualità del suo pensiero.

Daniele Barbieri

W Fandango. Lo so, sembra uno spot. Invece è giubilo (disinteressato) e vado subito a spiegarmi.
Fandango sta riproponendo tre romanzi di Laura Conti: «Una lepre con la faccia di bambina» (bellissimo, quasi una favola sul dopo-Seveso) con «Cecilia e le streghe» e «La condizione sperimentale» (non li ho letti ma lo farò). Ma anche tre dei suoi saggi: «Questo pianeta» (uscito a marzo), «Che cos’è l’ecologia» (ne ho un ricordo netto: forse la migliore lezione sul tema che abbia mai incrociato) e «Il tormento e lo scudo» ovvero «un compromesso contro le donne» che affronta un tema complesso partendo dalla domanda più semplice (e importante): vogliamo che le donne abortiscano in condizioni di igiene oppure che lo facciano a rischio della pelle nei modi più assurdi? A tutto questo va affiancata una fiction cartacea – l’anno scorso – ovvero «Laura non c’è: dialoghi possibili con Laura Conti» dove Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi si cimentano in una impresa difficile (e riuscita), cioè ridare vita politicamente a una donna morta nel 1993 ma il cui pensiero è tanto vivo quanto pericoloso.

Qualcuno che ha la mia età e l’ha conosciuta chiederà quasi sgomento: «davvero la mite Laura fu un pericolo pubblico?». Sì e fra i peggiori. Perché ha opposto – nella sua vita e nei suoi scritti – intelligenza, semplicità di ragionamento e volontà ai tre diavoli che ci tormentano: ignoranza, arroganza e incoscienza.

«Questo pianeta» dimostra la forza di Laura Conti. Un testo del ‘93 che – salvo forse cinque frasi – potrebbe essere stato scritto ieri mattina. Il che è fantastico se ci poniamo dal punto di vista del pensiero di un’autrice, ma disperante perché nulla di ciò che poteva e doveva essere fatto… è mai partito.

La terza edizione di «Questo pianeta» fu completata dall’autrice poche settimane prima della morte. Ma la successiva rimozione del pensiero di Laura Conti bloccò la pubblicazione. Oggi che la catastrofe ecologica-sanitaria è visibile a tutti (tranne a governi e multinazionali) quello che lei scrisse 29 anni fa può aiutarci a ragionare e agire.

Agire subito e programmare. Scegliendo le urgenze, sapendo che non si può fare tutto in un giorno ma avendo chiare le tappe successive del cammino. Facciamo un esempio con le sue parole del ‘93: «Non si possono vietare d’emblée tutti gli scarichi nocivi? Prendiamone atto: ma questo significa redigere una rigorosa scelta di priorità che ne tenga conto: del grado di nocività e cumulabilità della sostanza; dell’incidenza che il divieto avrebbe sulla bilancia dei pagamenti; del numero di persone che il divieto di scarico dell’inquinante costringerebbe a un cambiamento di occupazione; e di quanti altri fattori ambientali, economici e sociali si ritenga di dover prendere in considerazione […] emerge un primo gruppo di sostanze la cui eliminazione è prioritaria (per esempio: mercurio, PCB, diossine, amianto) e una prima lista di siti di massima pericolosità. A quel punto si stabiliscono modalità e tempi […] Pochi obiettivi per volta può mobilitare l’opinione pubblica […] Dobbiamo sostituire il principio dell’attacco globale continuamente rinviato con il principio opposto dell’attacco graduale ma rigorosamente programmato e senza possibilità di deroghe e rinvii». Cioè … tutto il contrario di quello che i governi italiani hanno fatto e annunciano anche per il PNRR; se poi questa sigla modernella suona come una tragica pernacchia vuol dire che almeno nel parlare a volte c’è un senso.

Nella prefazione a questa edizione del ‘93 finalmente in libreria, Marco Martorelli scrive: «con uno stile inimitabile, Laura riesce a “narrare” ragionamenti scientifici e cicli biologici, evoluzione delle specie e sviluppi tecnologici, in un percorso che partendo dall’origine della vita giunge al presente che ne minaccia l’estinzione». Un doppio miracolo: un libro scientifico che non annoia, uno sguardo militante senza retorica. E se vi pare poco…

Fa rabbia leggere che nel 1993 avevamo «5 progetti irrinunciabili: lotta agli inquinamenti industriali; recupero dei suoli; difesa dei patrimoni genetici; abbattere l’inquinamento termico e l’aumento dell’effetto serra; ridurre il fabbisogno energetico». Fa rabbia perché abbiamo perso 30 anni, dunque non abbiamo evitato molte delle morti, malattie e catastrofi che sono quasi sempre bloccabili con la prevenzione primaria e una vera programmazione scientifica.

Se avessi il piccolo potere di mettervi un libro sul tavolo dell’estate sarebbe «Questo pianeta». Lo farei con il piacere di avere consigliato un testo utile, chiaro e persino divertente in alcuni passaggi. Ma lo farei perché abbiamo un problema su questo terzo pianeta di un periferico sistema solare: «il momento in cui fermarsi è più facile è ORA. Ora è più difficile di ieri ma è più facile di domani».



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