Quirinale, perché No a Draghi

Il Presidente della Repubblica dev'essere il Custode della Costituzione. Mario Draghi ha fin qui lasciato indizi in questo senso? Nessuno.

Paolo Flores d'Arcais

Il Presidente della Repubblica deve essere il Custode della Costituzione? Mario Draghi ha fin qui lasciato indizi in questo senso? Nessuno. Dunque non dovrebbe essere il Presidente della Repubblica. Tanto più che Custode della Costituzione il prossimo dovrà esserlo in modo appassionato e pugnace, poiché probabilmente dovrà garantire la Costituzione repubblicana rispetto a un Parlamento dove gli odiatori della Costituzione saranno in maggioranza ed esprimeranno il governo.

Mario Draghi è stato un Custode dei mercati, e in un momento cruciale anche un ottimo Custode (il famoso “whatever it takes”, tenuto fermo contro falchi liberisti tedeschi e non solo), ma i mercati non sono, per la nostra Costituzione, una priorità. “L’iniziativa economica privata è libera” arriva solo all’articolo 41, circoscritta dalla proibizione di “svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recar danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” e preceduta da sei articoli (35-40) tutti dedicati ai diritti dei lavoratori (compreso il “diritto a una retribuzione … in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”).

E soprattutto viene inquadrata dall’articolo 3, proprio nel cuore della sezione “PRINCIPI FONDAMENTALI”: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Va da sé che tutti gli altri nomi ventilati dalla destra, di indizi di attitudine a essere Custodi della Costituzione ne hanno perfino meno, e di averla in uggia o “gran dispitto” cornucopie. Per via di alchimie partitocratiche non avremo perciò un Presidente della Repubblica all’altezza del suo dovere riassuntivo di Custode della Costituzione.

Oggi le aggregazioni parlamentari sono tre e qualcosina: le destre, orbanicizzate, cupide di trasformare quel che resta di democrazia liberale in istituzionalizzata demokratura; le non-destre, M5S, Pd, LeU, sempre più mimetiche di quello che fu l’arcipelago democristiano (ma con personale dieci volte più scadente di quello dei De Gasperi Piccioni e Vanoni, e tre o quattro – absit iniuria – di quello dei Cirino Pomicino). I PFL (purché fine legislatura), numericamente forse il più consistente, screziato di transumanze, con vocazione alla qualunque. Il “qualcosina” è dato dai renziani (per antifrasi, “Italia viva”), il cui numero oscilla intorno ai trenta.

A nessuna di esse interessa custodire la Costituzione, meno che mai realizzarla (benché nel paese quest’ultima opzione sia presentissima e diffusa, probabilmente maggioritaria, ma come “volgo disperso che nome non ha”, incapace di catalizzare una rappresentanza politica). Le non-destre neppure a livello di candidato di bandiera hanno trovato un’oncia di coraggio: avendo nei cuori come unico candidato il non-cittadino Francesco, voteranno per il fondatore della Comunità di sant’Egidio – degli ultimi Papi braccio diplomatico – più che benemerita per opere di carità (che in un welfare degno del nome diventerebbero superflue), purtroppo non altrettanto per attenzione ai diritti civili.

Rivolgersi agli schieramenti parlamentari è perciò inutile. Chi crede che solo la realizzazione della Costituzione (che non mette i mercati al primo posto) possa salvare l’Italia, e anzi dovrebbe essere l’ideologia dell’Europa da rifondare, può rivolgersi perciò unicamente ai singoli “grandi elettori”, perché ce ne sarà pure qualcuno, benché ben mimetizzato e acquattato, che la Costituzione l’auspicherebbe realizzata, unico modo per custodirla.

E allora, nel segreto dell’urna, almeno nel segreto dell’urna, dove non vi vedono Conte né Letta, né Di Maio, Franceschini o altre potenze (un tempo la disputa era fra Dio e Stalin), ribellatevi! Votate chi della Costituzione sarebbe Custode: Lorenza Carlassare, Gustavo Zagrebelsky, Gian Carlo Caselli, Roberto Scarpinato, Giorgio Parisi (niente affatto least) …

Non è necessario del coraggio, che “uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, basta un lampo di decenza.



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