Referendum sanità Lombardia: tolta ai cittadini la possibilità di scegliere

Accogliamo il comunicato stampa del Comitato Promotore del Referendum sulla sanità della regione Lombardia in cui si denuncia come la Regione stia impedendo ai cittadini di pronunciarsi sulle scelte riguardo il Servizio Sanitario regionale, atte a dare spazio agli interessi delle aziende private sanitarie.

Medicina Democratica

La maggioranza si rifiuta di sottoporre al voto dei cittadini le scelte attraverso le quali ogni giorno viene ulteriormente smantellato il Servizio Sanitario regionale per dare spazio agli interessi delle aziende private sanitarie.
Il comitato promotore ha voluto mettere a disposizione degli elettori uno strumento di democrazia diretta per iniziare un percorso di rafforzamento della sanità pubblica, unica strada per garantire sia un accesso ugualitario alla cura, sia un ruolo efficace alla prevenzione.
Domani, mercoledì 13 settembre alle 17,00 è in programma nella sala al 1° piano del Pirellone in via Fabio Filzi, un incontro per decidere i prossimi passi, tra cui il ricorso al TAR contro la decisione di Fontana e della sua maggioranza.

Milano, 12 settembre 2023. “Nonostante le richieste del Comitato e dei gruppi consigliari di centro-sinistra di rivedere la decisione dell’Ufficio di Presidenza sulla non ammissibilità dei quesiti referendari sulla normativa sanitaria regionale, la maggioranza del Consiglio tira dritto e rifiuta il confronto. Si tratta di un affronto nei confronti degli elettori lombardi e dei principi di base della democrazia” dichiarano i rappresentanti del Comitato Promotore, Marco Caldiroli (Medicina Democratica), Federica Trapletti (CGIL), Vittorio Agnoletto (Osservatorio Salute), Massimo Cortesi (ARCI), Andrea Villa (Acli).
“Anziché una valutazione giuridica, come previsto dalla l.r. 34/1983, sono motivazioni politiche, quelle che hanno orientato la maggioranza nell’impedire lo svolgimento di un’iniziativa di democrazia diretta come il referendum previsto dalla legislazione regionale. Assistiamo da parte della maggioranza, ad un uso strumentale del combinato disposto tra l.r. 33/2009 (legge sanitaria modificata da ultimo con la l.r. 22/2021) e la vetusta legge che regola i referendum; attraverso un’interpretazione restrittiva dei cavilli e delle norme ormai superate dall’evoluzione legislativa rendono nei fatti impossibile il ricorso al referendum da parte dei cittadini.
“Domani alle ore 17.00 come comitato referendario, insieme alle tantissime realtà che vi hanno aderito, ci incontreremo al Pirellone per decidere i prossimi passi, in ogni caso non ci fermeremo, vogliamo che gli elettori possano esprimersi sulla deriva del servizio sanitario regionale e imprimere un cambio di direzione pena la distruzione delle strutture pubbliche e sempre maggiori diseguaglianze di accesso alle cure. Non può essere il reddito a stabilire la possibilità di curarsi. Utilizzeremo ogni strumento a disposizione, a partire da un ricorso amministrativo al TAR sulla decisione del Consiglio che coinvolgerà sicuramente anche l’assurda situazione normativa emersa da questa vicenda”.
Come è noto, la proposta referendaria abrogativa di tre passaggi della legge regionale sanità (L.R. 33/2009 e successive modifiche fino alla l.r. 22/2021) è stata depositata con oltre 100 firme di promotori, come prevede la legislazione, il 27 luglio scorso.
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CREDITI FOTO Facebook |Regione Lombardia



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