Rete pace e disarmo: “Il 27 ottobre tutti in piazza per il dialogo tra i popoli israeliano e palestinese”

L’unione delle associazioni pacifiste condanna il terrorismo di Hamas come le violenze di Israele sui cittadini di Gaza. Annuncia mobilitazioni in favore del cessate il fuoco e del rispetto del diritto internazionale.

Redazione

La Rete italiana pace e disarmo ha inspirato, tramite l’appello Israele-Palestina: fermiamo la violenza, riprendiamo per mano la Pace del 10 ottobre, una serie di iniziative sul territorio nazionale in favore della pace e del dialogo fra i popoli palestinese e israeliano che culmineranno con una manifestazione nazionale il prossimo 27 ottobre.
“Condanniamo l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile israeliana, contro anziani, bambini, donne, in spregio di ogni elementare senso di umanità e di civiltà, alla quale si è aggiunta la barbara pratica della presa di ostaggi”, si legge nel comunicato del 10 ottobre. “Non vi è giustificazione alcuna per l’operato di Hamas, neppure la disperazione e l’esasperazione del popolo palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, dell’espropriazione dei terreni e delle continue provocazioni delle frange radicali della destra israeliana e dei coloni può trovare una risposta nell’azione terroristica e militare. La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia palestinese, sia israeliana è assoluta”.
Ma a fianco alla condanna delle azioni di Hamas la Rete aggiunge un monito per Israele: “Israele non deve reagire con la sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua ad una popolazione anch’essa ostaggio della violenza scatenata da Hamas […]”.

L’appello si rivolge anche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché agisca per arginare il conflitto e per far rispettare il diritto internazionale.
Non solo: viene invocata anche l’unione delle associazioni civili palestinesi e israeliane a manifestare insieme in Terra Santa contro le violenze da entrambi i fronti.
“Noi, come componenti della società civile italiana ed internazionale, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della pace ed invitiamo le autonomie sociali Palestinesi ed Israeliane a schierarsi chiaramente per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato.
Per questo lanciamo un appello alle associazioni e movimenti Palestinesi ed Israeliani a manifestare insieme, in Terra Santa, sfidando chi invece vuole distruggere con la violenza, con l’aggressione, con l’occupazione e l’assedio, il diritto dell’altro, la possibilità della convivenza e di un futuro di pace e di benessere per tutto il Medio Oriente”.

A seguito dell’approvazione riscossa dal comunicato, la Rete italiana pace e disarmo insieme alla coalizione Assisi Pace Giusta, Amnestuy International e all’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI) invita la società civile a manifestare venerdì 27 ottobre:
“Al fine di rilanciare i contenuti di questo appello verranno organizzate in tutta Italia per il pomeriggio di venerdì 27 ottobre manifestazioni silenziose in cui poter ribadire tutta l’urgenza di attivare percorsi di nonviolenza e pacificazione per i popoli israeliano e palestinese”, recita il comunicato, “In ciascuna delle iniziative di questi giorni porteremo solo i colori della bandiera della Pace, come simbolo dello sforzo collettivo di pacificazione su cui far convergere il contributo di tutti. La società civile italiana condanna ogni atrocità, ogni forma di violenza, terrorismo e guerra, chiedendo con forza che si cessino le ostilità e si rispetti il diritto internazionale. Occorre rimettere al centro la mediazione e il dialogo: stiamo anche questa volta dalla parte delle vittime perché sono loro il punto di partenza per superare la spirale di morte che si sta vivendo in Israele e Palestina”.



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